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Diego Gabutti
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Periscopio 23/09/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 23/09/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Mario Draghi | www.governo.it
Mario Draghi

Il nostro obiettivo è la pace. Una pace che sia ritenuta accettabile dall’Ucraina – la sola che può essere duratura e sostenibile. Mario Draghi 1, discorso all’Onu (21 settembre 2022).

Nella sua aggressiva politica antirussa, l’Occidente ha superato ogni limite. Sentiamo costantemente minacce contro il nostro paese e la nostra gente. […] Se l’integrità territoriale della Federazione sarà minacciata, useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo. Non è un bluff. Vladimir Putin, discorso alla nazione russa.

Quando non stai bluffando, non c’è bisogno di dire che non è un bluff. Nona Mikhelidze (Giulia Berardelli, HuffPost).

 I klingon non bluffano mai. Worf (Star Trek. The Next Generation).

Dum negas, affirmas (mentre neghi, affermi). Parafrasi di San Girolamo, Epist. 4.

Le responsabilità del conflitto sono chiare – e d’una parte sola. […] L’invasione dell’Ucraina viola i valori e le regole su cui da decenni poggia la sicurezza internazionale. […] I sogni imperiali, il militarismo, le violazioni sistematiche dei diritti civili e umani ci sembravano relegati al secolo scorso. Da febbraio abbiamo invece assistito a violenze e soprusi nei confronti di civili, di bambini; a bombardamenti di teatri, scuole e ospedali; al tentativo di soggiogare una democrazia libera e sovrana, che ha reagito con orgoglio e coraggio per difendere la propria dignità e indipendenza. […] La nostra reazione alla guerra serve a riaffermare che la violenza gratuita non può avere spazio nel ventunesimo secolo. Mario Draghi 2, discorso all’Onu (21 settembre 2022).

Un membro permanente del Consiglio di sicurezza ha invaso un suo vicino con l’obiettivo di cancellarlo dalle mappe. Oggi il presidente russo Putin ha inviato altre minacce. Il Cremlino sta organizzando un referendum farsa, che è una enorme violazione al diritto internazionale. Le minacce nucleari di Putin sono spericolate e irresponsabili. Joe Biden, discorso all’Onu (21 settembre 2022).

Modi [il primo ministro indiano] ha umiliato Putin in pubblico: «Ti ho già detto al telefono che questa guerra non va bene». Tonia Mastrobuoni, Omnibus (La7).

A Mosca la Duma ha messo mano al Codice penale, per adattarlo a questa nuova fase della guerra. Gli emendamenti adottati aumentano le pene per chi si rifiuta di partecipare alle operazioni militari (cioè alla mobilitazione imposta da Vladimir Putin) e per chi diserta, per chi non si presenta e per chi si arrende (fino a 10-15 anni di carcere). Yaroslav Trofimov, reporter del Wall Street Journal, dice che «gli uomini russi che non vogliono morire in Ucraina potrebbero avere solo pochi giorni per lasciare il paese». Paola Peduzzi, il Foglio.

In queste ore sul motore di ricerca russo la frase più digitata è «come rompersi un braccio». Il perché è facilmente intuibile: fratturarsi un osso è un modo per [evitare la «mobilitazione parziale» e] rendersi inidonei a combattere. Anna Zafesova (Federica Olivo, HuffPost).

Molti leader populisti — Orbán, Marine Le Pen, Donald Trump, Eric Zemmour, Vox in Spagna — esprimono ammirazione per Putin. Non su basi ideologiche, ma perché ha quest’aria da uomo forte che fa succedere le cose. Anche i leader populisti in Occidente aspirano a una posizione simile: non vorrebbero essere controllati dai media, dai parlamenti, dai tribunali e dalle altre istituzioni che sono il cuore della democrazia liberale. Francis Fukuyama (Federico Fubini, CorSera).

Nel giorno in cui Putin rende più concreta la minaccia nucleare, Giuseppe Conte se la prende con il presidente ucraino: «Zelensky vuole l’escalation». A. Gen, il Mattino.

Letta […] è mosso alla guida di un campo largo, quello delineato da Nicola Zingaretti, con i 5stelle e la sinistra che fa capo a Speranza. E invece il campo si è ristretto, il centrosinistra si è frantumato in tre spezzoni: la sinistra il Pd con da una parte, dall’altra i 5stelle, dall’altra ancora Matteo Renzi-Carlo Calenda. Dulcis in fundo, dalla guida del suo minipolo, Letta ha scelto la Meloni per il confronto a due convinto di umiliarla. […] Nello scontro finale invece non ha vinto lui ma ha valorizzato la Meloni, ricompattando dietro la sua leadership il centrodestra. Un capolavoro politico. Ugo Finetti (Alessandra Ricciardi, Italia Oggi).

Quando la leader di Fratelli d’Italia se l’era presa con chi [tifa] per «droga libera, propaganda gender e matrimoni misti», c’era stata la reazione indignata di Carlo Calenda: «Matrimoni misti! Cosa sei? la versione burina del KKK?» Meloni s’era a sua volta indignata per il «burina» (meno, evidentemente, per l’accostamento al Ku Klux Klan) e aveva spiegato che «matrimoni misti» era la versione sintetica di quanto da lei scritto su Facebook, dove si parlava chiaramente di matrimoni «tra specie diverse». Francesco Cundari, il Foglio (marzo 1919).

Candidato Fd’I a Palermo, Vincenzo Sclafani, nell’anniversario della morte di Mussolini, il 28 aprile 2011, denunciava «il codardo assassinio del nostro immenso Duce». «Lui vivrà per sempre», scriveva nel 2019 il candidato (di estrazione monarchica) Michele Pivetti. Tania Andreoli, in lista a Catania, nel giorno dell’uccisione del dittatore ha postato un articolo in ricordo di Mussolini scrivendo che «77 anni fa la vera politica esisteva». Di Peri e Reale, la Repubblica.

Il Duce celebra il proprio mito. Sarà minatore, trebbiatore a torso nudo, aviatore, cavallerizzo, tennista, marinaio, spaccapietre: un giorno, a Predappio, strappa il mazzuolo dalle mani d’un vecchio amico d’infanzia – «fatti in là, Pipòn» – e manda un masso in frantumi. Aldo Cazzullo, Mussolini capobanda.

La politica è surrealista. Cesare Zavattini, Diari 1941-1958 (febbraio 1945).

Chi non sa come ammazzare il tempo è un uomo morto. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti


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