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La Repubblica Rassegna Stampa
12.08.2022 Il ruolo della Bielorussia nella guerra in Ucraina
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 12 agosto 2022
Pagina: 17
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «La Bielorussia dopo la Crimea le ipotesi sugli attacchi alle basi aeree dei russi»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/08/2022, a pag. 17, il commento di Daniele Raineri dal titolo "La Bielorussia dopo la Crimea le ipotesi sugli attacchi alle basi aeree dei russi".

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Daniele Raineri

La Bielorussia e i difficili rapporti con l'Europa - Focus.it

Il governo russo sostiene che le esplosioni di martedì all’interno della grande base aerea di Saki, nella Crimea occupata, sono state causate da un incidente e che non ci sono stati danni all’equipaggiamento. Le immagini satellitari uscite mercoledì sera smentiscono questa versione e mostrano tre grandi crateri di venti, venticinque metri al posto di tre depositi che contenevano munizioni e bombe. Inoltre le nuove foto mostrano almeno otto aerei russi distrutti e un nono danneggiato – ciascuno vale decine di milioni di dollari, è la perdita più grave per l’aeronautica russa in un giorno solo dall’inizio dell’invasione. Anche il governo bielorusso, alleato di Putin al quale concede l’uso passivo delle sue basi militare, dichiara che mercoledì – giorno dopo l’attacco in Crimea – c’è stato un incidente dentro all’aeroporto militare di Zyabrauka, a 30 chilometri dal confine, che i russi usano per missioni di bombardamento in Ucraina.Tuttavia molte fonti locali sostengono che ci siano state otto forti esplosioni. Sembra la replica dell’attacco in Crimea, soltanto con meno prove video girate dai passanti – perché la repressione governativa è più stretta. E come in Crimea sarebbe un attacco senza precedenti su un territorio che i russi consideravano sicuro. Un consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, scrive questo messaggio beffardo: «L’epidemia di incidenti tecnici nelle basi aeree in Crimea e in Bielorussia dovrebbe essere considerata dall’esercito russo come un avvertimento: scordatevi l’Ucraina, levatevi la divisa e andate via. Non siete al sicuronella Crimea e nella Bielorussia occupate. Il karma vi trova ovunque». I russi usano la base di Saki in Crimea per bombardare il sud, dove si aspettano da un momento all’altro una controffensiva ucraina per liberare le città vicino alla costa. A giudicare dalle immagini satellitari, martedì qualcosa ha devastato con precisione, a sorpresa e in pieno giorno una posizione militare che per la Russia è strategica. E’ un trauma e questo spiega perché la linea ufficiale è mantenere il silenzio. L’attacco unisce l’efficacia – depositi e aerei distrutti – al valore simbolico, perché la Crimea torna per la prima volta dall’annessione del 2014 a essere un terreno di scontro. I militari ucraini non rivendicano in via ufficiale l’attacco e mantengono una linea vaga, per non rivelare informazioni importanti. Tuttavia, in via anonima, hanno detto alla stampa internazionale di avere usato nuove armi prodotte in Ucraina ( fonte:New York Times e Politico ) eche anche le forze speciali assieme a partigiani locali sono state coinvolte nell’operazione (fonte: Washington Post ).Inoltre hanno fatto circolare una nota sarcastica diretta ai russi, nella quale raccomandano di non fumare dentro i loro arsenali – è una frecciata contro la versione ufficiale dell’affondamento della nave ammiraglia Moskva, che secondo la Difesa russa è stato causato da un incendio a bordo. Per ora l’ipotesi più solida è quella dei missili – di fabbricazione ucraina o arrivati dall’esterno – con un sistema di guida molto preciso. C’è chi sostiene invece che gli incursori ucraini potrebbero avere piazzato esplosivo all’interno della base e che l’esplosione delle cariche nel giro di pochi secondi avrebbe creato l’illusione di un attacco missilistico. C’è anche una terza ipotesi. Gli ucraini quel giorno hanno distrutto quattro batterie di missili S-300 russi, usati per la difesa aerea nel sud. Eliminata quella copertura, gli ucraini avrebbero lanciato raid con gli aerei contro la base rimasta indifesa.

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