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Il Messaggero Rassegna Stampa
17.02.2003 Muoiono dei palestinesi. La colpa è di Israele!
Un ordigno destinato a civili israeliani scoppia nelle mani dei terroristi. Ma il quotidiano romano fa finta di non capire ed incolpa gli israeliani della loro morte

Testata: Il Messaggero
Data: 17 febbraio 2003
Pagina: 13
Autore: un giornalista
Titolo: «Gaza e Nablus insanguinate, uccisi sette palestinesi»
La faziosità è visibile fin dal titolo: basti notare il verbo "uccidere". Ma le cose non sono andate esattamente così come viene "descritto" nel titolo. Infatti il giornalista scrive:
Cinque palestinesi sono stati uccisi ieri da una esplosione di natura imprecisata avvenuta in un edificio di Al-Zaitun, un quartiere di Gaza city. Due dei palestinesi morti facevano parte di una famiglia di Gaza nota per i suoi legami con il movimento integralista islamico Hamas
anzichè movimento integralista, lo chiameremmo movimento terroristico.
Secondo i palestinesi dietro l’accaduto ci sarebbe l’esercito israeliano, che in questo modo avrebbe vendicato la morte di quattro dei suoi carristi, provocata sabato a Gaza da una mina scoppiata al passaggio del loro carro armato.
E il giornalista sembra dare credito alla fonte palestinese, affermando che si tratti di una vendetta israeliana. Possibile che al Messaggero non venga in mente nient'altro che la vendetta, come se fosse il vero conduttore di quest'Intifada? Il giornalista crede a questa possibilità , e soprattutto a questa fonte, rendendo così meno veritiera la seconda e cioè:
Non è escluso tuttavia che la morte dei quattro palestinesi sia stata causata dall’esplosione anticipata di un ordigno che stavano confezionando.
Parliamo di due morti che facevano capo al movimento terroristico, parliamo di un’esplosione, e la cosa sembra voglia dire ben qualcosa, ma il giornalista non sembra considerare la possibilità di questa versione, come se preparare degli ordigni fosse del tutto giustificato, in ogni caso e in ogni luogo.
Sempre ieri altri due palestinesi sono stati uccisi e almeno 21 sono rimasti feriti durante l’arresto compiuto dall’esercito israeliano a Nablus (Cisgiordania) di Taysir Khaled, un alto dirigente del "Fronte democratico per la liberazione della Palestina" (FdlP). Nell’operazione militare è rimasto ferito anche un ufficiale israeliano colpito dal fuoco palestinese.
Com’è successo? E perché per arrestare Khaled si è dovuti arrivare alle armi? 21 persone ferite sono davvero tante se si parla di un’operazione di arresto di un singolo!
All’inizio il raid israeliano appariva organizzato per catturare un gruppo di ricercati palestinesi
Gruppo di terroristi?

nascosti in un edificio nel centro di Nablus. Solo in seguito fonti locali
ovviamente le fonti palestinesi sono le più affidabili, a detta del Messaggero
hanno riferito che il vero obiettivo era Khaled, un noto portavoce del Fdlp e membro del Comitato esecutivo dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina). Khaled è stato bloccato da uomini in una unità speciale israeliana entrati di sorpresa nel suo ufficio. Il secondo palestinese ucciso potrebbe essere una delle sue guardie del corpo.
allora si trattava di un’operazione di arresto di uno dei diretti fautori del terrorismo palestinese.
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