Gli umoristi che facevano ridere Hitler Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 01 settembre 2022 Pagina: 12 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Gli umoristi che facevano ridere Hitler»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 01/09/2022, il commento di Roberto Giardina dal titolo "Gli umoristi che facevano ridere Hitler".
Roberto Giardina
La satira dovrebbe essere sempre contro il potere. La realtà è diversa, qualche umorista cede per soldi o per paura, e si mette dalla parte del più forte. Hitler ogni settimana dava almeno un´occhiata a “Simplicissimus”, il cui simbolo era un bulldog che avrebbe dovuto difendere i diritti dei deboli, e si faceva una risata sulle caricature dei suoi nemici, Winston Churchill visto come un ubriacone, o uno Stalin dai baffoni smisurati. A Colonia si è aperta una mostra sulla rivista satirica, “Der Neue Simplicissimus 1954-1967- Satire für di Bonner Republik”, al Kähte Kollwitz Museum (fino al tre ottobre). Qualcuno protesta: gli umoristi che piacevano al Führer, dopo la guerra, continuarono a lavorare nella giovane e democratica Repubblica Federale. Il bersaglio preferito divenne il Cancelliere Konrad Adenauer, conservatore e cattolico. Era di Colonia, e il suo monumento si trova a cento metri dal museo. In una copertina del ´55, disegnata da Erich Kohler, si vede Adenauer con la tonaca da prete marciare sottobraccio, tra i suoi collaboratori in divisa e elmo chiodato. Il disegnatore prese ispirazione da una foto del 1913 del Kaiser Wilhelm tra i suoi figli e ufficiali. Una denuncia del riarmo deciso da Adenauer a dieci anni dalla fine della guerra. “E´uno scandalo, che si renda omaggio ai voltagabbana”, scrivono i visitatori ai giornali e al museo. Un´altra caricatura mostra il Cancelliere con il kepì, per denunciare l´amicizia don De Gaulle. Il primo numero di Simplissimus uscì il quattro aprile del 1896, e fu un successo della rivista fondata da Albert Langen. Il settimanale andava esaurito, e collaboravano noti artisti e scrittori. Le pubblicazioni vennero interrotte durante i quattro anni di guerra, per spirito patriottico. Non si poteva far ridere mentre i giovani morivano al fronte. Si riprese nel 1919, e Simplicissimus tornò a fustigare i costumi durante la Repubblica di Weimar. All´avvento di Hitler, i nazisti devastarono la redazione, e il 23 marzo del ´33 i proprietari pubblicarono un comunicato per attestare la loro fedeltà al regime. “Simplicissimus” era finito, e apparentemente continuò a sopravvivere fino all´ultimo anno di guerra, il 13 settembre del ´44 la pubblicazione venne interrotta per mancanza di carta. Simplicissismus resuscitò esattamente dieci anni dopo, il primo settembre del ´54, grazie al caricaturista Olaf Iversen che riscattò i diritti della testata con 10mila Deutsche Mark, non poco, circa un milione e mezzo di lire al cambio dell´epoca. Per tredici anni, il settimanale tirò avanti, anche se era stilisticamente legato al passato. Sempre di alta qualità, ma i gusti del pubblico erano cambiati. Le altre riviste satiriche erano più volgari, esplicite, e sessualmente più spinte. Due altri tentativi, negli Anni Ottanta e Novanta fallirono. Nell´agosto del 1961, Berlino viene divisa dal muro, e Manfred Oesterle ritrae Ulrbricht, il capo della Ddr soprannominato “Barbetta di ferro”, mentre guarda oltre il filo spinato, come un padrone di casa che sorveglia il suo giardino. Durante il III Reich, gli umoristi, scrittori e disegnatori, si divisero. Una parte se ne andò in esilio, molti erano ebrei, e una parte si adeguò. Ma non è facile far ridere e conquistare i lettori se si è d´accordo con chi comanda. Anche Olaf Iversen, si denuncia, collaborò con il nazismo, e in una lettera del ´41, si vanta di lavorare per la propaganda del ministero degli Esteri. Nella brochure che accompagna la mostra, si ricorda che Köhler divenne famoso durante la guerra. Non è vero, si denuncia, con il nome d´arte Erik, era stato molto attivo durante il III Reich, e non aveva problemi a fornire alla rivista disegni antisemiti. Dopo la guerra, riuscì a far dimenticare la sua carriera, e riprese a lavorare anche per la Frankfurter Allgemeine. Nel ´54, disegna Churchill in occasione dei suoi 80 anni, con affetto e simpatia, Ma per i nazisti lo avevo rappresentato come un boia. Il disegnatore Paul Weber già negli Anni Venti aveva illustrato libri antisemiti e piaceva a Hitler. Per lo storico dei comics, Eckart Sackmann la mostra “è uno scandalo senza pari”.
Per inviare a Italia Oggi la propria opinione, telefonare: 02/582191, oppure cliccare sulla e-mail sottostante