L'Iran, il terrorismo e l'impunità
Commento di Deborah Fait
È surreale quello che succede nel mondo con l’Iran. Mentre alcuni rappresentanti del governo degli ayatollah siedono di fronte ai loro colleghi europei e americani (dittatura e democrazia a braccetto) per discutere amorevolmente di bombe nucleari, altri rappresentanti dell’”Impero del male” sono membri attivi in molte organizzazioni ONU. C’è di che rimanere interdetti e disgustati nell’apprendere che dal 2019, l’Iran fa parte dell’organizzazione per i diritti umani e per i diritti delle donne. Da una parte assistiamo a un quadretto pacioso e idilliaco di “brave persone” che discutono della pace nel mondo… (progettando la distruzione di Israele… ma questo è un argomento che non interessa a nessuno), i loro alter ego terroristi militanti girano il mondo ammazzando la gente.
L'attentato a Salman Rushdie nella vignetta di Dry Bones: è stato un attacco iraniano a noi tutti!
Entrambi i gruppi, quelli che parlano bevendo il thè a Ginevra, e quelli che fanno saltare in aria o sgozzano gente innocente, sono mandati e finanziati dallo stesso brutale governo degli ayatollah. Esiste ancora quella terza parte del quadretto cui accennavo prima, la più disgustosa, la partecipazione dell’Iran nelle organizzazioni che si occupano della difesa dei diritti umani e dei diritti delle donne. Si può immaginare cosa più surreale, ipocrita e schifosa di questa? Il paese dove non esistono diritti civili, dove le donne vengono impiccate senza tanti complimenti, dove si giustiziano sulle pubbliche piazze anche i ragazzini minorenni, questo paese rappresenta i diritti che rifiuta ai propri cittadini. Il terrorismo internazionale è pagato e sostenuto dagli ayatollah, le organizzazioni più feroci come le varie Jihad islamiche, palestinesi e altre, e Hamas sono finanziate dall’Iran. La spaventosa ondata di antisemitismo che sta colpendo tutto il mondo occidentale da anni, ha il suo quartier generale a Teheran. Si, fa paura questa tolleranza dell’occidente verso il paese più criminale del mondo. Spaventa che nella commissione per i diritti umani e per i diritti delle donne siano potuti entrare paesi come Iran e Nigeria per discutere sull’eliminazione della tortura, sulle esecuzioni indiscriminate, sulla violazione dei diritti umani. È il gioco dell’assurdo che solo un mondo in declino può permettere. Nelle piazze di tutto il mondo libero volano i piccioni, nelle piazze di Teheran volteggiano gli avvoltoi in cerca di prede.
L’Iran ha una lunga storia di violenza, dalla cacciata dello Shah Reza Pahlavi, nel 1979, e il ritorno in patria di Ruhollah Khomeini, leader carismatico, un esaltato immensamente popolare nel suo paese. L’Iran, con la Rivoluzione islamica e la cacciata dello Shah, è diventato la madre di tutti i terrorismi. Chi aiutò Khomeini a ritornare in Iran fu, neanche a dirlo, l’amministrazione Carter, il presidente americano più antisemita, insieme a Hussein Barak Obama. Da quel momento ebbe inizio la guerra per interposta persona contro Israele, la minaccia di distruzione totale, gli attentati contro gli ebrei nel mondo. Il più tragico, quello di Buenos Aires contro la comunità ebraica argentina, nel 1994, che fece 85 vittime e più di 200 feriti. Decine di attentati commissionati dall’Iran, decine, centinaia di morti, eppure il mondo si inchina davanti ai mostri in caftano. A Roma hanno coperto le statue raffiguranti dei nudi per non sconvolgere l’animo delicato del presidente iraniano Rohani, in visita nella capitale, e la spiegazione data dal governo italiano è stata “per una forma di rispetto per la cultura e la sensibilità iraniana”. Vietato anche il vino durante il pranzo ufficiale. Un ignobile fiasco e calata di brache indegna dinnanzi a un dittatore dei più feroci che sarà sensibile ai nudi artistici ma non alle donne e ai ragazzi penzolanti nelle piazze del suo paese. L’Italia ha preferito perdere la dignità pur di guadagnarsi il mercato iraniano. Di crimine in crimine, con il resto del mondo che finge di non vedere e non sentire, arriviamo all’ esecuzione di Salman Rushdie. Era dal lontano 1989 che ambivano al colpaccio dopo la Fatwa emanata dall’Ayatollah Khomeini. Una lunga scia di sangue ha preceduto il tentato assassinio di Rushdie, hanno dato la caccia ai suoi traduttori, al suo editore, tutti, nessuno escluso, feriti o ammazzati. Restava lui, l’autore dei “Versetti satanici” da far fuori “per ridare onore all’islam”. Ora è attaccato a una macchina mentre in Iran la popolazione esulta e balla per le strade e il suo attentatore prega per la sua morte che gli garantirà il paradiso di Allah. Decisamente qualcosa non funziona nel cervello di molti musulmani. Non esiste popolo sul pianeta che festeggi pubblicamente, preda di un’isteria collettiva, la morte di qualcuno, per loro invece è la norma.