Taiwan: alta tensione Cina-Usa Cronaca di Anna Lombardi
Testata: La Repubblica Data: 02 agosto 2022 Pagina: 10 Autore: Anna Lombardi Titolo: «Pelosi verso Taiwan. L’esercito cinese: 'Pronti a combattere e seppellire i nemici'»
Riprendiamo daREPUBBLICAdi oggi, 02/08/2022, a pag.10 con il titolo "Pelosi verso Taiwan. L’esercito cinese: 'Pronti a combattere e seppellire i nemici' ", la cronaca di Anna Lombardi.
Anna Lombardi
La conferma, ieri, è arrivata pure da Taiwan. Un alto funzionario del governo di Taipei lo ha detto a Cnn ,poi un funzionario americano lo ha sussurrato al Wall Street Journal e la notizia è approdata pure sui notiziari di Taipei, trasmessa dalla locale Next Tv :la Speaker della camera Nancy Pelosi non rinuncerà a visitare l’isola “ribelle” che reclama la sua autonomia dal Dragone ma è considerata dai cinesi parte integrante del proprio territorio. E pazienza se la sosta non è indicata nell’itinerario di viaggio diffuso dall’ufficio della leader dem dove invece sono segnalate le tappe di Singapore (dov’era ieri) insieme a Malesia, Corea del Sud e Giappone. Invece, secondo le gole profonde, la delegazione americana – con lei ci sono cinque legislatori democratici, mentre nessun repubblicano ha accettato il suo invito – potrebbe approdare a Taiwan già stanotte, incontrare la presidente Tsai Ing-wen e alcuni attivisti anti Cina, per poi ripartire domani. Pelosi dunque sembra determinata ad andare avanti con quel programma stabilito ad aprile ma sgradito al presidente Joe Biden: che ha fatto garbate pressioni affinché lo cancellasse. Ed è stato costretto addirittura a chiamare l’omologo Xi Jinping sperando di smorzare le tensioni, sentendosi invece rispondere: «Chi gioca col fuoco finisce per bruciarsi». Pechino, d’altronde, lo ha ripetuto più volte: considera la visita della terza carica dello Stato sull’isola una provocazione che non è disposta a tollerare: «Prenderemo contromisure decise e forti a difesa della nostra sovranità e integrità territoriale. Gli Stati Uniti dovrebbero rispettare il principio dell’Unica Cina e mantenere la promessa del presidente Biden di non sostenere l’indipendenza di Taiwan», ha indatti tuonato il portavoce del ministro degli Esteri Zhao Lijian, ieri. Al Pentagono l’allerta è ormai massima e pur di assicurare la sicurezza della Speaker si monitorano 24 ore su 24 le manovre cinesi nella regione. Dove movimenti sono già in atto. Il ministero della Difesa di Taipei ha infatti fatto sapere che ieri quattro caccia J-16 sono entrati nella zona di identificazione aerea dell’isola: incursione comunque non particolarmente anomala nell’area (il 23 gennaio scorso in quei cieli furono registrati 39 aerei da combattimento cinesi).
Taipei, capitale di Taiwan
Allarmano semmai gli annunci di Pechino: le esercitazioni militari al largo delle coste della provincia sud-orientale del Fujian, affacciata sullo Stretto di Taiwan, previsti per oggi e domani, proprio i giorni in cui la Speaker dovrebbe tentare il suo blitz. E altri nel Mar Cinese Meridionale e nel Mar Giallo, zone alle quali proibirà gli ingressi a partire dalla mezzanotte locale di stasera fino, rispettivamente, al 6 e al 7 agosto prossimi. Se possibile ancor più drammatico è l’avvertimento lanciato dal Comando orientale dell’esercito cinese, che ha in carico le operazioni che riguardano Taiwan. Non solo hanno alzato il livello di propaganda pubblicando un video di 2 minuti dedicato alle manovre su larga scala lanciate al largo della costa taiwanese, la stessa area dove in queste ore si è posizionata pure la portaerei americana USS Ronald Reagan. Ma in una nota diffusa sulla piattaforma We-Chat si sono detti «pronti a obbedire all’ordine di combattere, seppellire tutti i nemici in arrivo e avanzare verso una nuova vittoria». Di fattouno dei messaggi più minacciosi mai esternati da Pechino. L’Amministrazione americana ostenta calma: «Non siamo intimiditi dalla inutile retorica cinese», ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ospite al briefing pomeridiano della Casa Bianca. «Il viaggio della Speaker è importante e lo sosteniamo» ha insistito, pur sottolineando che non è confermato. Di sicuro, ha aggiunto, «non ci sono cambiamenti nella nostra politica. Lavoriamo per mantenere un Indo-Pacifico libero, sicuro e aperto. La Cina non usi questo viaggio come pretesto: provocazioni militari sono pericolose perché possono portare ad un errore di calcolo e di conseguenza ad un’escalation».