Missili su Odessa: continuano i crimini di guerra russi Cronaca di Paolo Brera, commento di Daniele Raineri
Testata: La Repubblica Data: 24 luglio 2022 Pagina: 16 Autore: Paolo Brera - Daniele Raineri Titolo: «Missili russi su Odessa dopo l’accordo sul grano. L’Onu: 'Rispettare i patti' - Profughi e migliaia di vittime con un’economia in ginocchio»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 24/07/2022, a pag. 16, con il titolo "Missili russi su Odessa dopo l’accordo sul grano. L’Onu: 'Rispettare i patti' " la cronaca di Paolo Brera; a pag. 17, il commento di Daniele Raineri dal titolo "Profughi e migliaia di vittime con un’economia in ginocchio".
Ecco gli articoli:
Paolo Brera: "Missili russi su Odessa dopo l’accordo sul grano. L’Onu: 'Rispettare i patti' "
«Firmano contratti con una mano e mandano missili con l’altra ». Non usa mezze parole il deputato ucraino Oleksiy Goncharenko commentando l’ultima, sfacciata aggressione russa al porto di Odessa, sul quale hanno tentato di far piovere quattro missili poche ore dopo aver siglato la pace del grano a Istanbul. Due missili Kalibr sono stati intercettati dalla difesa aerea ucraina, gli altri due però sono andati a segno: hanno centrato una «stazione di pompaggio». I depositi di grano sono intatti, precisano a sera gli ucraini. Le immagini registrate mostrano il cielo attraversato dalla scia dei missili, e le colonne di fumo in uno dei tre porti — quello di Odessa — in cui è stato aperto il corridoio del grano. Come sempre la difesa ucraina non commenta e non consente di diffondere dettagli sull’obiettivo specifico colpito dai missili, ma l’azione in sé è per Kiev «uno sputo di Vladimir Putin in faccia al segretario generale dell’Onu António Guterres e al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che hanno fatto grandi sforzi per raggiungere un accordo per il quale l’Ucraina è grata. Alla Russia ci sono volute meno di 24 ore» — dice il ministero degli Esteri — «per mettere in dubbio gli accordi e le promesse fatte all’Onu e alla Turchia». Per quanto l’accordo non sia ancora operativo — ci vorranno alcune settimane per predisporre il corridoio — e non preveda tecnicamente alcun cessate il fuoco, è evidente l’impatto simbolico di un gesto che ripete l’affronto già riservato da Putin a Guterres quando il Cremlino inviò i suoi missili a colpire Kiev proprio nel giorno in cui il segretario generale dell’Onu, di ritorno da Mosca, si trovava in visita dal presidente Zelensky. Ma questa volta, se possibile, l’affronto è ancora più grave e diretto. «Non importa quello che la Russia dice e promette, troverà il modo di non attuarlo», denuncia il presidente ucraino. L’indignazione fa il giro del mondo: «L’Ue condanna fermamente l’attacco. Colpire un obiettivo cruciale per l’esportazione di grano un giorno dopo la firma degli accordi di Istanbul è particolarmente riprovevole e dimostra ancora una volta il totale disprezzo della Russia per il diritto e gli impegni internazionali», dice l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. È «una sfida alle Nazioni unite e a ogni sforzo di negoziato», twitta il commissario Ue Paolo Gentiloni. Il segretario generale dell’Onu, mediatoredel patto sul grano insieme al presidente turco Erdogan, condanna «in modo inequivocabile» l’attacco e chiede «la piena attuazione dell’accordo ». Un attacco «oltraggioso, di cui Mosca deve rispondere», dice l’ambasciatrice Usa in Ucraina, Brink, secondo cui «il Cremlino continua a usare il cibo come arma». Per il consigliere del presidente Zelensky, Andriy Yermak, Mosca «sta sistematicamente creando una crisi alimentare, facendo di tutto per far soffrire le persone. Il terrore di una carestia non è finito. Il mondo deve agire. Le migliori garanzie di sicurezza alimentare sono due: sanzioni efficaci contro la Russia e più armi per l’Ucraina». «Se gli accordi raggiunti non saranno rispettati — dice il ministero degli Esteri ucraino — la Russia avrà la piena responsabilità dell’aggravarsi della crisi alimentare globale». Per gli ucraini, insomma, è un attacco deliberato alle scorte alimentari. I russi negano responsabilità attraverso la Turchia, e Erdogan — che sul grano si gioca credibilità politica — promette che le esportazioni partiranno a breve. Qualsiasi verifica indipendente su cosa sia stato effettivamente colpito è esclusa, ma a prescindere da questo l’attacco russo lancia messaggi inequivocabili. Dice al mondodi non farsi troppe illusioni che l’accordo di Istanbul sia il primo capitolo verso una tregua generale. E dice agli ucraini e all’Occidente che nessuna intesa sul grano impedirà a Mosca di colpire i suoi obiettivi strategici: il corridoio verde per sfamare il mondo non garantirà alcuna copertura se verrà stoccato materiale bellico nei pressi dei silos. La Russia ha già mostrato con quanto cinismo persegua i suoi target senza alcuna preoccupazione per eventuali vittime civili: è semplicemente come se non esistessero. Non avrà una maggiore attenzione per le scorte di grano ammassate in attesa di partire. A corollario di una giornata che dopo Istanbul partiva coi migliori auspici, ieri i russi hanno fatto piovere una tempesta di fuoco su tutta l’Ucraina. Hanno lanciato 13 razzi nella regione di Kirovograd, colpendo tra l’altro l’aeroporto militare di Kanatovo: almeno 3 morti e 9 feriti. Bombe anche su Mykolaiv, ci sarebbero vittime. Già venerdì sera, a firma ancora bagnata d’inchiostro, erano iniziati gli attacchi che hanno provocato morti a Kharkiv e nel Donbass, e feriti nella regione di Sumy. La speranza è che il lumicino di tregua acceso dagli accordi sul grano non sia già stato spento dalle bombe.
Daniele Raineri: "Profughi e migliaia di vittime con un’economia in ginocchio"