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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 28/07/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 28/07/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Il
Giorgia Meloni

I russi hanno trasformato la centrale nucleare di Zaporizhzhia in una guarnigione, con mezzi blindati e lanciarazzi che spesso usano per bombardare l’area – fidandosi del fatto che gli ucraini non risponderanno al fuoco per non colpire la centrale e provocare così un incidente nucleare che riguarderebbe tutta l’Europa. Daniele Raineri, la Repubblica.

«Da un mese e mezzo i russi rapiscono il personale della centrale… li portano negli scantinati, li torturano», dice Orlov, sindaco di Enerhodar, ora in esilio. Ma i rapimenti non hanno fini «bellici», per estorcere informazioni o punire presunti attivisti: «I russi sono in cerca di un bottino, tengono il personale in ostaggio per poi estorcere soldi alle famiglie». Julia Kalashnyk, La Stampa.

Sono circa 1700 i combattenti dell’Azovstal finiti nelle mani dei russi dopo la presa dell’acciaieria di Mariupol a maggio. […] Da allora sono poche le notizie trapelate. lastampa.it.

Molti avversari di Draghi cercheranno, durante la campagna elettorale, di parlare il meno possibile di politica internazionale. Si limiteranno a dire qualche banalità a favore della «pace», glissando sul fatto che la guerra non l’hanno voluta gli occidentali ma Putin. […] Faranno il possibile per non far capire agli elettori che c’è in ballo una scelta di campo. Fra i nemici dell’alleanza occidentale, forse solo i 5stelle assumeranno una posizione chiara, esplicita, pro-Putin. [...] Gli altri, alla domanda «Lei è d’accordo con la politica estera di Draghi?» risponderanno «Sì, ma». Dove il «ma» sta per «ma anche no». Con i ringraziamenti di Vladimir Putin. Angelo Panebianco, CorSera.

Piaccia o non piaccia, la stragrande maggioranza dei comuni cittadini preferisce dar credito a un dittatore che operi, o ne dia la sensazione, in favore della pace piuttosto che a capi democraticamente eletti i quali operino, senza neppure preoccuparsi di nasconderlo, in favore della prosecuzione della guerra. Pietro Dubolino, La Verità.

Covid, guerra, siccità e locuste. Con le piaghe siamo a buon punto. Altan, L’Espresso.

A rendere bizzarro lo scenario è che l’alleanza centrata sull’agenda Draghi escluderebbe proprio Renzi, il leader politico cui dobbiamo Draghi a Palazzo Chigi, per un veto del Pd che a suo tempo fece di tutto per tenere Conte al governo («abbiamo un solo nome: Giuseppe Conte»). Quindi nascerebbe un fronte repubblicano pro Draghi senza il leader che ha preparato, da solo, l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi ma con quelli che non volevano defenestrare Conte per niente al mondo. Un capolavoro della commedia all’italiana. Francesco Cundari, Linkiesta.

[Mentre] la galassia d’Unione Popolare e il cartello de Magistris-Rifondazione Comunista-Potere al popolo invitano il M5S a unirsi alla brigata in vista dell’appuntamento con le urne, […] dal dibattito interno viene fuori [lo stesso] «piano B»: trasformare il Movimento 5 Stelle, nato come «né di destra né di sinistra», nel perno d’una nuova «Cosa Rossa»; e, soprattutto, fare di Conte una specie di «Mélenchon con la pochette». Tommaso Labate, CorSera.

Brunetta basso? Almeno ha gli occhi azzurri, come le razze superiori. Lucia Annunziata (Gustavo Bialetti, La Verità).

Se non si è d’accordo con Berlusconi, dopo aver avuto tanto, lo si dice e si rinuncia a tutto. Io farei così […]. Passare da ministri di Fi a fiancheggiatori del Pd insieme all’estrema sinistra, bah, non riesco a capirlo. [Bah.] Antonio Tajani (Anna Maria Greco, il Giornale).

Giorgia, non t’illudere, non succederà: Salvini e Berlusconi ti fregheranno comunque. Clemente Mastella (Adriana Logroscino, Corsera).

Al momento giusto, con un po’ di perfidia, [Berlusconi] tirerà fuori un sondaggio riservato: Giorgia Meloni candidata premier potrebbe farci perdere le elezioni. Troppo di destra, spaventa gli elettori moderati. Tommaso Ciriaco, la Repubblica.

Acerrimi alleati. Titolo di Repubblica.

Che Fd’I o Lega abbiano qualcosa in comune – a livello ideologico, politico, materiale – con Roberto Fiore e altri [neo, vetero e ultrafascisti] è completamente falso. Francesco Borgonovo, La Verità.

Su CasaPound Ignazio La Russa è tenerissimo: «Un movimento che è stato emarginato dai Soloni di questa Repubblica». Paolo Berizzi, la Repubblica.

La matrice non la conosco. Nel senso che non so quale fosse la matrice di questa manifestazione, sarà fascista, non sarà fascista, non è questo il punto. Giorgia Meloni, 9 ottobre 2021, dopo l’assalto dei militanti di Forza Nuova alla sede della Cgil.

9 luglio, Verona. I militanti fiorentini di Gioventù Nazionale – l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia – sono presenti con uno stand ufficiale alla festa dei neonazisti di Fortezza Europa. Il raduno si chiama Fortress e ha richiamato, anche quest’anno, centinaia di estremisti di destra. Paolo Berizzi, la Repubblica.

Nel 2014 le «tartarughe frecciate» di CasaPound si accostano alla «nuova Lega» di Salvini sostenendo la candidatura di Mario Borghezio alle elezioni europee. [Un anno dopo] Salvini e Simone Di Stefano [di CasaPound] sono sullo stesso palco, allestito in Piazza del Popolo contro il governo Renzi. Bianca Elisi, il Giornale (2019).

Per la prima volta da trent’anni siamo in campagna elettorale, e nessuno si è ancora impegnato a cancellare la corruzione dalla faccia della terra. Per trent’anni ci siamo spacciati per i grandi corrotti del pianeta, oltre l’Uganda e l’Uzbekistan, e di colpo niente. L’inflazione. La guerra. Il Pnrr. Ma di corruzione nemmeno l’ombra. Magari siamo di colpo diventati tutti onesti, o più probabilmente non eravamo poi così disonesti. O ancora, forse, ci si è accorti che dare del ladro agli altri, e sputtanare il paese per raccattare qualche voto, è un trucchetto che non porta fortuna. Mattia Feltri, La Stampa.

Ci sono menzogne che semplificano la vita così come ci sono verità che la complicano. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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