Germania, in difesa delle centrali nucleari Commento di Daniel Mosseri
Testata: Il Foglio Data: 29 luglio 2022 Pagina: 3 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «Un Verde tedesco di gran peso apre al ricorso temporaneo al nucleare»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 29/07/2022 a pag. 3, l'articolo di Daniel Mosseri dal titolo "Un Verde tedesco di gran peso apre al ricorso temporaneo al nucleare".
Daniel Mosseri
Berlino. “Chiediamo l’immediata revoca dei paragrafi di eliminazione graduale del nucleare e un test della licenza operativa di sicurezza al fine di consentire alle centrali nucleari tedesche di continuare a funzionare”. E’ “la dichiarazione di Stoccarda” siglata da 20 accademici di sette atenei tedeschi. L’appello all’esecutivo aggiunge gravitas scientifica alla pressione politica sul cancelliere Olaf Scholz e sul ministro dell’Economia, il verde Robert Habeck. La Germania non è nuova a cambi in corsa in materia di nucleare: nel 2000 Gerhard Schröder, a cui piaceva il gas, decretò il progressivo spegnimento delle centrali tedesche a fine 2020; nel 2009 Angela Merkel, al governo coi Liberali (Fdp), prolungò fino al 2024 la vita di dieci impianti; nel 2011, il disastro di Fukushima spinse Merkel ad accelerare l’uscita dall’atomo al 2022. Le ultime tre centrali dovrebbero chiudere a dicembre. Ma per la prima volta a Berlino s’immagina un’inversione di marcia. A sostenerla sono stati per primi i Liberali, seguiti dalla Cdu di Friedrich Merz. Poi martedì è successo un fatto nuovo. Ad aprire all’energia atomica è stato il primo ministro del Baden-Württemberg, il verde Winfried Kretschmann. Nato nel 1948, cattolico ed ecologista conservatore, Kretschmann ha portato i Grünen alla guida dell’opulento Land con Stoccarda (e Mercedes e Porsche) per tre volte consecutive, l’ultima nel 2021. Con lui i Verdi si sono consolidati come partito di governo, tutelando l’ambiente e puntando alla sostenibilità senza inficiare lo sviluppo industriale né cedere al mito della decrescita. Al giornalista di Zdf che gli ha chiesto se i Grünen avrebbero continuato a opporsi al prolungamento della vita degli impianti ancora attivi (Isar 2, Neckarwestheim 2 ed Emsland) il governatore ha risposto un po’ seccato: “Nein, nein, nein!”.
Nessun partito vuole il ritorno al nucleare, ma la crisi energetica impone di valutare “un possibile e temporaneo prolungamento delle centrali nucleari ancora in funzione”. Il governatore ha invocato uno stress test sulla sicurezza degli impianti e sulla possibilità tecnica di tenerli ancora aperti. “Esamineremo (i risultati) e decideremo in modo sobrio e razionale”. Nelle stesse ore ha parlato anche il ministro dell’Economia della Baviera Hubert Aiwanger, che rappresenta l’unico Land più ricco del Baden-Wurttemberg e che ha una proposta ancora più estrema: la centrale atomica di Grunderemmingen (a metà strada fra Monaco e Stoccarda) deve essere ricollegata alla rete. “Ne abbiamo bisogno per consentire la sicurezza dell’approvvigionamento di elettricità e il risparmio di gas”, ha detto. A Sabine Enders del Karlsruhe Institute of Technology (Kit), una delle firmatarie della Dichiarazione di Stoccarda, il Foglio ha chiesto perché i professori si siano espressi a favore del nucleare solo adesso. “Perché il corpo accademico non la pensa tutto allo stesso modo e perché siamo nel mezzo di una crisi energetica”. Enders spiega che per integrare solari ed eolico, fonti eccellenti ma incostanti, “o si brucia più carbone e si inquina, o si brucia più gas, ma oggi non si può, o si usa il nucleare”. Ieri la Germania ha puntato sul gas russo a basso costo, “ma oggi la soluzione più rapida per sostenere l’economia è prolungare la vita dell’energia atomica”. Molti politici tedeschi si stanno convertendo all’idea del ricorso solo temporaneo al nucleare. Per gli scienziati, “questa è una riflessione che spetta alla politica e agli ingegneri nucleari: serve una discussione aperta”.
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