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Informazione Corretta Rassegna Stampa
18.07.2022 ‘Non è necessario essere ebreo per essere sionista’
Analisi di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 18 luglio 2022
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «‘Non è necessario essere ebreo per essere sionista’»
‘Non è necessario essere ebreo per essere sionista’
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Ebrei - Wikipedia

Il Presidente Obama aveva deciso di fare dell'Egitto la prima tappa del suo viaggio in Medio Oriente e nel suo discorso al Cairo aveva insistito sul contributo dell'Islam (all’) in America. Allora era suo vicepresidente Joe Biden. Diventato a sua volta Presidente, Biden ha fatto una scelta completamente diversa. Nel corso di un viaggio già definito come storico, è a Israele che lui ha riservato la sua prima visita. Appena sceso dall'Air Force One, nel suo discorso ha ampiamente sottolineato il suo incondizionato sostegno allo Stato, evocando il suo incontro con Golda Meir e Yitzhak Rabin nel 1973:   “Ripenso a tutto questo ora, e mi rendo conto di aver avuto il grande onore di vivere una parte della grande storia di questo grande Paese, e l'ho detto e lo ripeto, non è necessario essere ebreo per essere sionista...”  Ha anche ricordato che questa era la sua decima visita e che per lui ogni occasione di tornare “in questo grande Paese dove le antiche radici del popolo ebraico risalgono ai tempi biblici è una benedizione.” Una boccata d'aria fresca.      

Will President Biden play an active role in Israel's election campaign?
Joe Biden - Yair Lapid
                               

Breve excursus storico. Il 10 novembre del 1975, trent'anni dopo la liberazione di Auschwitz, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione 3379, intitolata  ‘Eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale’  in cui si stabiliva che il sionismo è una forma di razzismo e di discriminazione razziale. C'erano 72 Paesi a votare per questa scandalosa affermazione; 32 avevano votato contro e 32 si erano “coraggiosamente” astenuti. Ci sono voluti dodici anni perché, il 16 dicembre del 1991, la risoluzione 46/86 la cancellasse con un testo lapidario: “L'Assemblea Generale decide di abrogare la decisione contenuta nella sua risoluzione 3379 del 10 novembre del 1975.”  111 Paesi hanno votato a favore, 25 hanno votato contro, e 11 si sono astenuti (tra cui la Turchia) e infine 15 si sono distinti per la loro assenza, in particolare l'Egitto. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, tornerà su questo episodio in apertura della prima conferenza delle Nazioni Unite sull'antisemitismo il 21 giugno del 2004: “Dobbiamo riconoscere che le azioni dell'Organizzazione delle Nazioni Unite in materia di antisemitismo non sono sempre state commisurate ai suoi ideali. È deplorevole che l'Assemblea Generale abbia adottato una risoluzione nel 1975 in cui identificava il sionismo con il razzismo, e sono lieto che da allora abbia riconsiderato la sua posizione.”                                                               
                                                       
Ahimè, il signor Kofi Annan si faceva delle illusioni. L'antisemitismo, lungi dallo scomparire, è in aumento in tutto il mondo. E sta guadagnando terreno un massiccio sforzo di delegittimazione dello Stato ebraico, in particolare negli Stati Uniti. Il movimento BDS fa appello al boicottaggio e al disinvestimento di Israele, nonché a sanzioni contro questo Paese. Nei campus americani si possono vedere striscioni che proclamano che “dal fiume – il Giordano – al mare – il Mediterraneo – la Palestina sarà libera” invocando apertamente la distruzione di Israele. Posizioni condivise dalla frangia estremista del Partito Democratico di Joe Biden.                                                                                  

Con l'avvicinarsi delle elezioni di medio termine, dobbiamo quindi rallegrarci delle sue dichiarazioni, ma anche riconoscere il suo coraggio.

Immagine correlata
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

takinut3@gmail.com

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