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La Repubblica Rassegna Stampa
02.09.2022 Boris Johnson: 'Tutto il mondo libero aiuti l'Ucraina'
Commento di Antonello Guerrera

Testata: La Repubblica
Data: 02 settembre 2022
Pagina: 13
Autore: Antonello Guerrera
Titolo: «Johnson: 'Con Draghi abbiamo fatto di tutto per Kiev. Chi verrà segua le sue orme'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 02/09/2022, a pag.13, con il titolo "Johnson: 'Con Draghi abbiamo fatto di tutto per Kiev. Chi verrà segua le sue orme' ", l'analisi di Antonello Guerrera.

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Boris Johnson

«Nelle prossime settimane sia io che Mario Draghi lasceremo il nostro incarico. Ma sono certo che i nostri successori», in Italia e nel Regno Unito, «comprenderanno la posta in gioco in Ucraina». È l’auspicio, ma anche l’avvertimento, di Boris Johnson, che parla in esclusiva aRepubblica a pochi giorni dal suo addio a Downing Street, martedì prossimo, dopo lo scandalo Partygate. «Perché», continua il primo ministro britannico, «i valori fondamentali alla base della nostra pace e della nostra sicurezza sono minacciati. Dobbiamo continuare a difenderli. Ad ogni costo». Se oltremanica a succedere a Johnson sarà molto probabilmente Liz Truss, ministra degli Esteri falco contro Russia e Cina, in Italia c’è molta più incertezza. Favorita, alleelezioni del 25 settembre, è la coalizione di destra. Ma se la nuova probabile premier Giorgia Meloni giura su atlantismo e sostegno all’Ucraina, il leader della Lega Matteo Salvini, già fan del presidente Vladimir Putin, dubita dell’utilità delle sanzioni contro la Russia. Mentre il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è considerato uno dei politici europei più vicini allo “zar”. Johnson non fa nomi. Ma il suo messaggio è chiaro. «Con l’avvicinarsi dell’inverno», spiega il primo ministro britannico uscente, «il Regno Unito e l’Italia si trovano, ancora una volta, fianco a fianco nell’affrontare le conseguenze globali dell’invasione russa. Il vile blocco delle forniture di grano e la militarizzazione dell’energia da parte di Putin hanno fatto impennare i prezzi di cibo egas». Ed ecco il secondo monito del leader britannico: «Di fronte a tale situazione, si potrebbe essere tentati di ripiegare internamente ed evitare un ulteriore confronto. Ma l’unico modo per sconfiggere un bullo», ossia Putin, «è affrontarlo, mettendo a nudo la sua debolezza, attraverso la nostra forza collettiva». Sull’Ucraina serve dunque una granitica unità occidentale, secondo Johnson, che non dev’essere scalfita nemmeno dal tenebroso inverno alle porte. «Quando nel cuore della notte del 24 febbraio», ci racconta il primo ministro britannico, «Zelensky mi ha chiamato per dirmi che i carri armati russi stavano attraversando il confine, è stato dolorosamente chiaro che, in Europa, stavamo entrando in una nuova e pericolosa era. Putin aveva fatto l’impensabile e l’imperdonabile, iniziando l’invasione militare su larga scala di un Paese sovrano, con l’obiettivo di sottomettere il popolo ucraino con ogni mezzo necessario. Da allora, il nostro continente si è mobilitato per sostenere la difesa dell’Ucraina, per rafforzare la sicurezza del fianco orientale dell’Europa e inasprire la pressione economica sulla macchina da guerra russa». L’anno scorso c’è stata qualche frizione durante le presidenze italo- britanniche di G7, G20 e Cop26. Ma, come ora filtra a Number 10 ,l’ammirazione di Johnson per Draghi è enorme. Non a caso, quando esplose la crisi Covid a inizio 2020, il leader britannico rassicurò la nazione con un mantra: «Salveremo l’economia, whatever it takes », che ha appena compiuto 10 anni. Quando all’epoca chiedemmo a Downing Street se l’ispirazione fosse stato Draghi, la risposta fu: «Beh… ovvio». «Mario Draghi e io», è il cordiale commiato di Johnson al premier italiano altrettanto uscente, «siamo stati fianco a fianco nella Nato e nel G7, impegnandoci a sostenere la libertà e la democrazia in Ucraina e imponendo a Mosca sanzioni senza precedenti. E gli ucraini hanno dimostrato, con spirito indomito, che combatteranno coraggiosamente per la libertà, respingendo senza sosta la potenza dell’esercito russo». Accompagniamo poi Johnson alla centrale nucleare di Sizewell, poco fuori Leiston (Inghilterra orientale), sul Mar del Nord, dove il leader britannico annuncia 800 milioni di euro per un nuovo reattore, «contro la miopia verso l’energia atomica». Gli chiediamo del pericolo Zaporizhzhia: «La centrale dovrebbe tornare il prima possibile in mani ucraine». E cosa ne pensa della controffensiva ucraina a Kherson? È la svolta? «Non dobbiamo mai minimizzare quanto di eroico hanno già fatto gli ucraini. Non ho mai visto in tempi recenti una differenza così netta tra giusto e sbagliato. Spero e prego che, alla fine, ce la facciano a espellerei russi dai territori occupati».

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