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Libero Rassegna Stampa
06.02.2003 La missione segreta di Ilan Ramon
Ramon stava conducendo esperimenti segreti nello spazio che avrebbero aiutato lo stato ebraico in caso di uso di armi chimiche da parte di Saddam Hussein

Testata: Libero
Data: 06 febbraio 2003
Pagina: 14
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «La missione segreta di Ilan Ramon»
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero giovedì 6 febbraio 2003.
Da oggi tutti i patrioti israeliani hanno un motivo in più per ricordare
commossi la figura del colonnello Ilan Ramon, l'astronauta israeliano morto
nell'esplosione della navetta Challenger.
Ramon infatti stava conducendo esperimenti segreti nello spazio che
avrebbero aiutato lo stato ebraico e gli Usa in caso di uso delle famigerate
armi chimiche da parte di Saddam Hussein, nell'eventualità di una guerra. Lo
spiega il giornalista Gordon Thomas dell'agenzia "Globe - Intel" in un lungo
articolo che spiega dettagliatamente quale fosse la vera natura della
missione nello spazio dello Shuttle. Cosa questa che riapre i sospetti su un
possibile sabotaggio del Challenger, se non di un vero e proprio atto di
terrorismo. Ramon, che Israele venera giustamente come un eroe sia della
guerra del Kippur sia di quella al terrorismo ( fu lui insieme ad altri 8
ufficiali a bombardare nel 1981 con degli F-16, nello stesso anno del primo
lancio nello spazio di una navicella della Columbia, i reattori nucleari
iraqeni, costruiti grazie alla tecnologia e agli scienziati francesi,
vicino a Bassora), per la maggior parte dei suoi ultimi 16 giorni di vita,
quelli passati nello spazio, era rimasto in diretto contatto tramite
sofisticatissime web cameras con l'agenzia spaziale israeliana. Infatti dal
Challenger fotografava e monitorava in tempo reale il corso delle correnti
di vento e la direzione delle tempeste di sabbia del deserto iraqeno allo
scopo di calcolare al millimetro le possibili conseguenze e le eventuali
contromisure da prendere per neutralizzare un attacco chimico batteriologico
contro Israele.
Le informazioni venivano ritrasmesse in tempo reale all'Istituto per la
ricerca biologica israeliano, una struttura ultra segreta che viene
considerata la punta di diamante dell'attuale sistema di difesa
dell'esercito di Gerusalemme. Questo istituto da almeno dieci anni, cioè
dalla prima guerra del Golfo, studia le correnti dei venti del deserto
iraqeno per calcolare il tempo che eventuali agenti contaminanti possono
impiegare per raggiungere le città israeliane.
Fonti dell'intelligence israeliana dicono anche che il lavoro di Ramon dallo
spazio si stava rivelando di enorme aiuto allo scopo, cioè la creazione di
una barriera naturale contro i venti che trasportassero sostanze chimiche
volatilizzate. L'istituto per il quale anche Ilan Ramon lavorava da almeno
cinque anni ( e pare che il suo lancio nello spazio servisse soprattutto a
scopi pratici oltre che a dare a Israele la soddisfazione del primo ebreo in
orbita) è oggi coperto dal più alto segreto militare, tanto che la propria
ubicazione e l'indirizzo sono stati cancellati da tutti gli elenchi
telefonici in Israele. Fondato nel 1952 in un piccolo bunker, oggi le
proprie installazioni militari coprono dieci ettari. La zona della sua
ubicazione dovrebbe essere nei sobborghi di Nes Ziona, ma la sua
dislocazione ormai è stata cancellata da tutte le piantine del paese e la
sua segretezza è seconda solo a quella del centro militare di Dimona nel
deserto del Neghev.
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