Albert Bourla: 'Vaccini anti-varianti pronti in tre mesi' Commento di Antonello Guerrera
Testata: La Repubblica Data: 17 luglio 2022 Pagina: 23 Autore: Antonello Guerrera Titolo: «Il presidente di Pfizer: 'Vaccini anti varianti pronti in tre mesi ma che fatica per l’ok'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 17/07/2022, a pag.23, con il titolo "Il presidente di Pfizer: 'Vaccini anti varianti pronti in tre mesi ma che fatica per l’ok' " l'intervista di Antonello Guerrera.
Antonello Guerrera
Albert Bourla
«Nuovi vaccini anti Covid pronti in meno di 100 giorni e molto efficaci. Se solo le agenzie del farmaco fossero più rapide ad approvarli… ». Albert Bourla, 60 anni, greco e di famiglia ebrea sefardita scampata per un soffio all’Olocausto, è un ex veterinario ma soprattutto il presidente e amministratore delegato di Pfizer. Insieme a Moderna, AstraZeneca e il suo partner di ricerca tedesco Biontech, il gigante farmaceutico americano è stato decisivo nel tirare il mondo fuori dai lockdown e dalla prima drammatica emergenza Coronavirus grazie ai vaccini, in questo caso a tecnologia mRna, realizzati in poco più di un anno. Un’impresa della scienza che ha portato anche enormi profitti: circa 33 miliardi di euro di entrate dal vaccino Pfizer solo nel 2021. Bourla parla con Repubblica e i membri del think tank Chatham House, in una conversazione “onthe record”. Condanna innanzitutto quella «piccola parte della comunità scientifica che con la sua disinformazione sui vaccini ha fuorviato una limitata ma significativa quantità di cittadini. Sono criminali». Poi il gran capo di Pfizer se la prende con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), «che pensa più alla politica invece di preparare i Paesi in via di sviluppo ad accogliere e distribuire i vaccini: abbiamo centinaia di milioni di dosi ferme in frigo, possiamo offrirle praticamente gratis. Ma, oltre a una cultura locale più avversa ai vaccini, se l’Oms non prepara le basi, le strutture e un’informazione adeguata per i vaccini in quei Paesi…». Bourla loda il settore privato, che ha avuto un «successo straordinario nei vaccini mentre le istituzioni pubbliche hanno mostrato falle e impreparazione a eventi del genere ». Aggiunge che «i vaccini antiOmicron stanno arrivando», in autunno, «e che il ritardo è dovuto al fatto che le agenzie del farmaco europee e americane stanno chiedendo più dati e informazioni, rispetto all’inizio della pandemia. Inoltre, i parametri richiesti» dalle due sponde dell’oceano «sono diversi e quindi bisogna preparare un prodotto che soddisfi tutti». In ogni modo, «presto avremo ottimi vaccini anti Omicron», promette Bourla, «e, grazie alla tecnologia mRna, saremo in grado di produrne di nuovi in meno di cento giorni, se le agenzie del farmaco li approvassero più rapidamente». Ma non c’è il rischio che la loro efficacia venga ridotta dalle continue e velocissime mutazioni di Omicron? «No. Non dimentichiamo che Omicron è stata una mutazione molto significativa dal Coronavirus, ma arrivata dopo un anno e mezzo di pandemia: dunque, il nuovo vaccino anti Omicron sarà sicuramente molto efficace per tutte le mutazioni che verranno nei mesi successivi». Alla domanda se continueremo ad assumere vaccini anti Covid per 5 o forse 10 anni, Bourla risponde «sì. Ma se insistiamo con le vaccinazioni e lo sviluppo degli attuali farmaci anti Covid, allora il coronavirus diventerà come un’influenza: non come malattia, perché il Covid è più grave, ma a livello di impatto sulla sanità pubblica». Ma non c’è il rischio di una “stanchezza” della popolazione per le vaccinazioni anti Covid, come già visto per le terze dosi? «Può essere, per questo dobbiamo puntare a un vaccino all’anno: darebbe molta più fiducia anche ai cittadini più scettici. Inoltre, la tecnologia mRna sarà utilizzata contro il cancro e le malattie genetiche. Siamo solo all’inizio».
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