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Italia Oggi Rassegna Stampa
25.08.2022 Periscopio 25/08/2022
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 25 agosto 2022
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 25/08/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 25/08/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

https://img2.liberoquotidiano.it/images/2022/02/25/105940790-1b75ce6a-dc53-4d17-b523-87438b5f70ae.jpg
Carlo Rossella sta con Putin

Davanti alle tende erano sparpagliati fucili, sciabole, selle, pugnali, stracci e la bandiera di Maometto, come sopra il campo d’una mischia. Edmondo De Amicis, Marocco.

L’islamismo è una minaccia ideologica. I suoi attori vanno dai fanatici (ISIS) ai totalitari (la Repubblica islamica dell’Iran) fino agli pseudo-amici (la Turchia di Recep Tayyip Erdoğan). Minacciano tramite propaganda, sovversione e violenza. Si mobilitano non soltanto nelle grotte afghane, ma anche in idilliache località turistiche come Chautauqua, New York. Daniel Pipes, danielpipes.org.

Mia moglie è iraniana: lì la donna è al centro della famiglia. Bin Laden? Non era tradotto bene. [Come lo so?] Me lo ha detto mio suocero. Beppe Grillo (2012).

Loquaci sbruffone parigine (e quei Lumpen dello spirito, stremati da yoga, buddhismo e Mao) vanno frugando negli anfratti dell’Islam «segreto», sia esso sufita, sunnita o sciita. Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio.

Non è una semplice questione di somiglianze (il comunismo somiglia all’Islam, che somiglia al fascismo). È che si tratta della stessa cosa: l’idea, antica e incessantemente riproposta, d’una società completamente amministrata. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

È giunto il momento in cui gli Stati Uniti, l’Ue e l’Occidente comprendano come quella in atto in Crimea sia un’operazione di liberazione. Gli stessi russi stanno fuggendo in massa perché si sono resi conto che le forze di Mosca non sono in grado di mantenere il controllo della regione. Sulla Crimea non useremo la via diplomatica, ma quella che si usa per liberare un territorio, ossia la via delle armi. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino (Marta Serafini, CorSera).

Il giorno passò. /All’alba, / avviluppandosi in una cortina di fumo, / gridò nel megafono un marinaio ai marinai: / «Levate l’ancora!» / La voce si spense in una nuvola. /La corazzata puntò verso Odessa, / nel tronco severo / di schizzi arancioni / brillando. Boris Pasternak, La rivolta dei marinai.

Tanto Lenin quanto Stalin consideravano l’Ucraina la piú refrattaria tra tutte le repubbliche. Nel caos del 1918-1920, quando l’amministrazione di Kiev cambiò di mano tredici volte, i bolscevichi la invasero, o reinvasero, in campagne a cadenza annuale. A partire dal colpo di stato di Stalin nel 1929-33, ogni immaginabile istituzione ucraina venne epurata più e più volte. Martin Amos, Koba il Terribile.

La rete televisiva francese LCI ha mandato in onda un documentario storico dal titolo Il sistema Stalin che illustra il massacro degli ucraini ordinato da Stalin e che ha fatto fra i 5 e i 6 milioni di morti. La storia è conosciuta (anche se pochissimo in Italia). […] Sequestro del grano, degli animali, delle sementi. Morti di fame a migliaia. Gli assassinii con un colpo di pistola alla testa, nemmeno la fucilazione. I treni dei deportati. I campi di sterminio contrabbandati da campi di lavoro forzato. Non si capisce l’attuale straordinaria resistenza ucraina se non si conoscono queste immagini. Ma La Rai non le trasmette. Diritto & Rovescio (Italia Oggi).

Ieri, mentre molti propagandisti televisivi invocavano bombardamenti del centro di Kyiv per vendicare Daria Dugina, il presidente del comitato Esteri della Duma Leonid Slursky ha lanciato ai suoi funerali un nuovo slogan: «Un paese, un presidente, una vittoria». Un parallelo imbarazzante con il culto di Hitler [«Ein Volk, ein Reich, ein Führer»] e la frase è stata censurata dalle tv. Anna Zafesova, La Stampa.

I soldati russi usano lo stupro come arma di guerra. Lyudmyla Denisova, commissaria per i diritti umani in Ucraina

Facebook e Twitter hanno rimosso il video dello stupro condiviso da Meloni e Salvini. repubblica.it

Meloni: non mi scuso. Titolo della Stampa.

Giorgia Meloni – cui piace definirsi donna, madre, cristiana – non ha pensato che da qualche parte c’erano dei figli costretti a vedere lo stupro della propria madre. Nadia Terranova, La Stampa.

Non mi allarmano le fiamme, le carnevalate predappiesi, la chincaglieria fascia. Mi allarma la totale, inconsapevole e devastante incultura democratica […] di cui Meloni, col suo losco socio Salvini, è portatrice. Si dà una ripulita con telefonate a banchieri e messaggi poliglotti, ma appena le scatta il riflesso, viene fuori il capobastone. Mattia Feltri 1, HuffPost.

Il prossimo fine settimana a Mosca potrebbero rinascere i berjozka, la rete di negozi duty free riservata in era sovietica al corpo diplomatico. […] Solo lì potranno trovarsi prodotti oramai banditi dalle sanzioni europee: alcolici, profumi, cosmetici o cellulari. Non è il solo retaggio dell’Urss riesumato dopo sei mesi di cosiddetta «operazione militare speciale» in Ucraina. […] Sono ricomparsi anche i chelnokì, i commercianti che fanno la «spola» con l’estero per trovare tutto ciò che manca e rivenderlo in patria. Rosalba Castelletti, la Repubblica.

Sulle sanzioni alla Russia bisogna guardare i numeri: l’avanzo commerciale della Russia è 70 miliardi di dollari, per la prima volta nella storia il sanzionato ci guadagna. Non vorrei che le sanzioni stessero alimentando la guerra. Matteo Salvini.

Sembra di capire che Salvini chieda l’analisi costi-benefici sulla guerra in Ucraina come Toninelli la chiedeva sulla Tav. Carmelo Caruso, il Foglio.

Davanti alle nuove turpitudini che l’operazione speciale perpetrerà (comprensibilmente, vista la piega terrorista della resistenza), il reporter de guera allargherà le braccia spiegando che questo è quel che succede quando ci si sottrae al dovere morale della resa. Iuri Maria Prado, Linkiesta.

Forza Putin! I russi (ma anche molti italiani) sono con te. Carlo Rossella, il Fatto.

La storia darà ragione a Putin. Stefania Modestino D’Angelo, candidata di Azione (!) in Calabria.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Purché s’accontenti. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

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