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La Repubblica Rassegna Stampa
19.08.2022 Per chi tifa Putin alle elezioni italiane?
Analisi di Gianluca Di Feo

Testata: La Repubblica
Data: 19 agosto 2022
Pagina: 27
Autore: Gianluca Di Feo
Titolo: «Mosca punta sul 25 settembre»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/08/2022, a pag.27, con il titolo "Mosca punta sul 25 settembre" l'analisi di Gianluca Di Feo.

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Gianluca Di Feo

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Putin con Berlusconi e Salvini

Pensiero stupendo. Per il Cremlino vedere nascere in Italia un governo meno duro verso la Russia è più di un desiderio: rappresenta un obiettivo fondamentale, l’unica maniera per rovesciare l’isolamento creato dall’invasione dell’Ucraina. Mai come ora il nostro Paese è strategico per i piani di Mosca. E, come accade da mesi, l’ex presidente ed ex premier Dmitri Medvedev dà voce ai disegni dei falchi. Per loro Mario Draghi si è rivelato un’amara sorpresa, che ha dato una spinta atlantista e preso la guida della linea dura europea nel sostegno a Kiev. Oggi avere a Roma un esecutivo assai meno ostile può offrire alla Russia l’occasione di aprire una crepa letale nella compattezza della Ue e, nell’ottica del Cremlino, la coalizione di centrodestra presenta le credenziali perfette. Silvio Berlusconi resta l’unica persona in Italia che Vladimir Putin considera un amico personale, il presupposto per qualsiasi relazione politica. Il Cavaliere vanta buoni rapporti anche con gli Usa e in particolare con i vecchi dignitari repubblicani dell’era Bush, ma l’intesa con il nuovo Zar è sempre stata profonda, tra feste private nella dacia, party a Villa Certosa e affari mai chiariti. Il leader di Forza Italia una volta tornato al governo potrebbe essere l’interlocutore ideale per l’ambizione più importante di Mosca: una conferenza che ridefinisca gli equilibri in Europa, riconoscendo il ruolo della Russia come grande potenza.

Nonostante i suoi approcci, invece, Matteo Salvini non è mai riuscito a costruire un’interlocuzione diretta con Putin. La sua dedizione alla causa però è nota: dal gemellaggio della Lega con il partito Russia Unita al tour nella Crimea occupata fino alle oscure trattative finanziarie di Gianluca Savoini all’Hotel Metropol. I recenti incontri con l’ambasciatore Sergey Razov per avventurarsi in un negoziato di pace assieme all’avvocato Antonio Capuano non possono che confermare la buona predisposizione del segretario leghista verso le istanze russe. Per Mosca è più difficile decifrare Giorgia Meloni, la cui vocazione atlantica appare genuina e determinata, senza nessuna tentazione pregressa verso Oriente. Ma al Cremlino contano molto sul “Generale Autunno”, quando l’effetto della crisi economica renderà più difficile tenere fede alle sanzioni e il prezzo del gas avrà un impatto determinante sulle fortune dei governi europei. Chiunque si troverà a Palazzo Chigi dovrà fare i conti con la prospettiva evocata da Medvedev di “case fredde e frigoriferi vuoti”: la lusinga di forniture a costo ridotto potrebbe venire accolta con occhi diversi da un esecutivo populista appena insediato. Quello in cui sperano i russi è che Meloni possa domani imitare il suo alleato, il leader magiaro Orbán, a cui continuano ad elargire consegne di gas supplementari e che si è mostrato ostinato nel frenare le sanzioni di Bruxelles.

L’attenzione per l’Italia infatti non è isolata, ma è prioritaria. La situazione sul campo di battaglia ucraino ha convinto Mosca che non si possa arrivare a una vittoria senza rallentare il flusso di armi diretto a Kiev. In una guerra di logoramento il successo arriva soltanto con il collasso dell’avversario: un traguardo impossibile se proseguirà la consegna all’esercito di Zelensky di sistemi bellici di qualità e quantità mai viste. Mosca sta focalizzando le sue manovre sull’Europa, con le buone e con le cattive maniere. Usa il rubinetto del gas per premere sulla Germania. Fa saltare in aria i depositi delle aziende bulgare che esportano armi a Kiev. Sobilla i suoi referenti serbi in Bosnia e Kosovo. Scaccia le truppe europee dal Mali; si insedia in Sudan; rimette in discussione la produzione petrolifera e il controllo dell’immigrazione in Libia. Anche le operazioni della flotta schierata nel Mediterraneo, che si è spinta fino all’ingresso nell’Adriatico, minacciano la nascita di una grande fascia di insicurezza ai confini dell’Unione. Basta guardare una mappa per rendersi conto come l’Italia sia il fulcro di questa trama: avere a Roma un referente affidabile può mettere nelle mani di Putin la chiave per ribaltare la situazione in Ucraina. E c’è da credere che il Cremlino non risparmierà risorse pur di raggiungere il risultato. La partita è appena cominciata, con una certezza: influenzare la competizione elettorale italiana è vitale per gli interessi della Russia.

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