Francia, la sinistra contro Israele Analisi di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 03 agosto 2022 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «La gauche radicale porta il boicottaggio di Israele al Parlamento francese»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/08/2022, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo "La gauche radicale porta il boicottaggio di Israele al Parlamento francese".
Giulio Meotti
Roma. L’espressione “apartheid israeliana” è entrata nell’Assemblée Nationale francese. Trentasette parlamentari di sinistra hanno firmato una proposta di risoluzione che condanna il “regime di apartheid istituito contro il popolo palestinese da Israele”. La risoluzione che accusa lo Stato ebraico è stata redatta da Jean-Paul Lecoq del Parti Communiste, vicepresidente della commissione Affari esteri. A firmarlo anche Fabien Roussel, che si è candidato alla presidenza. Dieci membri del partito di sinistra La France Insoumise – tra cui Adrien Quatennens, secondo in comando del leader del partito Jean-Luc Mélenchon – hanno dato il loro sostegno alla proposta, insieme a molti Verdi e socialisti. Il parlamentare socialista Jérôme Guedj in dissenso ha affermato che il testo “puzza di odio per Israele”. Il Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche in Francia (Crif) ha definito la risoluzione il “riflesso di un antisemitismo nascosto sotto una maschera antisionista”. Oltre all’accusa di apartheid, i firmatari chiedono la legalizzazione del boicottaggio dei prodotti israeliani. Sul Journal du dimanche, il filosofo Michel Onfray accusa la sinistra di antisemitismo. “Siamo entrati nel terzo periodo dell’antisemitismo: dopo la formula antiebraica cristiana che si riferiva al popolo deicida e la formula anticapitalista, ecco che arriva il momento della formula antisionista che permette alla sinistra del filo spinato di invitare all’odio del popolo d’Israele fin dal 1948 invocando il colonialismo, i crimini contro l’umanità e il regime dell’apartheid”, scrive l’autore di “Decadenza”. “Questo antisionismo deriva da un islamo-sinistra i cui sostenitori negano che esista, perché la negazione è il modo migliore per rifiutare il dibattito: non si discute di ciò che non esiste”. Il Drumont de “La France Juive” avrebbe applaudito, scrive ancora Onfray. “Una mitologia che permette alla ‘sinistra’ di credere di incarnare sistematicamente il campo del bene, della moralità e della virtù, anche quando adorna il suo antisemitismo con un antisionismo già condiviso dal Gran Mufti di Gerusalemme che auspicava ardentemente la vittoria del Terzo Reich”. Ci sarebbe davvero molto da dire sulla panoplia dell’uomo di sinistra, commenta Onfray: “Dall’‘uomo rigenerato’ con il tribunale rivoluzionario e la ghigliottina di Robespierre nel 1793, all’‘uomo destrutturato’ e alla mercificazione del corpo umano e all’acquisto di figli di madri surrogate, una tratta di esseri umani sostenuta oggi da una certa sinistra – ci sarebbe davvero del lavoro da fare”. E Onfray conclude: “A Tel Aviv, dove un amico mi ha ospitato nel quartiere di Jaffa, sono stato svegliato di prima mattina dal richiamo del muezzin dall’alto del minareto di una delle quattro moschee della città! Che strano regime di apartheid in cui la ‘razza palestinese’ può pregare il suo Dio in tutta sicurezza!”. Ci sono quattrocento moschee in Israele, di cui settantatré a Gerusalemme e il loro numero è quintuplicato dal 1988; il 19,6 per cento degli israeliani sono musulmani e il loro numero è decuplicato dal 1948; trecento imam sono pagati dal governo israeliano e migliaia di musulmani servono nell’esercito israeliano; infine, durante il Ramadan i dipendenti pubblici fanno festa. Davvero la più crudele apartheid della storia.
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