Testata: La Repubblica Data: 19 settembre 2022 Pagina: 9 Autore: Tommaso Ciriaco Titolo: «Rassicurare gli alleati su Kiev, i 4 giorni di Draghi negli Usa»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/09/2022 a pag.9 con il titolo "Rassicurare gli alleati su Kiev, i 4 giorni di Draghi negli Usa" la cronaca di Tommaso Ciriaco.
Mario Draghi con Joe Biden
L’Italia ha scelto di stare con l’Ucraina. Con l’Occidente e la Nato. Nel solco della linea assunta dall’Europa. Quando oggi Mario Draghi atterrerà a New York, lo farà avendo in mente su quale tasto spingere — e con quali parole — davanti all’assemblea generale dell’Onu. Interverrà alle 19.45 di domani, quando in Italia sarà già notte. Ma sarà l’occasione per dire che aver sposato la causa di Kiev è stata la scelta «giusta», oltreché doverosa. E che le difficoltà di Mosca sul terreno ne sono segno tangibile, incoraggiante. «Al pari delle sanzioni, che stanno funzionando». È un viaggio lungo, a suo modo delicato, di certo emblematico. Lungo, perché mai Draghi era stato in missione così tanto — quasi quattro giorni — da quando è diventato premier. Delicato, perché arriva poco dopo l’alert americano sulla penetrazione della Russia in Europa attraverso finanziamenti a leader e partiti. Ed emblematico, perché serve a rinsaldare il posizionamento atlantico dell’Italia proprio mentre il sostegno occidentale a Kiev raccoglie i suoi frutti. Davanti all’Onu, allora, il capo dell’esecutivo racconterà dei due pilastri — quello europeo e quello della Nato — che le prossime politiche in Italia potrebbero indebolire, soprattuto se dovessero trionfare i partiti sovranisti. Questo è l’altro nodo cruciale. Draghi non metterà certo in discussione la futura collocazione di Roma durante il discorso al Palazzo di Vetro. Al contrario, difenderà il Paese. Ma manderà un segnale chiaro, per contrasto: l’Italia non tentenna, dirà, né romperà il fronte occidentale nella “guerra di liberazione” contro Putin. È insomma il secondo tempo della conferenza stampa di venerdì scorso in cui ha denunciato i «pupazzi prezzolati» in mano ai russi. Non solo.
Molto si è scritto rispetto a un ruolo di “garante” del premier nei rapporti tra Usa e Giorgia Meloni. Sussurri alimentati da alcune attenzioni dell’ex banchiere verso la leader della destra. La tappa di New York avrebbe dovuto rappresentare il culmine di questo processo. Ma le parole dure spese davanti alla stampa verso la favorita nei sondaggi hanno segnalato una freddezza, se non addirittura una distanza. Le Nazioni Unite sono però anche teatro degli sforzi multilaterali. E inattesa di capire se si terrà a margine dell’Assemblea un vertice di altissimo livello tra americani, russi e ucraini, magari mediato dalla Cina, Draghi si spenderà in diversi colloqui e appuntamenti pubblici. Domani vedrà il Presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, Csaba Korosi, poi mercoledì il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con cui ha collaborato per sbloccare il grano ucraino. Da segnalare anche un incontro sul clima nel quale ribadirà le promesse di taglio delle emissioni nocive. Riceverà stasera un premio per il 57th Annual Awards Dinner — 2022 World Statesman Award. E anche ciò che non è comunicato nell’agenda, ma citato come programma privato — e che dunque potrebbe portarlo ad incontri di livello con esponenti dell’amministrazione Usa, della Banca Mondiale e della galassia degli investitori — può raccontare di un suo eventuale futuro nelle istituzioni: dalla Banca mondiale alla Nato, passando per i vertici dell’istituzioni europee. Di certo, assisterà all’intervento di Joe Biden di fronte all’Onu. E non può escludersi che possa verificarsi un contatto tra i due.
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