Un appello contestato La Repubblica e il Resto del Carlino riportano le reazioni all'appello dei docenti bolognesi in maniera totalmente diversa.
Testata: La Repubblica Data: 24 febbraio 2003 Pagina: 2 Autore: Jenner Meletti Titolo: «Il giallo della protesta tardiva. Imbarazzo all’ambasciata d’Israele»
L’appello rivolto da un gruppo di docenti dell’Università di Bologna all’esercito israeliano affinché "depongano le armi" non cessa di provocare reazioni.
Il Presidente dell’Associazione Italia-Israele di Bologna, che per prima ha reagito con durezza al vergognoso appello, ha rilasciato a due quotidiani italiani , La Repubblica e il Resto del Carlino, alcune dichiarazioni con l’intento di fare chiarezza e di chiedere una presa di posizione del Rettore Ugo Calzolari su un episodio molto grave che ha coinvolto docenti della sua Università.
Esaminiamo come i due quotidiani hanno riportato la notizia.
A pagina 6 Il Resto del Carlino del 22 febbraio pubblica un articolo firmato m.t. corretto sia nel titolo che nei contenuti. "L’Università si scusa"
Adesso è una sorta di intifada. Non di pietre, ma di lettere, telefonate, e-mail.
Un anno fa circa 120 docenti dell’Alma Mater hanno sottoscritto una lettera aperta alle forze armate israeliane invitandole "a rifiutarsi di continuare ad opprimere il popolo palestinese". La lettera scatena la dura reazione dell’ambasciatore Ehud Gol che scrive con "indignazione e sgomento" al rettore Pier Ugo Calzolari su quell’appello: un autentico macigno.
E l’associazione Italia-Israele fatica a nascondere la rabbia per quell’invito rivolto all’esercito israeliano.
Intanto – spiega il presidente dell’Associazione Massimo palmizio – ci sono arrivate delle e-mail di alcuni nomi contenuti nella lettera che dicono di non averla mai sottoscritta.
…….Palmizio è adirato per questa storia. Ha preso carta e penna e ha scritto ai singoli firmatari dell’appello del marzo 2002 una durissima lettera. Che in copia è stata inviata per raccomandata anche al rettore e all’ambasciata di Israele a Roma. Palmizio ricorda di aver letto quella lettera il 13 febbraio. Ma qualche giorno dopo le firme erano stranamente scomparse dal sito wwww.carta.org. Perché? Il messaggio che vogliamo mandare al Rettore è quello di sapere cosa pensa dei contenuti. E soprattutto cosa può fare per evitare che in futuro si ripetano episodi così disgustosi, sottoscritti da docenti dell’Alma Mater.
Dura anche la reazione dell’on. Fabio Garagnani. "Giustificare gli attacchi kamikaze è da scellerati. Mi scuso a nome di Bologna e dei bolognesi per l’inaccettabile intromissione che Israele ha dovuto subire da alcuni docenti del nostro ateneo. Quello che più mi sconcerta è la giustificazione degli attacchi kamikaze contro l’inerme popolo di Gerusalemme. E questo equivale, che lo si voglia o no, a dare man forte ai terroristi. Esaminiamo ora la medesima notizia come viene riportata su La Repubblica.
Se la fotografia che appare sul Resto del Carlino è corretta, ritrae infatti il Presidente dell’Associazione di Bologna, Massimo Palmizio, quella che viene pubblicata su Repubblica è di ben diverso tenore, confermando ancora una volta l’atteggiamento fazioso di questo quotidiano.
La fotografia riprende un soldato israeliano, truce in volto e armato, che strattona un uomo palestinese dallo sguardo mite.
Perché nelle fotografie che pubblica Repubblica i soldati sono sempre "cattivi" e i palestinesi se non sono bambini, sono donne anziane, in stato di gravidanza o vecchi inermi??
Un’immagine, priva di didascalia, che lancia al lettore un messaggio molto chiaro: se i docenti bolognesi dicono che gli israeliani sono oppressori non è possibile che abbiano ragione?
Guardando quella fotografia il lettore finisce per essere d’accordo.
La scorrettezza di questa immagine non può lasciare dubbi sul contenuto dell’articolo che segue.
E comunque il titolo a pagina 2 della cronaca di Bologna è di per sé molto eloquente. "Il giallo della protesta tardiva. Imbarazzo all’ambasciata d’Israele". Da parte dell’Ambasciata non c’è stato alcun imbarazzo solo una dura presa di posizione; semmai è il Rettore dell’Università che avrebbe dovuto sentirsi imbarazzato!!
Ma per Jenner Meletti, il giornalista che ha firmato l’articolo la questione da dibattere non è il contenuto di quell’appello vergognoso e le ovvie reazioni che ha scatenato bensì: "E’davvero un giallo, la vicenda dell’appello "ad abbassare le armi" rivolto da un gruppo di docenti universitari all’esercito israeliano. Il rebus da risolvere è questo: come mai la protesta contro l’appello è scattata quasi un anno dopo la raccolta di firme e la diffusione dell’appello stesso? Il giornalista non è abituato ai rebus:evidentemente se la protesta non c’è stata prima è perché nessuno ne era venuto a conoscenza. E del resto non ci pare proprio la questione saliente.
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