Se la Russia chiude i confini Cronaca di Corrado Zunino
Testata: La Repubblica Data: 26 settembre 2022 Pagina: 25 Autore: Corrado Zunino Titolo: «Mosca chiuderà i confini per i coscritti. Nuove crepe tra i fedelissimi di Putin»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 26/09/2022, a pag. 25, con il titolo "Mosca chiuderà i confini per i coscritti. Nuove crepe tra i fedelissimi di Putin", l'analisi di Corrado Zunino.
Corrado Zunino
Volodymir Zelensky
A un passo dalla legge marziale. I media russi, non ancora il governo, annunciano che a ore gli uomini non potranno più lasciare il Paese. E gli uomini, spesso insieme alle famiglie, continuano a fuggire da tutta la Russia prima che sia troppo tardi. Verso la Finlandia, la Mongolia (tremila auto da mercoledì solo al valico di Altanbulag), verso le Repubbliche ex sovietiche del Sud. La Georgia ha deciso di chiudere, da oggi, la sua frontiera. Il commissario della Regione di Rostov, d’altro canto, ha annunciato che per lasciare la Federazione serve un certificato che solo i suoi uffici possono rilasciare. Il sito indipendente Meduza ha scritto che la chiusura dei confini per gli uomini in età di mobilitazione sarà mercoledì 28 . Un’altra testata indipendente russa, Vazhnie Istorii , ha retrodatato la serrata ad oggi: le guardie doganali potrebbero applicare il bando sulla base di elenchi nominativi. Il Paese, sì, ribolle, e conta duemila arresti per le manifestazioni di questi giorni in trentanove città. Il problema più acuto è che la “mobilitazione parziale” per sostenere la claudicante “operazione speciale” in Ucraina doveva avere dei criteri e dei limiti: uomini non oltre i 45 anni e in buona salute, con una minima esperienza militare. Tutto travalicato. Fonti russe e fonti ucraine parlano di persone malate di cancro e diabete, oltre ai sessanta, prelevate in casa. Altre cieche da un occhio. Nella capitale della Repubblica (autonoma ma russa) del Dagestan, Makhachkala, le proteste contro la coscrizione forzata sono state represse a manganellate. In Kazakistan, controllato ai confini in entrata dai servizi segreti russi. i manifestanti hanno bloccato un’autostrada. Le popolazioni delle repubbliche hanno già pagato un tributo alto alla guerra in Ucraina. E la protesta arriva anche dall’interno. La direttrice diRt ,ex Russia Today , Margarita Simonjan, da sempre vicina al Cremlino, ha scritto sul canale Telegram del canale tv: «Sono saltate tutte le regole della mobilitazione, la gente è infuriata». I presidenti del Senato e della Camera dei deputati, in un messaggio indirizzato ai governatori delle regioni, hanno chiesto di «assicurarsi che l’attuazione della mobilitazione parziale sia condotta nel pieno e assoluto rispetto dei criteri indicati» e «senza alcun errore». Ecco. Novaja Gazeta scrive che da mercoledì scorso, giorno dell’annuncio della mobilitazione militare tra i civili, hanno lasciato la Russia 261.000 persone, praticamente l’esercito che Putin avrebbe voluto portare in guerra. Ma il patriarca di Mosca,Kirill primo, ha benedetto anche la nuova coscrizione: «Morire alfronte lava tutti i peccati». L’arruolamento forzato s’incatena con i quattro referendum di annessione dei territori parzialmente occupati in Ucraina. Putin sta correndo anche qui. Martedì si chiude un grande referendum carico di dubbi sulla sua trasparenza e due giorni dopo il Parlamento russo potrebbe ratificare le annessioni. Le autorità filorusse del Donetsk (Donbass) parlano di un’affluenza nei primi due giorni del 55 per cento e definiscono la prova elettorale valida mentre si susseguono foto, video e testimonianze di militari che sfondano le porte dove gli inquilini non vogliono votare, scrutatrici che su una panchina suggeriscono la casella da marcare con il “sì”, pullmini che portano a Yalta, Crimea, sostenitoridell’annessione per dare il quorum da fuori regione alla vicina Kherson. Tutto questo mentre le aree di scrutinio sono sotto il tiro dei missili ucraini. Una stazione di voto è andata a fuoco a Shachstia, nel Lugansk. Ieri notte a Zaporizhia si sono udite dieci esplosioni. Così a Berdyansk e Melitopol. E a Kherson, dove la lotta partigiana è forte, un missile ucraino ha centrato l’hotel dove risiedeva l’ex deputato ucraino e filorusso Oleksiy Zhuravko. L’ex parlamentare era tornato nella regione di Kherson dopo la conquista di Mosca e sabato aveva votato “sì” all’annessione con una maglietta nera con la Z dell’esercito invasore. I media nazionali: «Eliminato il traditore Zhuravko ». Il presidente Volodymir Zelensky chiude dicendo: «Riprenderemo tutti i territori occupati».
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