Contro il piagnisteo occidentale: Il libro di Douglas Murray da Le Figaro
Testata: Il Foglio Data: 12 settembre 2022 Pagina: 10 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Il masochismo occidentale dilaga: ecco le ragioni del suo successo»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 12/09/2022, a pag.10, l'articolo 'Il masochismo occidentale dilaga: ecco le ragioni del suo successo'.
Douglas Murray
Stanford, 1987. Il reverendo Jesse Jackson e 500 studenti protestano contro l’introduzione di corsi di “cultura occidentale” all’università. Manifestano gridando: “Hey, hey, ho, ho, Western Civ has got to go” (“la civiltà occidentale deve sloggiare”). Trentacinque anni dopo, questo grido di guerra viene intonato all’interno delle nostre stesse istituzioni: dalle multinazionali ai campus, passando dalle amministrazioni, le scuole, i cinema e i libri di storia – spiega la giornalista del Figaro Eugénie Bastié. Le fondamenta della nostra civiltà, giudicate intrinsecamente razziste, vengono eliminate, sostituite, cancellate. La vergogna di essere bianco si diffonde a macchia d’olio. La situazione è degenerata nel giugno 2020, quando il mondo occidentale, reso nevrotico da mesi di pandemia, è entrato in uno stato di trance antirazzista in seguito alla morte di George Floyd. La spaventosa asfissia di questo nero americano da parte di un poliziotto bianco è diventata l’immagine dei nostri costumi. E’ questo cancro ideologico che il saggista britannico Douglas Murray analizza minuziosamente nel suo libro “Abattre l’Occident”, tradotto per la prima volta in francese per le Éditions de l’Artilleur. Il fenomeno woke (…) è una minaccia che pesa sull’occidente ed è tanto più pericoloso proprio perché non è esogeno, come la guerra o l’epidemia, ma interno, mina le basi stesse delle nostre società e vi semina odio e divisione. E’ probabilmente il miglior saggio sulla questione del masochismo occidentale dai tempi del “Sanglot de l’homme blanc” di Pascal Bruckner.
Poiché appartiene al mondo anglosassone, dove il masochismo occidentale si diffonde con maggior vigore, Murray passa in rassegna le manifestazioni più incredibili di questa strana malattia: dal Progetto 1619 lanciato dal New York Times, che mira a riscrivere la storia degli Stati Uniti facendola iniziare dall’epoca della schiavitù, al ristorante Whistler di Londra minacciato di chiusura in ragione di un affresco giudicato razzista, passando dalle innumerevoli statue divelte nelle capitali occidentali, i suoi esempi sono innumerevoli. Scorrendo le pagine, si capisce che la sfiducia verso i bianchi è ormai istituzionalizzata e sistemica, insegnata nelle scuole, messa in pratica nelle amministrazioni (persino all’interno dell’Fbi vengono dispensati corsi di intersezionalità), promossa dalla pubblicità e nei cartoni animati. Resta una questione. Perché delle teorie così masochistiche, menzognere, puerili e distruttrici si sono diffuse con così tanta rapidità? Douglas Murray ci illumina sulle ragioni di questo successo. Anzitutto, queste teorie riempiono un vuoto. “Mentre tutte le altre grandi narrazioni si sono sfaldate, la religione dell’antirazzismo dà un obiettivo e un senso alla vita”. In seguito, perché questo masochismo trova le sue radici in una tradizione occidentale. L’amore per l’altro, l’esotismo, la tendenza a disprezzare se stessi, a preferire il barbaro all’individuo civilizzato sulla scia dei nostri intellettuali Montaigne e Rousseau. Anche Voltaire trovava delle qualità nella religione musulmana, mentre ripudiava quella dei suoi padri. L’antirazzismo religioso non fa altro che radicalizzare questa vena. Infine, queste teorie della decostruzione seducono per la loro semplicità. E’ infatti infinitamente più facile distruggere che creare, abbattere che forgiare, criticare che fondare, puntare il dito contro gli errori del passato che fabbricare qualcosa da trasmettere. Tocchiamo qui il punto nodale di questo grande movimento che colpisce la nostra tradizione, l’oblio di una qualità che sta alla base di qualsiasi civiltà: la gratitudine. Murray cita le ultime parole del filosofo conservatore Roger Scruton, di cui è uno dei discepoli: “Avvicinarsi alla morte vi permette di conoscere il significato della vita e della gratitudine”. Dobbiamo recuperare questo sentimento di riconoscenza, avere l’umiltà di riconoscere che siamo gli eredi di una civiltà che non ha solo creato dei capolavori che siamo incapaci di eguagliare, ma ha anche prodotto dei progressi scientifici stupefacenti, un comfort e un sistema politico fondato sulla libertà e il diritto che tutti il mondo ci invidia. Del resto, come ricorda Murray, i barconi dei migranti vanno in una sola direzione: l’occidente.
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