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Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 27/09/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Giorgia Meloni È la vittoria della generazione Tolkien. Pietrangelo Buttafuoco (Carmelo Lopapa, la Repubblica). In Italia Fantasilandia, in Ucraina e Iran no. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi. [Sabato mattina] ho visto su Twitter il video d’una ragazza iraniana a capo scoperto, ha bei capelli lunghi e mossi. Canta Bella ciao, una versione struggente, incantevole, non c’è soltanto la bellezza del canto, c’è una straziante urgenza di libertà, la si sente nota dopo nota ed è la libertà da un nemico brutale, in carne e ossa: gli ayatollah, la Polizia morale, il patriarcato maschilista della sharia, oscurantista, sessuofobo, assassino. Mattia Feltri, HuffPost. Le code ai valichi di frontiera lungo tutto il perimetro della Russia – Finlandia, Georgia, Kazakhstan, Mongolia – si stanno allungando per chilometri, i biglietti aerei sono andati esauriti. […] È la fuga dei sostenitori di Putin, di quelli che fino a tre giorni prima appiccicavano la «Z» simbolo dell’invasione in Ucraina sull’auto e nei social chiedevano d’«asfaltare Kiev». Anna Zafesova, La Stampa. Chi muore adempiendo al proprio dovere militare si sacrifica per gli altri. Questo sacrificio lava via tutti i peccati commessi. Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Tra il settembre 1980, inizio dell’invasione irachena, e il 1982, momento in cui gli iraniani riconquistano la città di Khorramshahr, ondate successive di diecimila ragazzini arrivano al fronte il giorno stesso degli attacchi. A ogni assalto sul terreno restano centinaia e centinaia di cadaveri: giacciono vicino alle linee di difesa, galleggiano nelle acque ferme dei crateri creati dalle bombe, semisepolti dal fango. Hanno fasce legate alla fronte e il cranio rasato; ognuno di loro ha una chiave appesa al collo. Con quella, è stato loro detto, una volta caduti in battaglia potranno aprire la porta del paradiso. Marco Belpoliti, L’età dell’estremismo. Vorrei riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato e non potrebbe far male ad alcuno, se non nel caso che si preferisca sopportarlo anziché contraddirlo. Etienne de La Boëtie, Discorso sulla servitù volontaria. Ma il vento / il vento che piega i cipressi /perché non solleva, Gesù Maria / la vecchia bandiera dell’anarchia? Leo Longanesi. Conte ha rimesso in campo il cavallo di battaglia del Movimento, il reddito di cittadinanza, e affiancandogli la sua creatura, il superbonus del 110 per cento, ha cominciato a battere le piazze del Sud, una dopo l’altra, scandendo dappertutto la sua parola magica: «Gra-tui-ta-men-te». Sebastiano Messina, la Repubblica. Nel 2019 [Salvini] ottenne il 34% alle Europee cantando il Vincerò della Turandot. Alla sua fuga in solitaria Meloni chiosò: «Ma ‘ndo va?» Filippo Ceccarelli, la Repubblica. Liberi!!! Titolo di Libero. A noi! Titolo del Manifesto. Buongiorno, Ungheria. Titolo del Foglio. Tranne qualche anno di ministero della Gioventù, cioè niente, Giorgia Meloni non ha esperienza di governo, non conosce la macchina dello Stato, non ha relazioni internazionali solide, a parte quelle con Viktor Orbán, con Vox e con Marine Le Pen, e nemmeno grandi frequentazioni con i poteri forti e meno che mai con il mondo della cultura e infine non può contare su un accettabile livello di preparazione dei suoi sodali di partito. Mario Lavia, Linkiesta. In un momento d’euforia Guido Crosetto, solitamente misurato, la paragona a Charles De Gaulle. È appena stato agganciato dalla radio francese in una sala stampa gremita di testate straniere. Capisce che forse si è spinto troppo in là, fa marcia indietro, e dice che non c’è un paragone possibile. Pietro Salvatori, HuffPost. Il popolo italiano ha deciso di prendere in mano il proprio destino eleggendo un governo patriottico e sovranista. Marine Le Pen, un tweet. Cresce il pressing per le dimissioni di Enrico Letta. «Non ci sarebbe neppure bisogno di chiederle», spiegano fonti della minoranza interna. Alfonso Raimo, HuffPost. I vertici del centrosinistra dovrebbero tirarsi una cannonata sulle palle. Massimo Cacciari (Paolo Griseri, La Stampa). Ai 5stelle, che hanno governato quattro anni dopo aver vinto le elezioni, e al Pd, che ha governato tre anni dopo averle perse, l’opposizione farà bene. Marco Travaglio, il Fatto. Con il M5S si aprirà una nuova stagione. Francesco Boccia, danzando sulle rovine del Pd, sceso sotto il 20% (repubblica.it). Paragone, de Magistris, Rizzo e perfino Di Maio: tanto rumore per nulla. Tutti fuori dal parlamento. Titolo di HuffPost. Prendiamo [solo] i nomi dei partiti. Be’, a partire da Fratelli d’Italia o sono comici o insignificanti e anonimi. Cirino Pomicino (f.gh., QN). Vogliamo la sussidiarietà o lo Stato provvidenza? Ci interessa tornare a creare ricchezza o siamo preoccupati del modo in cui viene distribuita? Il nuovo governo dovrà giocare la carta che in campagna elettorale è rimasta coperta: quella delle riforme. Alberto Mingardi, CorSera. Tutti i sistemi sociali sono più o meno contro natura, e la natura, in ogni istante, lavora per riprendersi i propri diritti. Ogni essere vivente, ogni individuo, tende a spezzare o a disintegrare il possente apparato di astrazioni, la gabbia delle leggi e dei riti, l’edificio delle convenzioni e dei consensi che definiscono una società organizzata. Paul Valery, L’idée de dictature (pangea.news). Chi non è padrone di sé finisce servo degli altri. Roberto Gervaso.
Diego Gabutti
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