Testata: Italia Oggi Data: 14 settembre 2022 Pagina: 10 Autore: Diego Gabutti Titolo: «Periscopio 14/09/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 14/09/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Volodymyr Zelensky
Sembra che opprimere sia diventato oggigiorno uno degli obblighi sociali dei governanti e di coloro che li accompagnano. Il sadismo politico è diventato un dovere e una regola. Fernando Pessoa, Sul fascismo, la dittatura militare e Salazar.
Un certo Zelensky ha detto che non avrebbe dialogato con [chi lancia] ultimatum. Gli ultimatum sono propedeutici a condizioni che lui conosce bene, ovvero la capitolazione totale del regime di Kiev alle condizioni della Russia. Dmitrij Medvedev (domenica).
Non avete ancora capito perché combattiamo? Leggete le mie labbra. Senza il gas o senza di voi? Senza il gas. Senza la luce o senza di voi? Senza la luce. Senza l’acqua o senza di voi? Senza l’acqua. Senza il cibo o senza di voi? Senza il cibo. Freddo, fame, buio e sete ci fanno meno paura della vostra «fratellanza e amicizia». Volodymyr Zelensky (lunedì).
Dmitry Palyuga, deputato russo del comune di Smolninskoye, San Pietroburgo, e diversi altri membri del parlamento locale hanno chiesto alla Duma di Stato di mettere sotto accusa il numero uno del Cremlino per quelli che definiscono crimini di tradimento, scrive il Kyiv Independent. Alla base della richiesta c’è il conflitto che ha causato «la morte di migliaia di soldati russi e danneggiato l’economia del Paese». libero.it
Senza scomodare Caporetto, ottanta, novanta chilometri di avanzata in due giorni significa che il fronte russo nel Donbass ha ceduto: di schianto. [E] nessuna autocrazia nella Storia è mai sopravvissuta a una sconfitta. Domenico Quirico, La Stampa.
Putin ha di fatto assunto i poteri d’un dittatore e li utilizza senza scrupoli, ma questa medaglia ha il suo rovescio. Mentre in democrazia basta un voto di sfiducia per mandare a casa anche un drago come Boris Johnson, l’antidoto contro gli errori commessi dal dittatore è il tirannicidio. Putin non rischia soltanto il posto ma anche la pelle. Gianni Pardo, Italia Oggi.
Nelle conversazioni con gli amici italiani mi colpisce come viene utilizzata la parola «pace» rispetto alla guerra in Ucraina. La pace di Salvini, del Papa e di Berlusconi, ma anche di Conte e Fratoianni, è la pace di Putin, è il consenso al «russkij mir» o «pace russa» [...] e alla liquidazione dell’Ucraina da parte di Putin. In Polonia non ci facciamo illusioni sul «russkij mir». In Italia, invece, i fautori della «pace russa» hanno portato alla caduta del governo Draghi. Bartosz Hlebowicz 1, corrispondente dall’Italia del giornale polacco Gazeta Wyborcza (Memorial Italia-HuffPost).
Domenica Giuseppe Conte («basta, sull’invio delle armi l’Italia ha già dato», 17 maggio; «noi pensiamo alla pace, gli altri alle armi», 21 agosto) ha detto d’essere molto contento della controffensiva ucraina: infatti «noi abbiamo sempre appoggiato gli aiuti militari». [Lunedì] Matteo Salvini («noi parliamo di pace, la sinistra di armi», 31 maggio; le «armi non sono la soluzione», 23 giugno) ha detto che a destra «abbiamo sempre sostenuto militarmente l’Ucraina e continueremo a farlo». Mattia Feltri, La Stampa.
Guidato da un ex ufficiale delle forze speciali, la Russia è uno Stato terrorista che non ha nulla a che fare con Puškin, Tolstoj o Brodskij. Ho letto, naturalmente, della cancellazione d’un corso dedicato a Dostoevskij in un’università italiana: è stata una cosa sciocca, ma anche di poca importanza. D’altra parte, non vedo niente di male nel rifiutare di lavorare con artisti russi che per anni si sono dichiarati amici di Putin. Non si può essere amici di un genocida. Bartosz Hlebowicz 2.
Schierati col popolo ucraino fin dal primo giorno […] siamo felicissimi per la controffensiva. Ma non vorremmo che l’entusiasmo per questi primi segnali in controtendenza dopo 202 giorni di predominio russo togliesse lucidità agli strateghi da divano. Marco Travaglio, il Fatto.
L’offensiva degli ucraini non accorcerà la guerra. Putin la renderà più crudele. Titolo della Pravda (Francesco Borgonovo intervista Toni Capuozzo).
La preoccupazione degli italiani in questo momento sono le bollette. Si devono mettere sul tavolo 30 miliardi a debito, adesso. Non capisco perché l’amica Giorgia su questo tentenni. Matteo Salvini (Marco Cremonesi, CorSera).
Ecco il destino che attende il Capitano […]: diventare molto presto il nuovo supereroe della sinistra, lo Zorro degli sconfitti alle prossime elezioni. Chissene importa del sovranismo, del no-vaxismo, del putinismo: i lati oscuri di Salvini […] molto presto torneranno a brillare come accadde al suo predecessore Umberto Bossi [quando] si trasformò in una costola del movimento operaio mollando «Berluscaz»-Berlusconi su istigazione di […] Oscar Luigi Scalfaro. E come dimenticare Gianfranco Fini, beatificato a sinistra per la stessa ragione? Dal «compagno Fini» al «compagno Salvini» il passo sarà molto breve. Ugo Magri, HuffPost.
Giorgia Meloni ha avvertito l’Europa: «È finita la pacchia». E adesso sono cavoli loro. Dove lo trovano un altro Paese al quale appioppare 209 miliardi di prestiti e finanziamenti a fondo perduto? Sebastiano Messina, la Repubblica.
[Con lei al governo] per me finisce la pacchia in Italia. Benedetto Della Vedova, Ansa.
Rischiamo di mandare al governo un partito per cui Benito Mussolini era un buon politico. [Cosa] allarmante anche per l’economia globalizzata. Come ci relazioneremo con le altre fedi? Con i musulmani? Con la comunità ebraica? Potremo far finta di niente quando ci recheremo in Francia, in Grecia oppure in Albania, paesi a cui Mussolini ha fatto la guerra al fianco di Hitler? Sarebbe o no un fattore di oggettivo imbarazzo? Michele Emiliano (Giampiero Calapà, il Fatto).
Nulla si difende con così tanto calore quanto le idee [che non esistono e] in cui non si crede. Leo Longanesi.
Guardiamoci le spalle da chi non ci guarda negli occhi. Roberto Gervaso.