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La Stampa Rassegna Stampa
29.08.2022 Ancora crimini russi in Ucraina
Commento di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 29 agosto 2022
Pagina: 22
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «La guerra degli innocenti»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/08/2022 a pag.22 con il titolo "La guerra degli innocenti" l'analisi di Francesco Semprini.

Il titolo omette qualsiasi riferimento alla Russia, responsabile di crimini contro i civili in Ucraina. Una mancanza da segnalare.

Ecco l'articolo:

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Francesco Semprini

Ten military lessons from the war in Ukraine

«Ero alla stazione, c'erano diverse centinaia di persone in fuga dalle regioni orientali, tra loro tanti minori. All'improvviso un boato, un'esplosione a poca distanza, era un bombardamento. Il bambino davanti a me non ha battuto ciglio, si è girato, ha guardato in cielo la nuvola di fumo nero, poi ha preso per mano la mamma ed è salito sul treno, imperturbabile. È questo ciò che più temo, l'assuefazione, l'indifferenza, i traumi che causano il distacco dei più piccoli dal dramma della guerra». Toby Fricker di realtà difficili ne ha viste diverse lavorando con Unicef, l'Ucraina è stata l'ultima in ordine di tempo, la prima linea di questa fase storica, già portavoce nel Paese per l'agenzia Onu proprio quando è scoppiata la guerra. Eppure il suo solido trascorso non gli impedisce di far trasparire angoscia quando parla delle vittime indifese di questo conflitto, più indifese degli altri. «Questa è una crisi senza precedenti, una crisi traumatica, enorme, massiccia - spiega a La Stampa -. Il bisogno è enorme e in continua evoluzione, perché il conflitto cambia continuamente, ma è sempre spietato». Sono almeno 379 i minori uccisi in Ucraina per lo più a causa degli attacchi delle forze russe dall'inizio dell'invasione del 24 febbraio, secondo l'ufficio del Procuratore generale di Kiev. Quelli feriti sono almeno 733. «Queste sono solo le cifre che le Nazioni Unite hanno potuto verificare, ma abbiamo ragione di credere che il numero reale sia molto più alto», spiega l'agenzia Onu per la protezione dei minori. L'uso di bombe, missili ed esplosivi ha causato la maggior parte delle vittime, si tratta di armi che non discriminano tra civili e combattenti, specialmente quando usate in aree densamente popolate come è avvenuto a Mariupol, Luhansk, Kremenchuk e Vinnytsia. «Ancora una volta, come in tutte le guerre, le decisioni sconsiderate degli adulti mettono a rischio estremo i bambini», prosegue Fricker. I sei mesi di conflitto, inoltre, hanno costretto 3,1 milioni di bambini a rifugiarsi nei Paesi vicini, mentre altri tre milioni sono sfollati entro i confini nazionali. A questo occorre aggiungere che tutti i bambini in Ucraina sono stati esposti a eventi profondamente angoscianti e coloro che fuggono dalla violenza corrono un rischio significativo di separazione familiare, violenza, abusi, sfruttamento sessuale e tratta. «Ognuno mostra in qualche modo i segni della guerra, chi è rimasto senza famiglia, chi ha subito traumi, danni fisici, non una singola vita è stata risparmiata. Il punto è capire quanti e quali sono i casi più gravi ed agire in maniera tempestiva», spiega Afshan Khan, direttore regionale Unicef per l'Europa e l'Asia Centrale. «Ho visitato Kiev, Irpin, Bucha, Zhytomyr e Lviv avendo modo di toccare con mano l'enorme impatto che la guerra in Ucraina continua ad avere sui bambini, sia all'interno che all'esterno del Paese, sia nella regione che nel mondo - prosegue -. I numeri sono sbalorditivi e si ripetono. Quasi due terzi dei bambini ucraini sono sfollati, all'interno del Paese o coloro che sono fuggiti oltre confine come rifugiati. Bambini costretti a lasciare case, famigliari, amici, giocattoli e oggetti cari, il tutto derubandoli delle certezze sul futuro: traumi e paure possono avere un impatto duraturo sulla loro salute fisica e mentale». L'Unicef opera dal primo giorno di conflitto in Ucraina per sostenere minori e famiglie ovunque si trovino nel Paese, e continuerà a farlo grazie all'accordo raggiunto col governo di Kiev per estendere il programma fino alla fine del 2023. L'agenzia Onu lavora inoltre con partner su entrambi i versanti delle linee di contatto che operano per raggiungere i bambini con informazioni critiche e forniture e servizi essenziali. La percezione quindi è che la guerra durerà a lungo. «Ci stiamo preparando a tutti i tipi di scenario di breve, di medio e di lungo termine, in questi ultimi mesi abbiamo lavorato intensamente per consentire ai minori di iniziare l'anno scolastico ovunque si trovino all'estero e, compatibilmente alle condizioni di sicurezza in Ucraina, nel loro Paese», racconta a La Stampa Paloma Escudero direttore delle comunicazioni di Unicef. Il sistema educativo ucraino è stato piegato dalla guerra, un istituto su dieci è stato danneggiato o distrutto, altri sono stati utilizzati dai militari come basi, con il risultato che le famiglie non si sentono più sicure a mandare i propri figli a scuola. Nel medio termine l'obiettivo è assicurare i minori in termini di sicurezza, garantire loro il diritto alla salute e l'accesso all'istruzione. Ci sono però criticità all'orizzonte. La prima riguarda il tema delle disabilità: «Sono 91 mila i minori che già prima del conflitto vivevano in strutture dedicate a minori con questo tipo di problemi, che ne è di loro? Dobbiamo identificarli subito per garantirgli l'assistenza di cui hanno bisogno», mette in guardia Escudero. Ci sono poi i minori non accompagnati ed il rischio che diventino vittime del traffico di esseri umani per contrastare il quale sono in corso programmi di addestramento delle polizie di frontiera. C'è quindi il giallo dei minori deportati. «L'Unicef è a conoscenza di notizie sul movimento di bambini dall'Ucraina orientale e sudorientale, compresi alcuni che non sono con i genitori, attraverso il confine verso la Federazione Russa - riferisce a La Stampa Aaron Greenberg, consigliere dell'agenzia sulla Protezione dell'infanzia Europa e Asia centrale -. L'Onu non è stata in grado di verificare nessuno di questi rapporti perché non abbiamo accesso regolare alle aree oltre il confine con la Federazione Russa. Stiamo però cercando con ogni mezzo di capire cosa è accaduto e individuare eventuali violazioni dei diritti fondamentali». C'è infine un altro tema cruciale, quello dei minori combattenti, spiega Afshan Khan: «Non abbiamo visto evidenze di bambini soldato, ma ci sono milizie che arruolano persone di 16 o 17 anni e col prolungarsi delle ostilità, temiamo casi di coscrizione di ragazzi sempre più giovani nelle zone non controllate dal governo di Kiev».

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