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La Repubblica Rassegna Stampa
28.08.2022 Bucha, i racconti dell’orrore: 'I superiori ci ordinavano di uccidere i civili ucraini'
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 28 agosto 2022
Pagina: 14
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Bucha, i racconti dell’orrore: 'I superiori ci ordinavano di uccidere i civili ucraini'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/08/2022, a pag. 14, l'analisi di Daniele Raineri dal titolo "Bucha, i racconti dell’orrore: 'I superiori ci ordinavano di uccidere i civili ucraini' ".

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Daniele Raineri

A Bucha, in Ucraina, è stato infranto il confine tra la guerra e la  barbarie- Corriere.it
Bucha

Il soldato russo Daniil Frolkin di ritorno dal fronte ucraino ha confessato davanti alla telecamera di un sito indipendente di avere commesso crimini di guerra e ha spiegato che i suoi superiori ordinavano a lui e agli altri soldati di uccidere civili ucraini. La sua confessione è un aiuto enorme nelle indagini sui massacri avvenuti alla periferia di Kiev a marzo – quando l’esercito russo tentò di accerchiare e conquistare la capitale – perché Frolkin appartiene alla 64esima Brigata Fucilieri Motorizzati. Si tratta dello stesso reparto accusato di avere ucciso decine di civili a Bucha e fra gli ufficiali indicati da Frolkin c’è anche Azatbek Asanbekovich Omurbekov, il comandante che fin dai primi giorni è considerato uno dei mandanti dei massacri. Frolkin racconta di avere assassinato un civile sospettato di passare informazioni all’artiglieria ucraina, quando la sua unità occupava il piccolo centro di Andriyivka, vicino Kiev, e che altri soldati hanno ucciso altri civili. L’uomo, che aveva l’hobby della fotografia, era stato sorpreso in un cortile, «il cane continuava ad abbaiargli contro, abbiamo capito che non era casa sua. Lo abbiamo preso con altri due. Il comandante ci ha detto di liquidarli. L’ho fatto inginocchiare e gli ho sparato in testa». Il soldato russo è stato rintracciato perché assieme a tre commilitoni ha rubato un telefono cellulare, che ha usato per scattare alcune foto, ma poi lo ha lasciato ad Andriyivka. Quando la proprietaria lo ha recuperato ha trovato le foto e le ha fatte vedere a un giornalista del sito indipendente russo Storie Importanti, che sui social ha trovato nome e identità dei 4 soldati. Da lì il giornalista ha ricostruito la storia di saccheggi e di violenze nel piccolo centro – simile a quello che poi è successo a Bucha, Irpin e altrove – e ha contattato i militari. Frolkin all’inizio non voleva rispondere, poi ha richiamato e ha accettato di parlare per ore davanti a una telecamera. Il soldato russo racconta che il comandante Omurbekov, il cui volto ha fatto il giro del mondo ad aprile quando furono trovati i cadaveri di civili sparsi nelle vie di Bucha, passava la maggior parte del tempo rintanato nel piano interrato di una scuola per non esporsi ai combattimenti, picchiava e minacciava i soldati e chiedeva loro di inventarsi storie di successi inesistenti, con foto posate, da mandare ai superiori. Il soldato spiega perché ha decisodi confessare, anche se è in Russia al riparo da indagini: per rovinare i suoi superiori e impedire che il suo reparto sia mandato di nuovo sul fronte, questa volta a Kherson, nel sud dell’Ucraina, dove i russi intendono resistere ai tentativi dell’esercito ucraino di riprendersi la costa. «Sacrifico la mia vita, dice Frolkin, ma ne salvo duecento o trecento» – i suoi commilitoni. Assieme a lui, anche altri soldati hanno scelto di parlare e l’impressione è quella di un crollo generale di uomini che hanno passato troppo tempo in guerra. La sua brigata, premiata da Putin con il titolo onorifico di “Brigata delle Guardie”, è tra le unità più devastate dal conflitto. Dopo il ritiro da Bucha a fine marzo e dopo pochi giorni di pausa in Bielorussia è stata gettata di nuovo in combattimento vicino alla città di Izyum, a nord della regione del Donbass, dove ha subito perdite spaventose. Gli esperti del think tank Institute for the Study of War che ogni giorno pubblicano un rapporto dettagliato sul conflitto avevano ipotizzato che i soldati fossero stati spediti così in fretta su uno dei fronti più pericolosi in modo da sbarazzarsi di testimoni dei crimini sui civili. A fine aprile le immagini girate da un drone ucraino di alcuni veicoli della Brigata abbandonati in campo aperto e circondati da cadaveri di soldati russi erano state molto rilanciate in Ucraina ed erano state commentate con soddisfazione. Secondo Frolkin, dei 1500 militari che erano partiti a febbraio 400 sono morti e in questi giorni «l’80% dei soldati ancora abili al combattimento sta facendo ricorso e inventa motivi fisici o psicologici per non mettere più piede in Ucraina ». La sua idea è creare uno scandalo così grave da obbligare il comando a non usare il reparto e a tenerlo fermo con discrezione in attesa didecisioni.

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