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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
12.09.2022 IC7 - Il commento di Diego Gabutti: Putinismo e antisemitismo
Dal 4 all'11 settembre 2022

Testata: Informazione Corretta
Data: 12 settembre 2022
Pagina: 1
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «IC7 - Il commento di Diego Gabutti: Putinismo e antisemitismo»
IC7 - Il commento di Diego Gabutti: Putinismo e antisemitismo
Dal 4 all'11 settembre 2022

Anti-Semitism and the New Russian Idea » Mosaic
Vladimir Putin

Non soltanto in Italia, ma in Italia con particolare virulenza, destra e sinistra covano entrambe i sintomi del peggior morbo esotico che possa toccare oggi a una nazione: il filoputinismo (cioè l’ultima mutazione della peste rossobruna che, dopo aver devastato lo scorso secolo, si prova a devastare anche questo). Non è strano che l’Italia sia particolarmente esposta. Sarebbe anzi strano il contrario. Anche ottant’anni dopo il 25 aprile, e trentacinque dopo la caduta del Muro di Berlino, la destra e la sinistra italiane continuano, per il loro istintivo e incorreggibile relativismo ideologico, a non distinguere tra vittime e carnefici, tra libertà e tirannia.

Possiamo rigirarla come vogliamo: non c’è un pericolo fascista, il comunismo è roba passata, basta con gli allarmismi. Giusto. Ma resta il fatto che alle radici delle coalizioni che chiamiamo ottimisticamente «centrodestra» e «centrosinistra» non ci sono il liberalismo o il riformismo sociale ma la Marcia su Roma e la Rivoluzione d’ottobre con qualche spizzico sparso qua e là di dottrina sociale della Chiesa e di moralismo da oratorio. Ogni traccia di laicismo – del partito repubblicano, di quello socialdemocratico, del partito radicale – si è persa nelle paludi di Tangentopoli e della Seconda Repubblica (nelle sue varie e multiformi versioni, da quella barzellettiera di Berlusconi a quella messa a soqquadro dalla setta apocalittica grillista).
Rimane – dopo queste ripetute catastrofi non soltanto «politiche e culturali», come si dice di solito, ma antropologiche: vere e proprie riscritture del DNA nazionale – l’intramontabile tifo per il tiranno e per la giustizia sommaria delle nostre destre e sinistre cosiddette estreme, che occhieggiano al riparo di quelle che passano, senza esserlo, per «moderate». Queste, all’ultimo istante, quando si tratta di scegliere tra la ragion democratica e la nostalgia per Baffone o per i treni in orario, scelgono ogni volta a colpo sicuro la fratellanza di sangue con i peggiori soggetti: la destra accoglie i tifosi di Victor Orbán e i reduci di CasaPound, la sinistra Nicola Fratoianni e Gigetto Di Maio (il primo intende abolire la libertà, il secondo l’ha già fatto). Di «moderato» non c’è più nulla, e neppure di «centrista», a parte i baffi finti e la pallina rossa sul naso d’alcuni leader.

Lista di

Ci sono putiniani – che beffeggiano la resistenza ucraina e non vedono lo scandalo se Putin mette Bucha, Mariupol’ e altre libere città a ferro e fuoco – persino all’interno del cartello elettorale Azione-Italia viva (ma Calenda promette che i suoi candidati putiniani, nel caso fossero eletti, «non si occuperanno di politica estera»). Più precisamente: candidati putiniani e candidati «antisionisti» (gli antisionisti, com’è noto, sono gli antisemiti che non hanno ancora fatto coming out). Gli antisionisti, che nei ranghi renzian-calendiani sono (così si spera) un’eccezione, non lo sono nelle fila pentastellari e neppure in quelle delle più vaste coalizioni di destra e di sinistra, dove la claque filopalestinese, filoislamista e filoterrorista non si stanca di lanciare deliranti accuse di nazismo e «apartheid» contro Israele. Putinismo e antisemitismo sono le due facce della stessa sciagurata deriva ideologica, in Italia come ovunque: l’indifferenza e anzi il disprezzo per la cultura dei diritti, l’idea trucida e ridicola insieme che i «missili ipersonici», il dispotismo asiatico e le smargiassate dei portavoce del Cremlino valgano la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e le libere elezioni.

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Diego Gabutti


takinut3@gmail.com

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