Testata: Il Foglio Data: 05 agosto 2022 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «'Viva l’occidente'»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/08/2022, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo 'Viva l’occidente'.
Giulio Meotti
Konstantin Kisin
Roma. “Perché l’occidente è migliore”. “Basta sensi di colpa su razza e schiavitù”. “Libertà di parola”. “Giornalisti, non attivisti”. “Dieci modi per distruggere l’occidente”. Alcuni titoli dei capitoli di “An Immigrant’s Love Letter to the West”, il libro del comico inglese nato in Unione sovietica Konstantin Kisin. “Un malessere affligge la società occidentale”. Quel malessere è il senso di colpa. Il nonno di Kisin fu licenziato per le critiche all’invasione sovietica dell’Afghanistan e il bisnonno per aver criticato l’Unione sovietica fu mandato in un Gulag. “Molto prima che la cancel culture diventasse qualcosa in occidente, furono ostracizzati”. All’inizio della guerra in Ucraina, Kisin è apparso sulla Bbc: “Sono orgoglioso di essere inglese. Sono stato orgoglioso di essere russo. La Russia è un paese che ha prodotto alcune delle più grandi opere di letteratura e musica, ma non provo altro che vergogna per il mio paese e per quello che sta facendo. Ho una famiglia in Ucraina che ora viene bombardata e fugge”. Il libro non è il solito peana all’occidente. Ecco perché non se lo è filato nessuno in Italia. “Mentre scrivo queste righe, l’occidente soffre di una pandemia globale. Ma un’altra epidemia si è diffusa nel mondo occidentale e non mostra segni di attenuazione. A differenza del Covid, questo è un virus della mente. Se sei abbastanza fortunato da aver evitato Twitter e non sei un neolaureato, la tua consapevolezza di questo virus potrebbe essere scarsa. Ti invidio”. Eppure, scrive Kisin, potresti aver osservato tutto questo parlare di razza e statue da abbattere. “I bianchi dovrebbero espiare i terribili crimini dei loro antenati. Eppure, come J. K. Rowling ha scoperto, anche la fede nella biologia potrebbe essere la tua rovina”. Kisin racconta la propaganda che subì da bambino. “Mia nonna ricordava che le persone venivano incarcerate per aver inavvertitamente avvolto le patate in un giornale con la faccia di Stalin”. Kisin detesta l’egualitarismo. “Quando i negozi ricevevano le consegne di un particolare tipo di cibo o vestiti, si formavano enormi code. I miei vivevano in un monolocale angusto. Uno dei miei primi ricordi è mia madre che mi sorprese a ingoiare il latte dal cartone e che mi colava sul petto. L’Unione sovietica era una società ‘egualitaria’, ma era anche un fottuto incubo”. Per questo, continua Kisin, “sono ipersensibile alle ideologie di estrema sinistra in occidente”. Abbiamo dimenticato che la prosperità, la sicurezza e le libertà di cui godiamo non sono cadute dal cielo. “La libertà di parola, la sacralità dell’individuo e le pari opportunità sono state costruite su basi filosofiche e morali che hanno resistito alla prova del tempo e difese più e più volte dai nostri antenati”. Bisogna continuare a difenderle.
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