Le parole da non dimenticare A cura di Diego Gabutti
Testata: Italia Oggi Data: 19 luglio 2022 Pagina: 10 Autore: Diego Gabutti Titolo: «Le parole da non dimenticare»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 19/07/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
La storia dimostra che tutte le dittature, tutte le forme autoritarie di governo sono transitorie. Soltanto i sistemi democratici non sono transitori. Vladimir Putin.
Quando parliamo di terrorismo di Stato parliamo in genere di gruppi clandestini appoggiati di nascosto da uno Stato, come l’Iran con Hezbollah. Ma la guerra russa in Ucraina sfuma le distinzioni tra terrorismo, terrorismo di Stato e crimini di guerra perché non c’è niente di nascosto o cospirativo in questi bombardamenti... La Russia esercita una costante, ripetitiva e visibile violenza terroristica sui civili. Anne Applebaum (Viviana Mazza, CorSera).
Lenin torna a svettare sulla piazza di Henichesk [sulla riva occidentale del Mar d’Azov]. Segato in tre pezzi e rimosso, all’epoca della decomunistizzazione dell’Ucraina, è stato riassemblato e sistemato dov’era un tempo, proprio davanti alla sede del governo regionale di Kherson. Brunella Giovara, la Repubblica.
Quando Lenin prese il potere, i bolscevichi subordinarono immediatamente ogni cosa al mantenimento di quel potere, ed ebbe inizio la splendida carriera di un regime fatto di campi di concentramento e massacri. Vladimir Nabokov, Parla, ricordo.
Navi russe in navigazione nel Mar Nero hanno sparato due missili Kalibr con una testata da 500 chilogrammi di esplosivo ciascuno contro Vinnytsya, una città lontana da tutti i fronti nel mezzo dell’Ucraina. Liza, una bambina di tre anni con la sindrome di Down, spingeva la sua carrozzina assieme alla madre, Irina. Stavano andando dal nonno, più tardi avevano un appuntamento dal medico. Quando i missili hanno toccato terra e sono esplosi una scheggia ha ucciso Liza, le ha disintegrato il torace dalla vita fin quasi al collo, e questo spiega perché nelle foto si vedono solo le gambe e le scarpe e il resto è coperto. La madre è in terapia intensiva. L’attacco ha ucciso almeno 23 persone, inclusi tre bambini. Daniele Raineri, la Repubblica.
Evgeny Feldman, il celebre fotografo del giornale in esilio russo Meduza, ha segnalato un filmato di Mariupol trasmesso dalla televisione della propaganda russa RT. Mostrava carri armati russi sparare contro palazzi residenziali, gli stessi condomini prefabbricati di epoca sovietica nei quali abitano migliaia di russi. La telecamera indugia sugli sbuffi di polvere e schegge prodotti dalle cannonate, sui parallellepipedi dei caseggiati popolari che da bianchi diventano grigi, avvolti dal fumo, poi si vestono del rosso delle fiamme che li avvolgono, e infine si coprono di un nero carbonizzato. Anna Zafesova, La Stampa.
Senza le armi, senza la Svezia e la Finlandia nella Nato, saremmo con le pezze al culo, putinizzati e cinesi, ma il tutto che si è fatto, encomiabile, è risultato un obbligo a resistere, non una scelta, che è cosa diversa. Giuliano Ferrara, il Foglio.
Sappiamo che Trump era a conoscenza della presenza di armi tra i manifestanti inferociti, ma chiese di togliere i metal detector per farli passare e riempire il prato dove aveva in programma il suo comizio. Sappiamo che [aveva chiesto] alle autorità della Georgia di violare la Costituzione sollecitandole a trovargli gli 11.780 voti fasulli di cui aveva bisogno per scavalcare Joe Biden e sottrarre questo Stato [ai democratici]. Sappiamo infine che sapeva […] che la «grande bugia», ossia l’accusa di frode nelle presidenziali del 3 novembre 2020, era solo «bullshit», letteralmente una «stronzata». Bonini, Mastrolilli e Pertici, la Repubblica.
Com’è che il nonnetto [il nonnetto?] che tutti volevano sloggiare da Palazzo Chigi e imbalsamare sul Colle è l’unico italiano su 59 milioni in grado di fare il presidente del Consiglio? Marco Travaglio 1, il Fatto.
Draghi è molto più popolare a Washington e a Bruxelles che in Italia, dove da sette mesi tenta la fuga per scansare i forconi. [E scansare i beveroni?] Marco Travaglio 2, il Fatto.
L’amico di Putin Giuseppe Conte sta cercando di far cadere il governo di Mario Draghi in Italia. Vladimir Milov, oppositore russo.
E io pago. Marchese Totò Vladimiro Porfirogenito De Putin di San Pietroburgo.
Finalmente stanno capendo tutti che noi non siamo pagliacci ma gente risoluta e convinta. Tweet d’un parlamentare 5stelle.
Lo spettacolo osceno d’un avvocaticchio senz’arte né parte che, nel pieno d’un drammatico attacco all’Europa ordito da un criminale ammirato dal suo movimento di 5deficienti, fa cadere il governo guidato dal più autorevole uomo politico dell’emisfero occidentale col pretesto surreale di non voler costruire un termovalorizzatore nella città che la sua babbea e i suoi babbei hanno trasformato in una discarica a cielo aperto, è il segno di questi tempi impazziti. Christian Rocca, Linkiesta.
Conte e il suo cerchio tragico ci portano al macello. Tweet d’un parlamentare 5stelle.
Virginia Raggi è lì che aspetta [la caduta di Conte e] la gloria del comando. Sembra pazzesco possa avere una tale ambizione. Cinque anni alla guida di Roma trascorsi entrando e uscendo dagli uffici della Procura, 15 assessori cambiati, 131 bus in fiamme, buche come trincee, una città soffocata dal traffico e dai miasmi dei cassonetti, i primi branchi di cinghiali nei vicoli di Trastevere e le attrici comiche che, in tivù, avevano smesso di imitarla, perché la Raggi originale era inarrivabile (salì sul tetto del Campidoglio: «Riunione riservata»). Fabrizio Roncone, CorSera.
[Si prolunga] l’allucinazione collettiva, questo populismo onnivoro secondo il quale bisogna distribuire soldi, soldi a tutti, a un popolo di vittime taglieggiato e taccheggiato, i soldi ci sono, qualcuno ce li deve pur dare, almeno cinquanta miliardi dice il verde Salvini [no, di più] altri sessanta dice il giallo Conte, come se non fossimo il paese più indebitato del mondo e di tutti i tempi, o giù di lì. Mattia Feltri, HuffPost.
L’onestà, come tante altre virtù, dipende dalle circostanze. Roberto Gervaso.