Iran, il regime all'assalto della città dei curdi Cronaca di Gabriella Colarusso
Testata: La Repubblica Data: 25 settembre 2022 Pagina: 16 Autore: Gabriella Colarusso Titolo: «Iran, sotto assedio la ribelle Oshnavieh: 'Temiamo morti e arresti tra i curdi'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/09/2022, a pag.16, con il titolo "Iran, sotto assedio la ribelle Oshnavieh: 'Temiamo morti e arresti tra i curdi' ", la cronaca di Gabriella Colarusso.
Gabriella Colarusso
Mahsa Amini
«Hanno bloccato tutte le linee di comunicazione. Ci sono forze di sicurezza intorno alla città. Temiamo molti morti». La voce da Oshnavieh arriva attraverso una complicata catena di mediazione: dall’alba di sabato la città di circa 40mila abitanti nel Nord Ovest dell’Iran, a maggioranza curda, è isolata. Spento internet, staccate anche le linee telefoniche fisse, il governo ha inviato le forze speciali dei Guardiani della rivoluzione per sedare le proteste massicce scatenate dalla morte di Mahsa Amini, la ragazza fermata dalla polizia morale perché non indossava correttamenteil velo. Venerdì era stato dichiarato lo sciopero generale nelle città curde, e Oshnavieh si è mobilitata. A sera, «i manifestanti avevano preso il controllo della maggior parte delle strade della città, cacciando la polizia, molte donne erano senza velo», racconta una fonte a Repubblica . «Molte forze di sicurezza erano uscite dalle basi perché c’erano proteste nella altre città della provincia. I manifestanti hanno bruciato duebanche dei Guardiani e attaccato due basi dei Basij». Non è chiaro se tra i ribelli ci fossero anche persone armate. Dopo alcune ore le forze di sicurezza hanno circondato le due vie di accesso alla città. Finora si contano 3 vittime, ma gli attivisti temono nuovi morti e un repulisti. «L’intelligence sta arrestando le persone casa per casa, sappiamo di 60 fermi finora», dice a RepubblicaHengaw, una organizzazione non governativa curda riconosciuta dal governo norvegese. Le città curde sono storicamente un avamposo di opposizione alla Repubblica Islamica, e sonostate tra le prime a scendere in strada dopo la morte di Amini, che era curda, di Saqqez. Il governo accusa «i gruppi curdi terroristi e separatisti» di fomentare le rivolte. Ieri mattina, da Oshnavieh, i Guardiani hanno colpito con l’artiglieria oltreconfine, sulle montagne irachene dove hanno le basi i gruppi di opposizione curdi accusati di aver fatto entrare «armi nelle città di confine per creare il caos nel Paese». «Propaganda di regime», la definisce un giornalista iraniano esperto che per ragioni di sicurezza chiede di restare anonimo, «provano a dividere i manifestanti, ma nessuno cantava slogan separatisti, le persone chiedono la fine della Repubblica Islamica e uno Stato democratico ». La repressione in queste aree è particolarmente dura, «finora sappiamo di almeno 17 morti e 844 persone ferite», dicono da Hengaw. Il bilancio a livello nazionale è ancora più pesante, almeno 50 morti - di cui secondo Amnesty International almeno 4 bambini - , centinaia di arresti, tra cui 17 giornalisti. Ma le proteste in corso da otto giorni continuano in tutto il Paese.
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