Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/08/2022, a pag. 14, con il titolo "Israele frena: no all’accordo con l’Iran: 'Non blocca il nucleare e arma Teheran' " la cronaca di Rossella Tercatin.
Rossella Tercatin
La vignetta di Dry Bones, attualissima a proposito dell'intesa con l'Iran sul nucleare. Le parole di Churchill: "Potevate scegliere tra la guerra e il disonore. Avete scelto il disonore e avrete anche la guerra".
Un «pessimo accordo », che non rispetta ciò che avevano promesso gli Stati Uniti e non sarà capace di impedire all’Iran di raggiungere l’arma nucleare, oltre a riempire i forzieri di un regime di terrore, in patria, in Medio Oriente e oltre. Il nuovo accordo fra Teheran e il gruppo dei 5+1 (Usa, Francia, Cina, Russia e Germania) pare sul punto di essere firmato e il governo israeliano è partito all’attacco di ciò che prevede la nuova versione del trattato originariamente firmato nel 2015 e abbandonato da Donald Trump nel 2018. «Lo abbiamo detto agli americani, non è questo ciò che voleva il presidente Biden. Non è di questo che ha parlato durante la sua visita in Israele», le parole del primo ministro israeliano Yair Lapid. Due i punti particolarmente critici per Israele, la fine delle sanzioni, che garantirà miliardi di dollari ai forzieri del regime degli ayatollah e le cosiddette clausole “sunset,” secondo cui, con la progressiva scadenza dell’accordo l’Iran potrà ricominciare ad operare centrifughe avanzate nel 2026 e ad arricchire l’uranio ad alti livelli a partire dal 2031.
«I soldi non verranno usati per costruire scuole o ospedali. Si tratta di cento miliardi di dollari all’anno che verranno impiegati per minare la stabilità in Medio Oriente e diffondere il terrore in tutto il mondo», ammonisce Lapid. «Questo denaro finanzierà le Guardie Rivoluzionarie. Finanzierà i Basij che opprimono il popolo iraniano. Finanzierà più attacchi alle basi americane in Medio Oriente. Sarà utilizzato per rafforzare Hezbollah, Hamas e la Jihad islamica. Questo denaro andrà alle persone che stanno cercando di uccidere autori e pensatori aNew York. E, naturalmente, sarà utilizzato per rafforzare il programma nucleare iraniano». Gerusalemme ha anche ricordato come per stessa ammissione dell’Agenzia atomica internazionale, Teheran non abbia fornito spiegazioni adeguate alla presenza di residui di uranio arricchito trovati in siti che avrebbero dovuto essere dismessida tempo. Così lo Stato ebraico ha lanciato la sua controffensiva diplomatica, tenendo però a sottolineare la sua fiducia in Biden e nella sua amministrazione, marcando la differenza con lo stile dell’ex premier Benjamin Netanyahu che nel 2015 aveva sfidato l’allora presidente Barack Obama a viso aperto. Secondo quanto riportato dalla stampa israeliana, Lapid sta premendo per un incontro con il presidente Usa in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a fine settembre. Nel frattempo si è già recato a Washington il ministro della Difesa Benny Gantz, mentre nei prossimi giorni dovrebbe essere la volta del capo del Mossad David Barnea. Incontrando il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan, Gantz ha espresso le preoccupazioni di Gerusalemme, auspicando miglioramenti all’attuale bozza. Lo Stato ebraico allo stesso tempo continua a lavorare su un piano per un’eventuale azione militare, rivendicando il diritto di proteggere i propri cittadini. «Lo abbiamo chiarito a tutti: se l’accordo verrà firmato, non vincolerà Israele. Agiremo per impedire che l’Iran diventi uno stato nucleare», dice Lapid.
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