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Italia Oggi Rassegna Stampa
22.09.2022 Le responsabilità della Germania nella Strage di Monaco
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 22 settembre 2022
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Le responsabilità della Germania nella Strage di Monaco»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 22/09/2022, il commento di Roberto Giardina dal titolo "Le responsabilità della Germania nella Strage di Monaco".

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Roberto Giardina

Monaco '72, 50 anni fa il massacro dei terroristi di Settembre nero. Le  scuse della Germania: «Sbagliammo tutto»- Corriere.it

Uno dei tre terroristi palestinesi, sopravvissuti all´attentato al villaggio olimpico di Monaco, visse a Berlino protetto dai servizi segreti tedeschi? La Süddeutsche Zeitung è riuscita a controllare una parte del dossier, benché i documenti siano top secret fino al 2040. Dopo 50 anni, infine la Germania ha versato alle famiglie delle vittime 28 milioni di euro, meno di mezzo milione a testa. I parenti hanno acconsentito a partecipare alla commemorazione della strage, lo scorso cinque settembre a Monaco, ma hanno ribadito che la loro protesta non era motivata da motivi economici. Volevano che fosse fatta luce su quanto avvenne. Perché i tedeschi non vogliono ancora rendere pubblici i risultati dell´inchiesta, quel che avvenne prima dell´attacco, e soprattutto dopo? Otto terroristi di Settembre Nero entrarono il 5 settembre del ´72 nel Villaggio senza incontrare controlli, presero undici atleti in ostaggio, due li uccisero subito, altri vennero torturati. Dopo ore di trattative, il governo tedesco finse di piegarsi, i palestinesi e gli ostaggi furono condotti all´aeroporto di Fürstenfeldbruck, alla periferia di Monaco, poi intervennero le forze speciali, un´azione caotica che si concluse con una strage: gli ostaggi furono uccisi, anche dal fuoco amico, insieme con cinque terroristi e un poliziotto. Il 29 ottobre, venne dirottato un aereo della Lufthansa, e i terroristi chiesero la liberazione dei tre compagni superstiti, in carcere a Monaco. Ancora una lunga trattativa, un aereo della Lufthansa attese sulla pista con i tre a bordo, in attesa di un ordine del governo. Poi il pilota decollò, senza attendere l´autorizzazione, e portò i tre a Zagabria. Israele protestò per non essere stata informata. Ma fu tutta una finzione, e i tedeschi erano già d´accordo per liberarsi di un problema? A quanto ha scoperto il giornale di Monaco, tredici anni dopo, uno dei tre nell´ottobre del 1985, viveva a Berlino Ovest, e quasi ogni giorno passava il muro per rimanere in contatto con la sede del PLO a Berlino Est. Il Bka, la polizia federale il 29 novembre informò la polizia bavarese che non prese alcun provvedimento. Il dossier numero 1389 è spesso cinque centimetri, e sarà reso pubblico il 20 maggio del ´40, quando l´ultimo superstite del commando palestinese avrà compiuto 90 anni. A questa età, secondo la legge tedesca, non avrà più diritto alla privacy. Secondo quanto si sa, uno dei tre superstiti, Ibrahim Mazoud, lavorava come ingegnere in Saudi Arabia, il secondo, Safadi, viveva a Tunisi. Il terzo, Jamal Al-Gishi, tornò in Germania con un passaporto danese, e conviveva con una giovane di Copenhagen. Si era tinto i capelli di biondo, ma era facilmente riconoscibile. Le informazioni erano fornite da una “talpa” all´interno del gruppo palestinese. Secondo il Mossad, il servizio israeliano, i tedeschi trascurarono volutamente le ricerche degli attentatori. Era noto che l´attentato fosse stato preparato e facilitato grazie alla collaborazione dei terroristi tedeschi, appoggiati da Berlino Est. Andreas Baader e i suoi amici passando da Berlino Est raggiunsero i campi di addestramento dei palestinesi. Il passaggio del muro avveniva senza controlli, perché la Repubblica Federale non aveva riconosciuto la Germania Est. Ora, quanto rivelato dalla Süddeutsche, fa nascere altri dubbi su quanto avvenne il 29 ottobre. Due terroristi dirottarono a Beirut un aereo della Lufthansa, il “Kiel”. Ma sull´apparecchio da 200 posti si trovavano appena 13 passeggeri, e tutti uomini. Come furono portate le armi a bordo? Sembra che le autorità bavaresi avessero preparato già da una settimana i documenti per la consegna dei tre superstiti su ordine del capo della polizia Manfred Schreiber, I tre ottennero non solo i documenti ma anche i vestiti adatti al viaggio in anticipo. Nel ´99, Daoud, uno dei due dirottatori del “KIel”, rivelò che l´azione fu organizzata su richiesta della Repubblica Federale, che avrebbe pagato nove milioni di dollari, ma non fu creduto. Quanto avvenne in ottobre fu solo una finzione? La Germania volle liberarsi di tre prigionieri scomodi, evitare un processo, e nuovi attentati in Germania?

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