Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
La giustizia in versione belga L' incriminazione di Sharon e il racconto di come è andata a Sabra e Chatila
Testata: L'Opinione Data: 13 febbraio 2003 Pagina: 3 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Sharon, Sabra e Chatila, la vera storia»
Giornali e TV hanno dato ampio risalto alla decisione della Corte Suprema belga di ammettere un processo a Sharon per crimini contro l'umanità. In merito a questo argomento riportiamo l'articolo di Dimitri Buffa pubblicato su L'Opinione giovedì 13 febbraio 2003 e rinviamo il lettore anche alla nostra analisi del pezzo dell'Unità del 13-02-2003. La corte suprema del Belgio avrebbe dovuto mettere la parola fine ad un improponibile processo contro il premier israeliano Ariel Sharon promosso da alcuni cittadini arabo libanesi per presunti crimini contro l'umanità relativi alla strage di profughi palestinesi dei campi di Sabra e Chatila perpetrata nella notte tra il 16 e il 17 settembre 1982. Al vero colpevole circa un anno fa i siriani hanno chiuso la bocca per sempre usando il metodo che lui stesso aveva brevettato in Libano. Elie Hobeika, l'uomo che guidò le stragi di inermi palestinesi nei campi profughi di Sabra e Chatila il 16 settembre del 1982, era stato infatti dilaniato da una carica di esplosivo a Beirut nella propria abitazione, iperprotetta dai servizi segreti siriani, nel quartiere Hazmiyeh. Hobeika stranamente non era stato citato neppure come testimone nel processo farsa. Come sono invece andate veramente le cose a Sabra e Chatila chi vuole può leggerselo nei capitoli 7 e 8 del libro "From Israel to Damascus", scritto dalla ex guardia del corpo di Hobeikah, Robert Hatem, in codice "Cobra", pubblicato integralmente su internet nel sito "fromisraeltodamascus.com". Il tutto su licenza dell'editore "Pride international publications" di La Mesa in California. Quel libro fu infatti bandito in Libano e lo stesso Hobeikah è riuscito a non farlo pubblicare nemmeno in Francia pagandosi i migliori avvocati con i soldi dell'attuale governo fantoccio di Beirut, telecomandato dal sanguinario dittatore di Damasco Assad. Ci si dimentiche che Hobeikah in Libano è stato fino a due anni orsono un ministro molto importante: prima a capo del dicastero dell'elettricità, poi di quello per la sistemazione dei profughi (visti i precedenti, ndr), infine responsabile dell'aiuto agli handicappati. Secondo il suo ex braccio destro, che adesso vive in luogo segreto, gli eventi di quel maledetto 16 settembre 1982, all'indomani dell'attentato che aveva fatto secco il presidente Bashir Gemayel, "uno che doveva durare 6 anni e che invece restò in carica 20 giorni", sarebbero andate così: "erano stati gli uomini di Maroun Mashaalani, sconvolti dal loro uso regolare e non modico di eroina e cocaina, quella mattina a perpetrare uno dei peggiori macelli che la storia ricordi nel campo di Sabra e Chatila." L'ordine sarebbe partito per iniziativa di Hobeika, che faceva il doppio gioco tra Israele e la Siria. Hobeikah aveva convinto Sharon che in quei campi profughi c'erano "almeno 2000 terroristi dell'Olp". Sharon aveva dato ordine di evacuare i civili e di arrestare i terroristi, se del caso ricorrendo alla forza. Lui invece trasmise al suo sicario e alla banda di miliziani drogati che quest'ultimo comandava un altro comando: "cancellare tutti dalla faccia della terra". Sharon, avuta notizia della strage, alle 6 del mattino - racconta Cobra - "convocò immediatamente me e Hobeikah al quartiere generale". "Lo raggiungemmo - dice oggi Hatem - sul terrazzo di quell'alto edificio prospiciente l'ambasciata del Kuwait... gli ufficiali israeliani intorno a Sharon erano furiosi con Hobeikah, attribuendogli l'iniziativa della strage. Lui rispose che tutto era successo per via dell'oscurità. Sharon urlò: nessuno ti aveva detto di fare questa carneficina, se avessi voluto potevo procedere da solo con i miei carrarmati... qualche minuto dopo, Hobeika ebbe un messaggio sul proprio walkie talkie da uno che disse di essere Paul. Gli chiedeva istruzioni: ci sono donne e bambini che devo fare? E Hobeika rispose, senza sapere che potevo sentirlo, è un problema tuo, non mi chiamare più." "Vista la mala parata e le insignificanti scuse di Hobeikah, Sharon ordinò agli israeliani di aprire il fuoco da quel momento su chiunque si fosse avvicinato a quei campi profughi, ma ormai era troppo tardi." Così finisce il racconto di "Cobra", il guardaspalle di Hobeiklah. "Non posso provarlo - dice oggi "Cobra" - ma per me il piano diabolico era stato concepito dai siriani per fare cadere il governo di Begin in cui Sharon era ministro della difesa". Cosa che puntualmente accadde. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il proprio parere alla redazione dell'Opinione. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.