sabato 21 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Antonio Donno
Israele/USA
<< torna all'indice della rubrica
I negoziati di Vienna a un punto cruciale 28/08/2022
I negoziati di Vienna a un punto cruciale
Analisi di Antonio Donno

Iran could have nuclear weapon within 1 to 2 years: France | Arab News

Nello scorso marzo, il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, aveva affermato che le divergenze tra Stati Uniti e Iran nei negoziati di Vienna erano sul punto di essere superate definitivamente. Qualche giorno fa, invece, lo stesso Price ha dichiarato che v’erano ancora sul tavolo degli accordi diverse questioni da risolvere. Nulla si sa finora dei risultati acquisiti con certezza dalle due parti. In particolare, è difficile dire se i contenuti del Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa) saranno riconfermati all’interno dei nuovi accordi o meno. Questa alternanza continua di notizie è un aspetto poco rassicurante sui contenuti conclusivi dei negoziati di Vienna.

     Vi sono dei contrasti all’interno delle due parti, soprattutto di quella iraniana. Ma anche l’Amministrazione Biden teme che gli accordi, una volta raggiunti, siano contestati all’interno del Senato, cui Biden aveva promesso di sottoporre il risultato finale ad un voto. Mentre i repubblicani si opporranno, quasi certamente, all’approvazione del testo finale, i democratici potrebbero dividersi in due schieramenti contrapposti. Se la parte moderata del partito dovesse giudicare gli accordi troppo favorevoli a Teheran, allora, di conseguenza, si aprirebbe una spaccatura in seno al partito di Biden. Nello stesso tempo, a Teheran, la parte oltranzista, legata soprattutto alle formazioni che sul terreno combattono Israele, potrebbe giudicare quegli stessi contenuti troppo favorevoli agli americani. Soprattutto dopo la recente controffensiva americana contro i Guardiani della Rivoluzione, che ha causato alcuni morti tra i terroristi filo-iraniani. Teheran ha smentito che le formazioni che avevano attaccato la base americana in Siria siano sostenute dal governo iraniano, ma è probabile che la smentita sia dovuta al timore che Washington faccia un passo indietro negli accordi. È molto probabile che le formazioni terroristiche abbiano agito contro gli americani perché contrarie ai contenuti dei negoziati, che temono possano ritardare l’acquisizione definitiva dell’arma nucleare da parte di Teheran per la distruzione di Israele.

How close is Iran to producing a nuclear bomb? - Iran Transition Council

     In realtà, l’Iran ha ormai quasi completato il suo progetto nucleare nel lungo periodo nel quale il negoziato di Vienna si è impaludato per volontà degli stessi iraniani, al fine di acquisire il tempo necessario per il raggiungimento dell’obiettivo. Questo dato non può sfuggire a nessuno ed è sperabile che gli americani ne abbiano tenuto conto nel definire i punti salienti dell’accordo. Tuttavia, tutto dipende da quale parte politica dell’Amministrazione americana abbia avuto il sopravvento nel dibattito interno e da quali contenuti più favorevoli alle richieste di Teheran siano emersi e confermati nel pacchetto negoziale di Washington. Questo fattore è, dunque, di estrema importanza.

     Il Jcpoa sarà riconfermato nella sua sostanza originaria, quella accettata da Obama nel 2015? Quali modifiche saranno apportate? La questione cruciale è, però, questa: gli iraniani accetteranno una verifica completa e sistematica dei loro laboratori nucleari e dello stato del proprio progetto da parte di commissioni neutrali di esperti? L’esperienza induce a ritenere che questo passo non sarà mai fatto da Teheran e, se sarà fatto, sarà tale da non concedere valutazioni oggettive, come è accaduto dal 2015 sino a oggi, periodo nel quale il programma nucleare iraniano ha fatto progressi molto significativi.

     La responsabilità degli Stati Uniti nei negoziati di Vienna è immensa. Se Washington dovesse concedere ancora una volta spazio di manovra ad un regime terroristico come quello di Teheran, le conseguenze sarebbero gravissime per tutto il Medio Oriente. Israele vedrebbe aggravato il pericolo di un attacco nucleare iraniano e i Paesi arabi sunniti che hanno firmato gli Accordi di Abramo si sentirebbero traditi da una potenza, come quella americana, che aveva approvato quegli accordi come un passo decisivo per la stabilità del Medio Oriente. Occorrerà leggere il testo definitivo dei negoziati di Vienna per avere precisa contezza del ruolo svolto dagli Stati Uniti in una questione di capitale importanza per gli equilibri globali.
                                                                                                                                                     
Immagine correlata
Antonio Donno

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT