Rowling, guai a chi le esprime solidarietà Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 09 settembre 2022 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Rowling radioattiva. Chi le esprime solidarietà diventa un lebbroso sociale»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/09/2022, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo 'Rowling radioattiva. Chi le esprime solidarietà diventa un lebbroso sociale'.
Giulio Meotti
J.K. Rowling
Roma. La più famosa scrittrice inglese, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e lanciato una delle saghe (anche cinematografiche) di maggior successo della storia (Harry Potter), difende la differenza sessuale fra maschi e femmine e afferma che l’autodeterminazione di genere non può cancellare il fatto che donna si nasce e non si diventa. Le inviano minacce di morte, ne bruciano i libri, sui social diventa virale l’hashtag sulla sua morte e, nei giorni scorsi, viene anche additata come la prossima a essere uccisa per essersi schierata con Salman Rushdie. In una situazione normale, difendere ed esprimere solidarietà a J.K. Rowling non sarebbe tutto questo grande atto di coraggio intellettuale. Se non fosse che, nella nostra situazione, solidarizzare con la scrittrice comporta spesso la rovina. Ne sa qualcosa un compositore nominato ai Bafta e sospeso dalla compagnia che ha fondato dopo aver espresso il suo sostegno alla Rowling e alle sue opinioni sulle questioni transgender. Christian Henson ha condiviso un video su Twitter di Graham Linehan, lo scrittore televisivo che si fa chiamare Glinner, in cui ha fatto riferimento a un’azione legale contro la clinica di genere Tavistock a Londra. Mille famiglie si uniranno a una causa per negligenza medica sostenendo che bambini vulnerabili sono stati diagnosticati erroneamente e collocati su un percorso medico dannoso per il cambio di genere. A luglio è stato annunciato che il servizio sanitario inglese avrebbe chiuso la clinica per problemi di sicurezza a seguito di una revisione esterna. Henson ha dichiarato: “Come genitore non posso più tenere la bocca chiusa su questo. Sono pienamente a sostegno di Glinner e @jk_rowling”. Will Evans, amministratore delegato della società Spitfire, ha dichiarato: “Il tweet di Christian ha causato danni alla nostra comunità. Le opinioni di Christian sono solo le sue e come azienda ci impegniamo a costruire un ambiente inclusivo per i nostri dipendenti, collaboratori e clienti. Christian si prenderà una pausa mentre riflettiamo su come andare avanti, e nel frattempo, per favore, accetta le mie scuse a nome di Spitfire Audio”. Rowling ha risposto su Twitter: “Apparentemente Will Evans, il ceo di @SpitfireAudio, non ha letto né il giudizio di Maya Forstater né quello di Allison Bailey. Buona fortuna”. Si riferiva alle sentenze di due distinti tribunali del lavoro che a luglio si sono pronunciati a favore delle donne che avevano espresso opinioni critiche di genere e che per questo avevano perso il lavoro. Henson non è solo. Sasha White è stata licenziata da una agenzia letteraria di New York dopo avere espresso solidarietà a Rowling e aver scritto che “il gender non conformista è meraviglioso; negare il sesso biologico no”. La scrittrice Gillian Phillip ha perso il lavoro per aver espresso solidarietà alla Rowling. Quaranta attiviste per la libertà di parola hanno scritto al Times raccontando di dozzine di donne in Inghilterra che hanno subìto azioni disciplinari sul lavoro per aver messo in discussione la teoria gender ed espresso solidarietà a Rowling. La lettera sul Times è stata coordinata da Maya Forstater, una consulente fiscale che ha perso il lavoro dopo aver twittato: “Gli uomini non possono diventare donne”. Forstater, che ha fatto appello e vinto a Londra contro il suo licenziamento, ha detto che dozzine di donne l’hanno contattata – “insegnanti, agenti di polizia, lavoratori sindacali”. Una donna è stata disciplinata dopo aver difeso la Rowling nei dibattiti con i colleghi. Un editoriale su Nature Human Behaviour dimostra quanto questa ideologia abbia corrotto anche la scienza. Il titolo, “La scienza deve rispettare la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani”, è un banale truismo. Lo ha scritto il direttore della rivista, Stavroula Kousta: “Alcuni sostengono che dovremmo valutare la ricerca solo sulla base di solidità e merito scientifico. Non sono d’accordo. La ricerca può stigmatizzare individui o gruppi. Può essere discriminatoria, sessista o omofoba”. Il professore di Psicologia di Harvard e autore di bestseller, Steven Pinker, ha risposto: “Giornalisti e psicologi prendano nota: Nature Human Behaviour non è più una rivista scientifica sottoposta a revisione, ma una sostenitrice di un credo politico. Come facciamo a sapere che gli articoli sono controllati per verità e non per correttezza politica?”.
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