Tutti i leader occidentali con Zelensky Cronaca di Brunella Giovara
Testata: La Repubblica Data: 24 agosto 2022 Pagina: 2 Autore: Brunella Giovara Titolo: «Tutti i leader occidentali con Zelensky sulla Crimea: 'Deve ritornare all’Ucraina'»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 24/08/2022, a pag.2, con il titolo "Tutti i leader occidentali con Zelensky sulla Crimea: 'Deve ritornare all’Ucraina' ", l'analisi di Brunella Giovara.
A destra: Volodymyr Zelensky
La Crimea deve tornare ucraina, senza se e senza ma, ieri lo hanno detto tutti i leader dell’Occidente, preoccupati per una guerra di cui non si vede la fine. Nel giorno in cui si festeggiava la bandiera nazionale, che «sventolerà di nuovo dove si trova la sua casa, e dove dovrebbe essere di diritto: in tutte le città e paesi temporaneamente occupati», ha detto Zelensky alla cerimonia che si è svolta a Kiev. E cioè il Donbass, la zona di Kherson, la centrale nucleare di Zaporizhzhia ora base militare russa, la Crimea, «dove è iniziata la guerra, e dove finirà», nel 2014. Anche Mosca ha a suo modo festeggiato la ricorrenza, bombardando alcune città, e ieri era anche il giorno dei funerali della figlia di Dugin, uccisa nell’attentato di venerdì scorso. Oggi sarà anche peggio, nella festa dell’Indipendenza dall’Unione Sovietica, e ai 6 mesi dall’invasione. Molte città avranno un coprifuoco rafforzato, molti treni sono stati soppressi. I dipendenti pubblici dovranno lavorare da casa, e in generale si consiglia a tutti di rispettare gli allarmi aerei, di stare nei rifugi, di non sottovalutare la minaccia dei missili che sicuramente arriveranno. L’ambasciata Usa a Kiev ha chiesto a tutti i cittadini americani di lasciare l’Ucraina perché il Dipartimento di Stato sa che «la Russia sta intensificando gli sforzi per lanciare attacchi contro infrastrutture civili e strutture governative». Il presidente polacco Duda ha sfidato la sorte arrivando a Kiev, dove ha incontrato Zelensky. Più o meno nelle stesse ore la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen rendeva omaggioagli ucraini che «danno le loro vite per proteggere i valori europei». Perché il 23 agosto è anche la Giornata del ricordo delle vittime di tutti i regimi totalitari (è la ricorrenza del Patto Molotov-Ribbentrop, 1939), e perché «quest’anno Putin ha riportato in Europa gli orrori della guerra». E alla Conferenza per la Crimea, ha detto chiaramente che «l’Europa non riconoscerà mai l’annessione illegale da parte della Russia. Non solo è stata usata come base militare, ma anche come test per altre brutali annessioni di parte del territorio ucraino». Mai come ora e mai così forte è stato «il desiderio di vedere l’Ucraina membro Ue», compresa la penisola russificata nel 2014, e dalla quale, solo dal febbraio di quest’anno, sono stati sparati 750 missili, ha ricordatoZelensky. Alla Conferenza ha partecipato il presidente del Consiglio Mario Draghi: «La lotta per la Crimea fa parte della lotta di liberazione dell’Ucraina». E così altri leader collegati da remoto, tra cui Boris Johnson e Emmanuel Macron. Insomma la questione è centrale, il segretario di Stato americano Blinken ha ripetuto che quella è terra ucraina, «è stata la nostra posizione nel 2014 e lo resta anche ora». E il presidente turco Erdogan, il “mediatore” tra Putin e Zelensky (anche se al momento senza grande successo) ha ricordato che «la restituzione della Crimea all’Ucraina, di cui è una parte inseparabile, è essenzialmente un requisito del diritto internazionale», oltre che una parte importante di eventuali futuri tavoli di trattativa per la pace. Ora, tutti questi leader sono stati definiti ieri «terroristi o loro complici», senza eccezioni, da Sergej Aksenov, capo della Repubblica di Crimea, uomo di Putin e suo fedele servitore.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/ 49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante