La vendetta dello Zar
Commento di Deborah Fait
Vladimir Putin
Era prevedibile che Vladimir Putin si sarebbe vendicato con Israele per la mancata presa di posizione in favore della guerra scatenata in Ucraina. Dopo le parole insensate di Lavrov contro gli ebrei, per cui Putin si era dovuto abbassare a chiedere scusa, avrà pensato come farcela pagare. L’idea gli è venuta subito, anche perché era nell’aria da anni, e ha fatto il colpo grosso chiudendo l’Agenzia ebraica di Mosca. Per lanciare la freccia ha aspettato, da furbo qual è, il cambio della guardia al governo di Israele per consegnare al povero Yair Lapid, premier da appena un mese, questa brutta gatta da pelare.
Netanyahu e Bennett avevano regolari rapporti con la Russia e entrambi avevano parlato più volte con Putin (Bennett lo ha fatto anche durante questa guerra). Lapid, che finora non aveva mai avuto a che fare col volpino russo, si è trovato spiazzato e ha subito dichiarato che questo fatto avrebbe provocato un danno alle relazioni tra Israele e l’impero sovietico. Sarebbe un peccato perché Israele ha bisogno che Putin guardi dall’altra parte quando fa le sue incursioni contro Hezbollah in Siria, senza contare il milione abbondante di russi che vive felicemente in Israele da anni. Che le relazioni siano difficili lo dimostra anche il rifiuto di concedere il visto di entrata alla delegazione israeliana che doveva proprio discutere di questa insensata decisione.
Se Putin continuerà su questa linea di inimicarsi Israele, inevitabilmente Lapid dovrà richiamare l’Ambasciatore o, per evitare una rottura che sarebbe negativa per tutti, prendere in mano il telefono e parlare con Vladimir tentando di rabbonirlo, cosa molto difficile da ottenere. Purtroppo la situazione degli ebrei in Russia è stata sempre altalenante e adesso si paventa la rottura perché oltre all’agenzia ebraica Putin minaccia di chiudere, e ha già mandato in giro lettere di avviso, anche altre organizzazioni ebraiche. Questo inevitabilmente impedirebbe agli ebrei rimasti di emigrare in Israele, l’unico posto al mondo in cui ci possiamo sentire sicuri, in cui, come scriveva Herbert Pagani, “In Israele sporco ebreo è solo un ebreo che non si lava”. Il primo ministro Lapid ha organizzato un incontro con il ministro dell’immigrazione Pnina Tamano-Shata e altri rappresentanti del governo. Un partecipante ha dichiarato “Se la Russia attacca il cuore di Israele esiste la possibilità che blocchi l’aliyah, per questo motivo dovremo fare ogni sforzo per superare la crisi”. Auguriamocelo perché non può essere tagliato il legame tra gli ebrei russi e Israele come avveniva durante gli anni dell’URSS che sembrano essere drammaticamente tornati.