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La Repubblica Rassegna Stampa
19.07.2022 Putin a Teheran: sfida all'Occidente
Cronaca di Rosalba Castelletti, Gabriella Colarusso

Testata: La Repubblica
Data: 19 luglio 2022
Pagina: 13
Autore: Rosalba Castelletti, Gabriella Colarusso
Titolo: «Putin a Teheran, un messaggio di sfida all’Occidente»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 19/07/2022, a pag.13, l'analisi di Rosalba Castelletti, Gabriella Colarusso dal titolo "Putin a Teheran, un messaggio di sfida all’Occidente".

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Rosalba Castelletti

Gabriella Colarusso (@gabriella_roux) | Twitter
Gabriella Colarusso


Vladimir Putin

Appena tre giorni dopo la fine della visita del presidente statunitense Joe Biden in Israele e Arabia Saudita, il leader del Cremlino Vladimir Putin oggi vola a Teheran dove terrà il suo quinto incontro con la Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, e un vertice a tre con l’omologo iraniano Ebrahim Raisi e il turco Recep Tayyip Erdogan. Il primo viaggio del presidente russo fuori dai confini dell’ex Unione Sovietica da quando ha lanciato l’offensiva in Ucraina non potrebbe essere più simbolico. Scegliendo come meta la Repubblica Islamica, nemica degli Usa, e riesumando il cosiddetto “formato di Astana”, con cui turchi, russi e iraniani si “spartirono” la Siria in Kazakhstan, Putin sta inviando un chiaro messaggio all’Occidente e, in particolare, a Washington. Vuole dimostrare che, nonostante le sanzioni varate in risposta alla cosiddetta “operazione militare speciale”, la Russia non è isolata e, anzi, ha rafforzato le sue alleanze con l’Est: con la Cina, l’India e, appunto, l’Iran. Ma anche trovare nuovi sbocchi per l’economia dopo che ieri ha ammesso per la prima volta le “difficoltà colossali” nel settore hi-tech causate dalle sanzioni. «Il prezzo della sovranità», ha detto ieri il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, sottolineando che Russia e Iran sono da tempo accomunate dal fuoco di fila delle misure occidentali. Il vertice tra i tre leader avrà al centro la Siria. Erdogan, che ieri è tornato a minacciare il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato «se questi Paesi non faranno i passi necessari per soddisfare le condizioni che abbiamo posto», vorrebbe il via libera a una nuova operazione militare nel Nord-Ovest che neutralizzi le milizie curde e crei una zona cuscinetto dove reinsediare i rifugiati siriani in Turchia. Russi e iraniani sono contrari. Il ruolo di Teheran è cruciale perché l’impegno militare russo in Ucraina ha costretto Mosca a lasciare posizioni in Siria agli iraniani con basi gestite dai Pasdaran. Putin terrà poi incontri bilaterali. Con Erdogan parlerà della bozza di accordo stilata la scorsa settimana a Istanbul dalle delegazioni di Russia, Ucraina, Turchia e Onu per sbloccare l’export del grano ucraino attraverso il Mar Nero. «Gli sviluppi nei negoziati in Turchia della scorsa settimana sono un segnale incoraggiante, che ora deve essere consolidato », ha commentato ieri dall’Algeria il premier Mario Draghi. Secondo il consigliere per la politica estera di Putin, Jurij Ushakov, un centro di coordinamento verrà aperto a Istanbul dove le delegazioni torneranno a riunirsi in settimana, «mercoledì o giovedì» secondo fonti russe, per mettere a punto i dettagli tecnici sui corridoi marittimi. Con Raisi e Khamenei, invece, a detta di Ushakov, Putin vanta «posizioni vicine o identiche sulla maggior parte delle questioni». Con Khamenei, in particolare, «si è sviluppato un dialogo di fiducia sulle questioni più importanti dell’agenda bilaterale e internazionale». Rafforzare le relazioni è per entrambi un modo di bilanciare il peso degli Stati Uniti e delle loro alleanze nel Golfo con gli sceicchi arabi e Israele. Resta il nodo dei droni che l’Iran si preparerebbe a dare alla Russia, stando agli Usa. Teheran ha smentito con una telefonata del ministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian al suo omologo ucraino Kuleba. «Putin può vantare un credito diplomatico nei confronti dell’Iran, che ha difeso sia nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che all’Aiea, sulla questione nucleare, ma l’Iran non vuole farsi trascinare nel conflitto, perché non ha interesse a farlo e perché sa che un intervento affosserebbe definitivamente l’accordo sul nucleare », spiegano fonti diplomatiche occidentali. Se il Jcpoa dovesse saltare, allora tutto potrebbe cambiaree rapidamente.

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