Passano gli anni ma non la sudditanza al fanatismo
Commento di Deborah Fait
A destra: Abu Mazen
Mi hanno colpita come un pugno nello stomaco, oltre ai ragionamenti antistorici tutti da rivedere, alcuni termini che si possono trovare solo su giornali come il Manifesto. Stefanini mi ha portata indietro nel tempo perché era da tanto che non mi imbattevo in termini come “coloni” se non su alcuni social di odiatori di Israele. Stefanini racconta una storia fantasiosa facendo passare l’idea che i palestinesi siano ancora in attesa spasmodica di avere un loro stato. Purtroppo non è il solo a pensarlo ma è una grande, immensa, deplorevole bugia! I palestinesi hanno avuto varie occasioni di creare un loro stato con l’aiuto di Israele e del mondo intero ma hanno sempre rifiutato perchè il loro obiettivo, di cui non fanno segreto, è eliminare Israele e prendersi tutto.
Questa è la verità da dire, non girarci intorno come se, poveretti, avessero voluto ma non è stato loro permesso. Ricoperti di miliardi come sono, avrebbero potuto costruire un signor stato di Palestina e viverci in pace lavorando e non dedicandosi al terrorismo. Stefanini racconta del piano di partizione del 1947 senza ricordare che anche allora gli arabi rifiutarono sdegnosamente e che gli ebrei accettarono le proposte dell’ONU. Non scrive neppure che poche ore dopo la proclamazione dello Stato di Israele, il paese fu invaso, per la sua distruzione, da cinque eserciti dei paesi circostanti che avevano ordinato agli arabi del luogo di fuggire per tornare da vincitori in un Israele cancellato dalla faccia della terra. Il giornalista scrive che gli arabi di Israele godono di pieni diritti politici e qualche riga più avanti ecco che appare la parola che è il cavallo di battaglia di tanti ignari della realtà e della verità. La parola è “apartheid”. Scrive, contraddicendo le sue stesse affermazioni, che gli arabi sono cittadini di seconda classe, dimenticando che possono diventare giudici della Corte Suprema, generali di Zahal, medici, avvocati, e quant’altro. “Uno Stato che di fatto pratica l’apartheid non è sostenibile”. Vergognosa menzogna e pericolosa affermazione. Un consiglio che mi sento di dare a Stefanini è di raccogliere le idee e mettersi d’accordo con sé stesso, se facesse ordine nel cervello eviterebbe certi termini che cozzano con la verità. Ha fatto caso alle dichiarazioni di Olaf Scholz, cancelliere tedesco, sul termine “apartheid” riferito a Israele? “Non condivido l’uso della parola apartheid”, ha detto rispondendo alle insinuazioni di Abu Mazen.
Quanto a quest’ultimo, c’è molto da imparare da lui. Si può imparare a fare il mandante di stragi, come Monaco 72 e uscirne candido come un giglio, si può imparare a prendere in giro il mondo intero facendo il presidente abusivo per 15 anni e rubando i soldi che il mondo manda per rendere più degna la vita dei suoi cittadini. Abu Mazen impartisce da anni lezioni di brigantaggio senza che le democrazie del mondo dicano una parola. Impunito e rispettato, ricevuto dai grandi dei vari stati. A fianco del cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha osato affermare che Israele avrebbe commesso 50 Shoah dei palestinesi. Lo ha detto dopo che gli è stato chiesto se volesse chiedere scusa per la strage delle Olimpiadi di Monaco. “L’abusivo” ha risposto “se vogliamo concentrarci sul passato fate pure. Io posso citare 50 massacri fatti da Israele, 50 olocausti”. Scholz, naturalmente si è ben guardato di rispondergli per le rime e di andarsene. Solo in seguito ha dichiarato ai giornalisti di essere disgustato da tali affermazioni. “Per noi tedeschi qualsiasi relativizzazione dell’unicità della Shoah è intollerabile”. Yair Lapid, da Israele, ha parlato di “mostruosa menzogna” e Benny Gantz, ministro della difesa di Israele, ha accusato Abu Mazen di mistificare la storia. La mistificazione, bisogna dirlo, è l’arte preferita dei maggiorenti palestinesi che la usano per prendersi gioco dell’intero pianeta.