Accordo tra Putin e Orban, a Budapest il nucleare di Mosca Cronaca di Giuseppe Agliastro
Testata: La Stampa Data: 28 agosto 2022 Pagina: 21 Autore: Giuseppe Agliastro Titolo: «Accordo tra Putin e Orban, a Budapest il nucleare di Mosca»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/08/2022, a pag.21, con il titolo "Accordo tra Putin e Orban, a Budapest il nucleare di Mosca" l'analisi di Giuseppe Agliastro.
Giuseppe Agliastro
Vladimir Putin
Già nelle prossime settimane, l'agenzia atomica russa Rosatom inizierà a costruire due nuovi reattori nucleari in Ungheria, nella centrale atomica di Paks: ad annunciarlo sono state proprio le autorità magiare, che nel pieno dell'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe del Cremlino, hanno deciso di andare avanti con l'accordo siglato nel 2014. Un'intesa che diversi osservatori considerano un'altra prova dei cordiali rapporti politici tra Putin e Viktor Orban, che a metà luglio, in un'intervista a Kossut Radio, è arrivato a dire che con le sanzioni contro la Russia per la sanguinosa guerra in Ucraina «l'economia europea si è sparata nei polmoni». Le sanzioni Ue non riguardano l'energia nucleare, ma a maggio il consorzio a guida finlandese Fennovoima ha annunciato di aver annullato un accordo con Rosatom per la centrale di Hanhikivi-1 spiegando che il conflitto ha «aggravato i rischi per il progetto». Budapest invece va avanti col suo progetto da 12,5 miliardi di euro - 10 dei quali da finanziamenti di Mosca - che prevede la costruzione di altri due reattori a Paks, dove sono già presenti quattro reattori realizzati negli anni Ottanta. La centrale produce circa il 40% delle forniture energetiche dell'Ungheria e, secondo le autorità magiare, i nuovi reattori raddoppieranno la capacità produttiva della centrale. In Ucraina intanto la guerra continua in tutta la sua atrocità. Desta grande allarme la situazione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove le forze di Mosca e quelle di Kiev si rimpallano nuove accuse di pericolosissimi bombardamenti nella zona. L'operatore ucraino Energoatom - riportano alcuni media internazionali - ieri ha lanciato un chiaro avvertimento: «Ci sono - ha dichiarato - rischi di perdite di idrogeno e polverizzazione di sostanze radioattive, e il rischio di incendi è alto». La Russia da parte sua assicura che i livelli di radioattività «restano nella norma». Sembra legato alla situazione a Zaporizhzhia anche il nulla di fatto col quale si è conclusa la Conferenza Onu per rafforzare il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari. Dopo quasi un mese di lavori, la Russia ha infatti bloccato una possibile dichiarazione congiunta delle Nazioni Unite. Il motivo del secco «niet» di Mosca a quanto pare riguarda una parte del documento in cui si denuncia la situazione attorno alla centrale nucleare ucraina. Nel suo intervento all'Onu, il rappresentante russo ha dichiarato che Mosca «ha un'obiezione chiave su alcuni paragrafi» a suo parere «spudoratamente politici» del testo su cui si stava lavorando all'Onu. Stando ai media internazionali e a fonti interpellate dall'Afp, al Cremlino non sarebbe andata a genio la parte in cui si esprimeva «grave preoccupazione» per gli scontri attorno agli impianti ucraini, compresi ovviamente quelli attorno alla centrale atomica più grande d'Europa, quella di Zaporizhzhia appunto, il cui territorio è controllato dai soldati russi dall'inizio dell'atroce invasione ordinata da Putin. Ma le autorità russe avrebbero respinto la bozza anche, e forse soprattutto, perché denunciava «la perdita di controllo da parte delle autorità ucraine competenti» sugli impianti a causa delle «attività militari» e «il profondo impatto negativo» di esse «sulla sicurezza». Il Trattato di non proliferazione, in vigore dal 1970, viene riesaminato ogni cinque anni dai 191 Paesi firmatari e punta a prevenire la diffusione delle armi nucleari impegnando i paesi aderenti che hanno testate nucleari - tra cui Usa e Russia - a ridurre i loro arsenali e quelli che non hanno armi nucleari a non acquistarne. «In un anno in cui uno Stato dotato di armi nucleari ha invaso uno Stato che non dispone di armi nucleari, una riunione di quasi tutti i paesi del mondo non è riuscita ad agire sul disarmo nucleare», si rammaricano dalla Campagna internazionale per abolire le armi nucleari, mentre c'è chi teme una nuova corsa agli armamenti.
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