Lapid: 'Obiettivi raggiunti' Cronaca di Rossella Tercatin
Testata: La Repubblica Data: 08 agosto 2022 Pagina: 14 Autore: Rossella Tercatin Titolo: «Ancora missili da Gaza ma c’è l’accordo per la tregua. Lapid: 'Obiettivi raggiunti'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/08/2022, a pag. 14, con il titolo "Ancora missili da Gaza ma c’è l’accordo per la tregua. Lapid: 'Obiettivi raggiunti' " la cronaca di Rossella Tercatin.
Rossella Tercatin
Cessate il fuoco: questa la promessa con cui le popolazioni della zona sono andate a dormire, ieri sera, al termine del terzo giorno di ostilità tra Israele e la Jihad Islamica Palestinese, gruppo considerato organizzazione terroristica da Usa, Ue e Israele e di base a Gaza, ma finanziato dall’Iran. La tregua, mediata dall’Egitto con il coinvolgimento di altri attori dell’area, il Qatar e varie organizzazioni palestinesi, doveva iniziare alle otto. Eppure da poco passata l’ora X, la Jihad ha rinnovato i suoi proclami bellicosi, mentre nuovi razzi sono stati lanciati contro il territorio israeliano, dopo che le sirene erano suonate a Tel Aviv e nelle sue vicinanze, incluso l’aeroporto di Ben Gurion. Le voci di un cessate si sono susseguite per tutta la giornata. «Gli obiettivi sono stati raggiunti — non vi è alcun vantaggio nel continuare l’operazione » ha dichiarato il primo ministro israeliano Yair Lapid incontrando i rappresentanti degli enti locali del Sud del Paese, i più colpiti dalla violenza proveniente dalla Striscia. Proprio per proteggerli, Gerusalemme ha lanciato venerdì l’operazione Breaking Dawn (Sorgere dell’Alba), allo scopo di prevenire attacchi imminenti come vendetta dopo l’arresto di Bassem Saadi, uno dei leader della Jihad in Cisgiordania, la scorsa settimana.
Yair Lapid
Secondo fonti palestinesti, Saadi potrebbe essere liberato nell’ambito dell’accordo raggiunto. I raid aerei israeliani hanno centrato diversi obiettivi considerati chiave da Gerusalemme. Altri due leader del gruppo, Tayseer Jabari e Khaled Mansour e vari rappresentanti del suo stato maggiore, insieme a una dozzina di militanti, sono stati uccisi. Colpiti anche 140 target legati alle infrastrutture dell’organizzazione, incluso un tunnel. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza l’operazione ha provocato almeno 41 vittime, tra cui diversi civili. Israele però ha respinto l’accusa di essere responsabile della morte di vari bambini nel campo profughi di Jabaliya (sei secondo fonti palestinesi): a causare l’impatto, secondo quanto dichiarato da una portavoce del governo e supportato da materiale pubblicato dall’esercito, è stato il lancio di un razzo da parte della Jihad caduto in territorio palestinese. Secondo l’Idf almeno otto delle vittime civili palestinesi dall’inizio dell’escalation sarebbero il risultato di attacchi falliti. Dal canto suo, la Jihad ha lanciato più di 900 razzi contro Israele, il 96% dei quali, tra quelli diretti verso aree abitate, intercettati dalle batterie di difesa Iron Dome. Diversi i missili che hanno comunque centrato case o infrastrutture civili, senza provocare vittime. In Israele sono una trentina i feriti come risultato dell’operazione, tutti in modo lieve. Durante la giornata le sirene sono suonate non solo a Tel Aviv ma anche a Gerusalemme. Nella capitale però, dove si temevano tensioni nella Città Vecchia per la ricorrenza ebraica del 9 di Av, la situazione è rimasta tranquilla. Se il cessate il fuoco mediato dal Cairo dovesse tenere, chiudendo le ostilità in meno di tre giorni, l’offensiva militare andrebbe a rappresentare un successo non da poco per Lapid in vista delle elezioni del 1° novembre. In mattinata, l’ex premier Benjamin Netanyahu si è presentato per la prima volta da oltre un anno al briefing di sicurezza cui ha diritto in quanto leader dell’opposizione. «Il governo ha il mio appoggio» ha dovuto dichiarare a malincuore.
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