venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
04.09.2022 L'ingerenza russa in Italia
Francesco Bei intervista Luca Colombo

Testata: La Repubblica
Data: 04 settembre 2022
Pagina: 3
Autore: Francesco Bei
Titolo: «'Così noi di Facebook scopriremo e fermeremo le ingerenze dei russi'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/09/2022, a pag.3, con il titolo 'Così noi di Facebook scopriremo e fermeremo le ingerenze dei russi' l'intervista di Francesco Bei.

La disfatta dell'intelligence di Putin: come le spie russe hanno sbagliato  le previsioni sull'invasione dell'Ucraina - la Repubblica
Vladimir Putin

Con 26 milioni di utenti che ogni giorno si collegano in Italia alla piattaforma per informarsi e scambiare opinioni, non c’è alcun dubbio che Facebook sia diventata la principale arena in cui si gioca la campagna elettorale. Con Luca Colombo, scelto oltre dieci anni fa da Mark Zuckerberg per guidare Meta in Italia, facciamo il punto sui social e le Politiche del 25 settembre. A partire dal timore di interferenze russe sul processo democratico. «Siamo pronti a fermare chi volesse provarci – assicura a un tavolino di Villa d’Este, in una pausa dei lavori del forum Ambrosetti – con l’intelligenza artificiale e i nostri team di fact checkers. Dall’elezione di Trump nel 2016 abbiamo appreso la lezione e non ripeteremo gli stessi errori». Il pericolo di una distorsione delle elezioni dall’esterno domina questo scorcio di campagna elettorale, soprattutto dopo che da Mosca sono arrivati segnali precisi di intromissione. Nel 2016 le fabbriche di fake news dei russi contribuirono a portare Trump alla Casa Bianca.

Luca Colombo, Country Manager Facebook Italia intervista
Luca Colombo

Avete già notato qualcosa di strano? «A oggi non abbiamo evidenze di questo tipo, ma la campagna elettorale va avanti e noi teniamo gli occhi aperti. Facciamo tesoro dell’esperienza maturata».

Fate mea culpa per Trump? «Diciamo che da allora abbiamo imparato a dare il giusto peso a certi fenomeni e abbiamo preso le nostre contromisure. Stando comunque attenti a rispettare la libertà di parola: perché chi decide se un’opinione, per quanto estrema, debba essere cancellata o non meriti di essere discussa?».

In cosa consiste la vostra vigilanza contro bot e fake news? «Dal 2016 abbiamo investito 16 miliardi di dollari su questa sorveglianza e abbiamo portato le persone che setacciano e rimuovono i contenuti da 10 mila a 40 mila. Con queste misure abbiamo gestito globalmente ormai più di 100 elezioni nel mondo dal fatidico 2016. Ora questa struttura globale è al lavoro sull’Italia per garantire a tutti gli utenti il libero accesso a informazioni e contenuti verificati».

Le famigerate fabbriche di bot russe sono in azione? «Quello che posso dire è che dal 2018 abbiamo chiuso oltre 150 network di soggetti non trasparenti. Non siamo mai tranquilli, ma l’esperienza ci permette di intercettare subito eventuali forze che provino a interferire con le elezioni».

Come avvengono questi tentativi di interferenza? «La forma più comune è l’utilizzo di account falsi per distribuire informazioni non vere o distorte. Puntano su notizie che dividono fortemente l’opinione pubblica. L’abbiamo visto soprattutto durante la pandemia Covid, quando siamo arrivati a chiudere più di un milione di falsi account al giorno che rilanciavano contenuti No Vax».

Come siete attrezzati per il voto? «Abbiamo in azione oltre 80 fact checkers in tutto il mondo, in Italia sono in tre a lavorare con noi: Pagella politica, Facta news e Open. Se ci accorgiamo che è potenzialmente falsa o non corretta, a quella notizia togliamo subito visibilità e la evidenziamo come falsa. Basta questo affinché il 95% delle persone non la clicchi».

Chi l’ha colpita tra i politici italiani per l’uso di Facebook? «Adesso si sono tutti professionalizzati. Ma anni fa i primi che hanno usato questo mezzo in maniera più “targettizzata/profilata” sono statii Cinque Stelle, la Lega e Renzi. Sono stati questi tre soggetti a capire che il mezzo non solo può raggiungere grandi masse indistinte, ma può essere usato anche per inviare messaggi specifici a determinate categorie».

Un esempio? «Io abitavo in un paesino lombardo vicino Milano. Al tempo dello scontro Pisapia-Moratti, mentre i media tradizionali mi raccontavano solo questo duello, sulla mia bacheca Facebook apparivano i messaggi locali dei candidati del mio Comune, molto più significativi per me perché io non votavo a Milano. È un piccolo esempio di quello che si può fare con la profilazione giusta».

Non pensa che abbiate una responsabilità per i toni sempre più accesi delle discussioni sui social? «Prima le discussioni avvenivano in ambito famigliare o tra amici. Ma anche in queste cerchie ristrette le discussioni si accendono, pensiamo al calcio. Le piattaforme riflettono quello che avviene nella vita reale».

Nella vita reale pochi avrebbero il coraggio di insultare o minacciare sconosciuti faccia a faccia. Invece i leoni da tastiera abbondano… «Su hate speech e discorsi violenti stiamo concentrando la nostra attenzione. Pensi che, grazie all’intelligenza artificiale, oggi siamo in grado di intercettare oltre il 95 per cento di questi contenuti. Il modello è quanto abbiamo fatto con il terrorismo: oggi il 99,3% dei contenuti terroristici viene rimosso subito in maniera proattiva e per i falsi account siamo al 99,7%. Per quella piccola frazione che supera il filtro della tecnologia, abbiamo i nostri team umani in azione».

Non è vostro, ma che ne pensa dello sbarco dei politici sul social cinese Tik Tok? «Chi fa comunicazione vuole raggiungere tutti i segmenti di pubblico, ci sta che i politici ci provino. I risultati? Tutte le prime prove sono soggette a miglioramento, ma all’inizio anche gli approcci su Facebook e Instagram erano un po’ elementari. Intanto il video di Berlusconi è stato visto, a me ne ha parlato mia figlia adolescente… e farsi vedere è il primo passo».

Abbiamo anche notato i messaggi politici di alcune note influencer. Spostano qualcosa? «Il peso politico che hanno è legato ai numeri che fanno. Repubblica è influente anche grazie ai numeri che fa. Se uno o una hanno milioni di follower è scontato che abbiano un peso anche se non parlano di moda, beauty o ricette ma di politica».

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT