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Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 01/09/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Michail Gorbačëv Aveva cambiato il mondo alla cieca, quasi d’istinto, mosso più dal senso morale che da una consapevolezza chiara: era un uomo sovietico, arrivato a tastoni alla necessità di distruggere il sistema in cui era nato, ma senza riuscire ad accettarlo. Anna Zafesova, La Stampa. Il caso «Maria Adela» [la spia russa infiltrata negli ambienti Nato a Napoli] è un esempio classico di quelli che vengono chiamati «agenti illegali», ossia persone per le quali vengono spese enormi risorse e sforzi col fine di creare un’identità falsa e mandarle a Ovest. Lavorava così l’Internazionale Comunista negli anni ‘20 e ‘30, e queste tecniche sono state poi assunte dall’Unione Sovietica. […] Si tratta di agenti che costituiscono la base logistica dei servizi segreti: indicano le persone che possono essere reclutate, portano messaggi, fanno da corriere e passano ogni tipo di informazione generale rilevante riguardo al Paese a cui sono stati destinati. Christopher Nehring (Laura Lucchini, la Repubblica). Se la faceva con tizi che conducevano un’esistenza più bizzarra di qualunque fantasia di Harún ar-Raschid, ed era a sua volta immerso in una vita avventurosa degna delle Mille e una notte. Rudyard Kipling, Kim. Kirill Stremousov, funzionario russo nei territori occupati, ha detto che i sabotatori ucraini [«a Kharkiv, Kherson e in altre regioni del Donbas»] erano stati catturati e che la situazione in città era tornata tranquilla. […] Sosteneva di parlare da Kherson, ma dall’analisi dei video, è stato rilevato che si trovava invece a Voronezh, in Russia, e parlava da una stanza dell’Hotel Marriott [dov’era] scappato per paura dell’inizio della controffensiva. Micol Flammini, il Foglio. Maria Alyokina, storica figura delle Pussy Riot, collettivo punk-rock nato a Mosca nel 2011, e che sin da allora protesta contro il regime di Putin, è fuggita dalla Russia vestita da rider e oggi è in Europa per un tour nei teatri di Riot Days, opera rock nella quale racconta la sua storia personale come membro delle Pussy Riot fra azioni nella Piazza Rossa e nella Cattedrale, arresti, tribunali e prigione. La prima protesta del collettivo, nel 2012, fu all’interno della cattedrale ortodossa del Cristo Salvatore a Mosca: una preghiera punk cantata alla Vergine Maria «per liberarci da Vladimir Putin». Pochi mesi dopo la condanna a due anni di carcere, perché colpevole di «teppismo e odio religioso». tg24.sky.it A Milano arrivano le discusse «Pussy Riot». La blasfemia si traveste da arte con la scusa di Putin. Titolo della Pravda, pardon della Verità. Se la nostra campagna elettorale non fosse falsata dalle ingerenze americane, i partiti discuterebbero soltanto della questione fondamentale: le sanzioni dell’Europa contro la Russia, che si sono rivelate sanzioni contro l’Europa, mentre alla Russia non fanno un baffo. Marco Travaglio, Yezhednevnyy fakt. La Russia non ha infrastrutture per dirottare le forniture di metano dall’Europa in Asia: il gasdotto Power of Siberia con la Cina opera al massimo della capacità e non verrà raddoppiato prima del 2030. L’Europa si renderà autonoma dal gas di Putin molto prima. […] Putin può usare il gas contro l’Europa quest’inverno producendo molti danni, ma è un’arma che già dal prossimo anno sarà sempre più spuntata. Mentre le sanzioni occidentali continueranno a mordere. Luciano Capone, il Foglio. Il popolo israeliano è simile a Hitler. [Non un solo Hitler: milioni]. Youness Et Tahiri, consigliere comunale Pd nel Trentino. Non abbiamo sentito proteste Ue per l’assenza di diritti civili nell’Autorità Palestinese, per la popolazione palestinese segregata da una dittatura feroce, per i giornalisti messi in galera, per l’odio contro gli ebrei insegnato nelle scuole, per i campeggi militari riservati a bambini di otto anni, per gli attentati quotidiani che insanguinano le strade di Israele. No, l’Europa si guarda bene dal protestare per la barbarie dei palestinesi contro i civili israeliani di cui fanno strage e contro la stessa popolazione palestinese oppressa dalla dittatura. I suoi «alti rappresentanti», però, danno di matto se Israele chiude le sedi di organizzazioni terroristiche nella propria capitale, Gerusalemme. Deborah Fait, informazionecorretta.com. So per chi votare. Ma non lo dico, sennò mi copiano. Altan, L’Espresso. Matteo Salvini? Abbiamo avuto un dibattito due anni fa in una tv italiana. Mi aspettavo Matamoros, ho trovato Scaramouche: […] un misto tra il capo di un casinò in un film di Scorsese e un membro di secondo piano del clan dei corleonesi. […] Avevo davanti il tipico putiniano europeo che già lasciava che i suoi collaboratori racimolassero rubli e petrodollari a Mosca, che negoziava il futuro del popolo italiano in accordi dietro le quinte appannati dalla vodka e che – tra tutti i travestimenti di cui andava matto (un giorno pompiere, un altro poliziotto, il giorno dopo doganiere) – continuava a preferire le magliette con l’effigie del padrone del Cremlino. Bernard-Henry Lévy, la Repubblica. Il vezzo di parlare di sé in terza persona è intatto: «Il signor Berlusconi ha creato ricchezza, dagli altri politici solo parole». E via con il programma, dalle videocassette a Tik Tok al grido di «una pillola al giorno toglie la sinistra di torno». I contenuti però restano vintage: meno burocrazia, pensioni minime a mille euro, carriere separate tra giudici e pm, flat tax al 23% [e] persino il sempreverde Ponte sullo Stretto. Un’epica allegramente ignorata in primis dai governi berlusconiani, concentrati sulle leggi ad personam. Federica Fantozzi, HuffPost. Ha poche pretese. Ma insistenti. Roberto Gervaso.
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