Se Zelensky fosse cristiano Analisi di Furio Colombo
Testata: La Repubblica Data: 20 luglio 2022 Pagina: 26 Autore: Furio Colombo Titolo: «Se Zelensky fosse cristiano»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 20/07/2022 a pag.26 con il titolo "Se Zelensky fosse cristiano" l'editoriale di Furio Colombo.
Furio Colombo
Volodymyr Zelensky
Conoscete un uomo più solo di Volodymyr Zelensky, l’eroico presidente dell’Ucraina invasa? Attenzione. “Eroico” lo sto scrivendo io, per simpatia, per una inventata amicizia, come accade fra un lettore e il personaggio di un libro. Lo vedevo aggirarsi di notte e parlare al vuoto, e anche se sapevo benissimo che c’era tutta la protezione e tutta la troupe, intorno, da qualche parte, lo vedevo solo e capivo che si sentiva solo. Era chiaro, è chiaro anche adesso, che le sue apparizioni sono diminuite, che Zelensky si rivolge a un popolo che noi vediamo altrove, in un’altra dimensione, sotto una rete di missili russi, e di sequenze di esplosioni (ciuffi di fumo che si moltiplicano in tutte le direzioni) che sembrano spettacolo con una buona regia. Quel popolo riceve le notizie dal presidente e anche incitamenti e frasi nette, non sentimentali, non nostalgiche, di incoraggiamento. Ma forse è ancora meravigliato che quel presidente non si sia messo al riparo, lontano dai russi, al sicuro. Quel popolo però è impegnato con se stesso, impegnato a salvarsi, non si volta indietro. Non è una questione di patria ma di vita. Quanto agli altri, nel mondo, se ne accorgono poco. O, se se ne accorgono, è con un certo fastidio. Quel fastidio è stato espresso con una frase camuffata dai fermissimi argomenti pacifisti: non date armi, non rispondete alla richiesta insistente e un po’ noiosa di Zelensky. Le armi possono solo prolungare la guerra. La guerra può giovare solo “all’eroico presidente” che, siccome non è scappato, deve far fruttare il suo azzardo. Un’altra trovata pacifista è dire e ripetere che la resistenza ordinata dal presidente continuerà “fino all’ultimo ucraino” ovvero sempre più vittime ucraine causate dall’errore di nuove armi donate all’Ucraina e dalla pretesa di resistenza del presidente Zelensky alla Russia. Ecco il punto in cui si forma la tragedia della guerra infinita e la inevitabile ostinazione dei russi a finire ciò che hanno cominciato. L’altra grande potenza delmondo (lo suggerisce anche il buon senso) dopo una simile invasione non può certo ritirarsi come non detto. Il punto è Zelensky che spinge il vasto scontro a non finire, mentre il mondo, che paga, in una situazione assai più povera, le conseguenze di sanzioni a una potenza del mondo è sempre più scontento e irritato e si domanda perché stiamo pagando. Il fatto è che i valori laici e repubblicani di Zelensky sono un po’ aridi rispetto ai grandi valori cristiani che il mondo si era abituato a difendere dalla Russia. Qui il fatto è che l’invasore è un buon cristiano scortato dal suo arcivescovo Cirillo, Primate di tutte le Russie. Mentre Zelensky è il primo ebreo della storia europea eletto a stragrande maggioranza presidente da un popolo cristiano. In che senso questa circostanza fa la differenza? Forse nel senso che tutte le guerre europee sono state cristiane fra cristiani o invasioni di “infedeli” subite da popoli cristiani. In tutti e due i casi (specialmente nel secondo) era legittimo e inevitabile il soccorso. I “senza Dio” del comunismo sono stati la grande parentesi e la causa di tanto sterminio compiuto da europei nel cuore dell’Europa. Ma adesso, all’improvviso, la complicazione è doppia. Putin, l’invasore e il portatore di morte in Ucraina, è il grande Zar cristiano. L’Ucraina, il Paese invaso, non ha il suo scudo cristiano di protezione, perché il Paese è laico e chi parla a nome dell’Ucraina non è cristiano, pur non dando alcun rilievo e alcun peso a questo fatto. Però quanto conta questa insolita circostanza nella mancanza di simpatia diffusa e spontanea dell’Europa cristiana verso l’Ucraina laica continuamente bombardata dallo zar cristiano. Se Zelensky fosse cristiano (non cosa detta e proclamata ma dato di fatto, con qualche festa e cerimonia), quante cose cambierebbero fra quelle elencate? E Putin potrebbe continuare a dichiarare (senza dirlo, ma mantenendola bene in vista) la sacralità cristiana della sua missione?
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