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Il giorno in cui morì l'America e nacque ufficialmente la 'religione di pace e amore'
Commento di Deborah Fait
La morte della regina Elisabetta II ha fatto quasi passare inosservata la data dell’11 settembre, giorno in cui si dovrebbe commemorare, e mai dimenticare, il più efferato attacco all’occidente e al mondo civile. Credo che chiunque abbia più di vent’anni ricordi esattamente dove si trovava quell’ 11 settembre del 2001. L’attentato al World Trade Center, seguito dall’implosione delle due Torri, fu coordinato con altri tre attacchi all’America, quasi simultanei, dei terroristi di Al Qaida. Morirono 2.997 persone, tutti civili innocenti e molti dei loro eroici soccorritori, ma negli anni successivi seguirono altre morti per cancro e malattie respiratorie dovute alle conseguenze dell’attentato, immense nuvole di polvere mista a detriti di vetro, ferro e altri materiali polverizzati e inevitabilmente respirati dai cittadini. I terroristi furono diciannove, gli aerei usati quattro, due contro le Torri, uno contro il Pentagono. Il quarto era diretto contro la Casa Bianca quando, per la reazione coraggiosa di alcuni passeggeri che si ribellarono ai terroristi, si schiantò in Pennsylvania. Il regista di tutto questo disastro fu Osama Bin Laden, ucciso dalle forze speciali americane il 2 maggio del 2011, liberando così il mondo da un vero e proprio demonio che, per odio puro, aveva organizzato molti altri attentati contro varie ambasciate USA. La “morte dell’America” fu decisa da una fatwa lanciata nel 1998 dallo stesso Bin Laden che diede inizio alla “guerra santa” contro chiunque appoggiasse Israele e contro la presenza degli “infedeli” in Arabia Saudita e nel resto del Medio oriente. Tra le altre maledizioni la Fatwa conteneva questo passo “ L’ordine di uccidere gli americani e i loro alleati è un dovere di ogni musulmano, in ogni nazione in cui è possibile farlo, al fine di liberare la moschea di Al Aqsa (!) e la santa moschea di La Mecca dalle loro sporche mani”.
Questo passaggio è la chiara spiegazione della follia che anima l’islam. Le macerie delle Torri stavano ancora fumando quando la Tv israeliana mandava in onda le immagini dei palestinesi che urlavano di gioia e ballavano per le strade, mangiando e distribuendo dolcetti tra le gimkane delle auto e il suono assordante dei clacson. Ricordo di aver pensato inorridita “Ma perché il mondo li ama tanto?” Le macerie delle Torri stavano ancora fumando che in Italia e in Europa iniziarono a circolare le abominevoli voci di un complotto Mossad-Cia, israeliani e americani. “Si sono fatti gli attentati da soli… È stato il Mossad infatti non c’erano ebrei nelle torri”. E, come inebriati da queste ignobili menzogne, gli europei dimenticarono le vittime e il dolore del popolo americano. Era nata, in quello stesso momento, come una maledizione, l’idea della “religione di pace e amore” e la negazione della regia islamica degli attentati. I terroristi che colpivano in Europa venivano descritti dalle TV come “disadattati per colpa del nostro razzismo”. L’America quel giorno non morì ma cambiò, perdendo l’innocenza dell’amor di patria, quello sincero, quello che fa bene al cuore. Oggi si distruggono le statue dei grandi della storia, l’antisemitismo è aumentato in una percentuale spaventosa, i musulmani e le sinistre si tengono per mano, odiano tutto quello che è bianco, cultura compresa. In Europa il “siamo tutti americani” di 21 anni fa si è trasformato in “gli americani vogliono conquistare il mondo…Viva Putin… Zelensky, pagliaccio lecchino di quel vecchio demente di Biden”. L’islam ormai la fa da padrone e il risultato è che anche in paesi storicamente progressisti, sta vincendo la destra. Stufa e stanca dello strapotere, del fanatismo, della prepotenza e violenza musulmana, la gente vota a destra sperando di liberarsene. Rete 4 ha trasmesso sere fa un bellissimo servizio sull’11 settembre, interviste a persone attonite, bianche di polvere, alla disperata ricerca di amici o parenti, gente che camminava come sonnambula, altri che urlavano, piangevano, telefonavano a casa per dire di essere ancora vivi. Alcuni ragazzi di New York, intervistati, dissero quasi piangendo “Quel giorno siamo diventati grandi”. Ma a cosa serve una trasmissione così importante dopo l’una di notte? Chi l’avrà vista? Dopo 21 anni è tutto passato, purtroppo la gente dimentica e dimenticando cade vittima dei negazionisti ammiratori della Russia di Putin e della sua aggressione all’Europa e al mondo. Il mondo, il nostro mondo è cambiato e ci troviamo, come in una grande manovra a tenaglia, tra due barbarie, quella russa del biondo zar e quella islamica.
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