Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/09/2022 a pag.9 l'intervista di Paolo Mastrolilli dal titolo "Il rabbino Schneier: 'L’Italia resti pluralista terra di diritti e dignità' ".
Paolo Mastrolilli
Arthur Schneier
L’Italia è, e dovrebbe restare, «una nazione del ventunesimo secolo, che abbraccia pluralismo, diritti umani e dignità personale». È l’appello lanciato dal rabbino Arthur Schneier, che stasera a New York consegnerà al presidente del Consiglio Mario Draghi il “World Statesman Award 2022” della Appeal of Conscience Foundation.
Perché ha deciso di assegnare questo riconoscimento al premier Draghi e quale contributo egli ha dato alla pace e alla tolleranza? «Il presidente del Consiglio è onorato per la sua multiforme leadership nella finanza e nel servizio pubblico, di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione europea, e perché ha aiutato la cooperazione internazionale. Draghi è un leader con grandi capacità di visione e di unire le persone, e possiede le competenze finanziarie e politiche che sono necessarie per affrontare le complesse questioni economiche, umanitarie e geopolitiche che il mondo deve gestire oggi».
In Italia si terranno le elezioni domenica prossima, e secondo i sondaggi è in vantaggio la coalizione di centrodestra, guidata in questo momento soprattutto dal partito Fratelli d’Italia, che deriva dalle formazioni nate nel solco della tradizione storica post fascista.
Quali sono i contributi che il nostro Paese potrebbe dare alla pace, alla libertà di religione e ai diritti umani, considerando tanto lasua storia quanto la sua posizione geografica? «L’Italia è una nazione del ventunesimo secolo, che abbraccia pluralismo, diritti umani e dignità personale».
Purtroppo in questo momento nel cuore dell’Europa si combatte di nuovo una guerra. Lei cosa pensa della decisione del presidente Putin di invadere l’Ucraina, e cosa dovrebbe essere fatto per porre fine a questo conflitto? «Ogni guerra è una tragedia. Il diritto di una nazione sovrana è fondamentale. Come tutte le guerre, anche questa finirà. Ma il prezzo checi vorrà, e la perdita di vite umane di cui sarà responsabile, sono puramente tragiche. Mi rattrista, e rattrista tutte le persone che lottano per un mondo in cui l’unità, la dignità e la fratellanza siano i principi guida a cui dedichiamo la nostra vita».
Violenze e crimini vengono ancora commessi in tutto il mondo, nel nome delle religioni. Perché la fede diventa spesso un ostacolo alla pace e quale sarebbe la chiave per cambiare tutto ciò? «Un crimine commesso in nome della religione è il più grande crimine contro la religione».
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