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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 04/08/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 04/08/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

After a week of Russian propaganda, I was questioning everything | PBS  NewsHour

«Ho diciassette anni. Che cosa so di Putin? Che è un judoka di 8º dan. Mi sembra di non sapere altro…» Svetlana Aleksievič 1, Opere II («Voci»).

Vademecum [distribuito ai media russi] su come spiegare le ragioni dell’intervento in Ucraina. Primo: l’offensiva è stata provocata dall’Occidente che ha fornito armi all’Ucraina, diventata il trampolino di lancio per un attacco alla Russia con l’obiettivo secolare d’indebolirla e distruggerla. Secondo: l’obiettivo dell’operazione va oltre la «denazificazione», è una «lotta ai senza Dio». Gli «ukronazi», ossia i «neonazisti ucraini», sostiene il manuale, vanno descritti come «atei, stupratori, rapinatori e assassini», «satanisti e seguaci di culti» che «compiono sacrifici e omicidi rituali». Rosalba Castelletti, la Repubblica.

Erano gli anni trenta, la collettivizzazione… In Ucraina sono morti a milioni… Gli ucraini venivano ammazzati perché si rifiutavano di entrare nei kolchozy. Morivano come bestie al mattatoio. Avevano loro tolto ogni cosa, fino all’ultima briciola… Li avevano circondati con le truppe. Era un unico, immenso campo di concentramento… Si aveva paura a lasciar allontanare i bambini dall’aia. Perché non venissero acchiappati. E i piccoli scavavano la terra dell’orto di casa per trovare i lombrichi e mangiarli. Chi poteva, si trascinava in città, verso la ferrovia. Speravano che qualcuno buttasse loro dai finestrini una crosta di pane… I soldati li respingevano a pedate o col calcio dei fucili. Svetlana Aleksievič 2, Opere II (A proposito dei sussurri, delle grida… e dell’entusiasmo).

L’esecuzione di Ayman al-Zawahiri – [capo di Al-Qaida,] assassino di americani in Africa e l’11 settembre 2001 a New York, permette a Joe Biden di rintuzzare le accuse di fragilità e senescenza, e di guardare alle elezioni di Midterm con [qualche] speranza. […] scoprendo come – sponsor i talebani del clan Raqqani – Zawahiri operasse indisturbato, l’America prende atto che la rete del terrorismo fondamentalista, dimenticata per Covid, inflazione e Ucraina, resta attiva e pericolosa. La fine di Zawahiri, la denuncia dell’ipocrisia dei talebani e perfino le difficoltà seguite alla scorribanda di Nancy Pelosi a Taiwan, dicono che l’America non è il gigante fiacco, guidato da un presidente vegliardo, di certe analisi. Gianni Riotta, la Repubblica.

Pelosi abbaia, la Cina schiera truppe. E il conflitto rischia di danneggiare l’economia Ue. Titolo del Fatto.

La guerra in Ucraina e i suoi sviluppi geopolitici, la pandemia che rialza la testa, l’inflazione che erode gli stipendi, gli obiettivi del Pnrr da portare a termine, la riforma delle pensioni, il taglio del cuneo fiscale, il rigassificatore a Piombino e chi più ne ha più ne metta: tutti temi […] alla mercé di accordi politici che di volta in volta i partiti che si scannano quotidianamente dovrebbero prendere in armonia. Gianni Del Vecchio, HuffPost.

Bonelli e Fratoianni protestano e chiedono un incontro. Di Maio trema perché la sua lista non supererà il 3 per cento e senza il paracadute dell’uninominale rischia di restare fuori dal Parlamento. Perciò dal Pd fanno sapere di essere disposti a dargli il «diritto di tribuna» caricandoselo in lista. Maria Teresa Meli, Corsera.

Immaginate cosa avrebbe detto il Luigi Di Maio del 2018 se avesse visto il Luigi Di Maio del 2022. Claudio Cerasa, il Foglio.

Con una coalizione così ci facciamo ridere dietro. Carlo Calenda (CorSera).

Scelta responsabile [e «coalizione così»] o l’Italia rischia il Venezuela. Carlo Calenda (la Repubblica).

[Per la serie «gazzettieri che hanno studiato a Oxford»:] Archiviato il Campo Largo, si passa al Campo Lardo. Infatti a dettar legge non è il leader con più seggi e consensi, ma con più chili. Marco Travaglio, il Fatto.

I protagonisti negano che ci siano rancori sulla strada del nuovo centrosinistra. Ma vittime del renzismo, quelle sì, ci sono. Come [Enrico Letta e] come Emma Bonino, che risponde seccamente «No» quando le chiedono se vuole Renzi in coalizione. Da Maria Elena Boschi arriva una risposta al veleno. Ricorda che Bonino non fu confermata alla Farnesina proprio da Renzi. Alfonso Raimo, HuffPost.

Cambiare bandiera si può, ma non tanto spesso da dimostrare di non averne nessuna; mancare di parola si può, ma non tanto spesso da svalutarsi completamente; non avere un serio programma politico si può, purché non si dica di averne uno per subito dopo proporne un altro e un altro ancora. La duttilità di Conte dimostra che non crede a niente e ha un solo interesse: sé stesso. Gianni Pardo, Italia Oggi.

Dio, Patria e famiglia non è uno slogan politico ma il più bel manifesto d’amore. Affonda le sue radici nel Pro Aris et Focis di Cicerone: «l’altare e il focolare» che da sempre fondano la civiltà occidentale. Giorgia Meloni (Paola di Caro, Corsera).

L’Idea di patria è generosa, eroica, dinamica, futurista, mentre l’idea di famiglia è gretta, paurosa, statica, conservatrice, passatista. Filippo Tommaso Marinetti.

Non chiedere ciò che puoi fare per il tuo paese. Chiedi cosa c’è a pranzo. Orson Welles.

Un turista si reca a visitare il Muro del Pianto e vede un uomo che si strappa la barba, batte la testa contro il muro, infila messaggi tra le pietre, piange e si agita. Il turista chiede: «Mi scusi, non ho potuto fare a meno di notare la profonda devozione con cui lei si rivolge al muro. Posso chiderle per che cosa prega?» L’uomo davanti al muro risponde: «Prego per la pace, per l’amore e il rispetto reciproco tra tutti i popoli di queste terra». «E pensa che servirà?!» incalza il visitatore. L’uomo risponde: «Be’, è come parlare al muro». Christopher Hitchens e Tony Blair, Processo a Dio.

È l’idea della pace eterna che ci toglie la pace. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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