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israele.net Rassegna Stampa
04.09.2022 Il brutto volto antisemita del sostegno pro-palestinese
Analisi di Fred Maroun

Testata: israele.net
Data: 04 settembre 2022
Pagina: 1
Autore: Fred Maroun
Titolo: «Il brutto volto antisemita del sostegno pro-palestinese»
Il brutto volto antisemita del sostegno pro-palestinese
Analisi di Fred Maroun

(da Israele.net)

Fred Maroun - Home | Facebook
Fred Maroun

Abu Mazen corregge il tiro dopo le dichiarazioni su Israele: «L'Olocausto è  il crimine più odioso della storia moderna». Indignazione di Lapid e Scholz  - Open
Abu Mazen

Alcuni giorni fa il governo canadese ha tagliato i fondi a un cosiddetto gruppo antirazzismo dopo che è stato rivelato che un membro del gruppo aveva pubblicato materiale antisemita sui social network. Il membro in questione, il “consulente senior” Laith Marouf, aveva twittato: “Conoscete tutti quei sacchi di feci umane starnazzanti, vale a dire i suprematisti bianchi ebrei. Quando libereremo la Palestina e loro dovranno tornare da dove sono venuti, torneranno a essere le pigolanti puttane di padroni suprematisti bianchi cristiani/laici”. Ci si aspetterebbe che chi riceve finanziamenti dal governo sia un po’ più discreto o che cerchi di mascherare il suo antisemitismo con qualcosa che perlomeno assomigli a una legittima critica a Israele. Ma la realtà è che i post e i commenti pro-palestinesi sui social network raramente nascondono il loro antisemitismo perché sono ben poco incentivati a farlo. I moderatori intervengono solo contro i post antisemiti totalmente palesi, e anche in questo caso non sempre. I post che elogiano i terroristi che uccidono israeliani innocenti in genere non vengono considerati contrari alle norme, anche dopo che sono stati segnalati da molte persone come inappropriati. Di conseguenza, gli attivisti anti-israeliani si sentono perfettamente a loro agio nel pubblicare materiale che istiga all’odio. Sui social network, infatti, criticare i terroristi è più rischioso che elogiarli. L’alto funzionario delle Nazioni Unite Sarah Muscroft è stata recentemente retrocessa per aver twittato questa frase: “Sollevata nel vedere un cessate il fuoco concordato, che pone fine alle ostilità che hanno un impatto sui civili sia palestinesi che israeliani. Il lancio così indiscriminato di razzi della Jihad Islamica che provoca ritorsioni israeliane è da condannare. La sicurezza di tutti i civili è fondamentale: il cessate il fuoco deve essere mantenuto”. Nel maggio 2021, l’allora leader canadese del Partito dei Verdi, Annamie Paul, è stata denigrata sui social network da vociferanti membri del suo partito per non essersi schierata dalla parte di Hamas contro Israele. Da quel momento in poi, Annamie Paul ha dovuto lottare per mantenere la posizione di leader e alla fine si è dimessa, nel novembre dello stesso anno. Paul, che è sia nera che ebrea, ha descritto il periodo da leader del partito come “il periodo peggiore della mia vita”. Essere filo-palestinesi non rende automaticamente qualcuno un antisemita. Se fosse così, allora io sarei antisemita. Ma quando il sostegno pro-palestinese consiste nel negare a Israele il diritto di esistere e di difendersi, allora è certamente antisemita e come sa bene chiunque segua i post su Israele-Palestina sui social network, il sostegno pro-palestinese ricade per la stragrande maggioranza nell’ambito antisemita. Purtroppo il sostegno pro-palestinese non è centrato su come ottenere l’indipendenza statuale per i palestinesi. E’ invece incentrato su una falsa narrativa (di cui ho già scritto in precedenza) che può essere riassunta come segue: gli ebrei sono colonialisti europei che hanno rubato il paese dei palestinesi e se i palestinesi resisteranno abbastanza a lungo, i colonialisti si demoralizzeranno e se ne andranno, così come se ne sono andati altri colonialisti in passato. In altre parole, il sostegno pro-palestinese è centrato su una menzogna antisemita. Nessuno che abbia almeno una conoscenza elementare della storia ebraica può onestamente affermare che gli ebrei appartengano più all’Europa, che ha perpetrato la Shoà nel tentativo di annientare il popolo ebraico, di quanto non appartengano alla Terra d’Israele dove vantano più di 3.000 anni di storia, una storia molto più lunga di quella che possono vantare gli arabi palestinesi sulla stessa terra. E sappiamo tutti che non è mai esistito uno stato arabo palestinese indipendente, e che quando ne è stato offerto uno ai palestinesi con il piano di spartizione delle Nazioni Unite del 1947 e nei successivi negoziati con Israele, loro lo hanno sempre rifiutato. Per guadagnare credibilità tra i sostenitori filo-palestinesi bisogna accettare quella menzogna antisemita, una menzogna su cui si basa tutta la retorica filo-palestinese. Si deve sostenere qualsiasi forma di violenza contro Israele come “legittima resistenza contro l’occupazione”, dove con la parola “occupazione” si intende non solo la Cisgiordania ma tutto Israele. La manifesta fandonia del presidente palestinese Abu Mazen secondo cui Israele avrebbe commesso “50 Olocausti” è stata così scioccante per il cancelliere tedesco Olaf Scholz da lasciarlo senza parole. Di conseguenza, bisogna presumere che Scholz non ha mai letto nemmeno una parte della tipica retorica filo-palestinese sui social network, perché se lo avesse fatto non si sarebbe sorpreso più di tanto per le parole di Abu Mazen. In fin dei conti, la retorica antisemita dei sostenitori filo-palestinesi danneggia i palestinesi più di quanto non danneggi Israele. Indebolisce la causa pro-palestinese demolendone la credibilità. Come ha affermato il ministro della difesa israeliano Benny Gantz, “coloro che cercano la pace devono riconoscere il passato e non distorcere la realtà e riscrivere la storia”. Ma distorcere la realtà e riscrivere la storia è normale routine per i sostenitori pro-palestinesi, per cui qualsiasi persona ragionevole comprende rapidamente che essi non perseguono la pace, ma la distruzione di Israele.
(Da: Times of Israel, 25.8.22)

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