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La Repubblica Rassegna Stampa
03.02.2003 Una cautela eccessiva
Di fronte all'antisemitismo che rinasce occorrono parole chiare e forti

Testata: La Repubblica
Data: 03 febbraio 2003
Pagina: 27
Autore: Miriam Mafai
Titolo: «I lapsus di Asor Rosa e le colpe della sinistra»
Riteniamo di dover premettere una fondamentale precisazione all' analisi che seguirà, un "a priori" che ne consenta la corretta interpretazione.
Noi siamo convinti che la sinistra, intesa come categoria e non come schieramento partitico, sia la custode naturale e non sostituibile di valori etici ed umani della massima rilevanza storica e spirituale, e tra questi poniamo al primo posto la ferma opposizione all' antisemitismo.
Ma, con profondo rammarico che può confinare con il dolore, constatiamo come oggi, in Italia e non solo, la sinistra intesa come schieramento partitico abbia dismesso questi valori di cui era custode, e sia scarsamente interessata a considerarsi erede della sinistra intesa come categoria per quanto attiene a quei valori.
Ciò detto, diamo atto a Miriam Mafai di essere una giornalista di acuta intelligenza e grande sensibilità. In questo lungo articolo non lesina le sue conferme all' accusa di antisemitismo gettata in faccia ad Asor Rosa da tutto l' ebraismo italiano, del quale Gad Lerner ed esponenti della Comunità Ebraica di Milano, che lei cita, sono solo i rappresentanti in contesti specifici.
E tuttavia, anche lei ha dei momenti in cui la cautela prende il sopravvento sul desiderio, visibile sottotraccia, di aderire alla tesi espressa nella nostra premessa. Una cautela che le impone di citare una ambigua frase di D'Alema, che si associa immediatamente nella nostra memoria con le detestabili posizioni da lui stesso assunte nei confronti di Israele.
No, Miriam Mafai, quelli di Asor Rosa non sono lapsus, né tanto meno errori. Se l' autore fosse un cretino, potremmo pensarlo. Ma la sua notorietà nel mondo della cultura ci dice che ogni sua parola è soppesata e ben compresa. Che lui voglia o no, che cambi qua e là una parola nella seconda edizione o no, questo è quel che lui pensa.
Ne consegue, inevitabilmente, che le reazioni ebraiche non sono eccessive o, peggio, isteriche. E se non sono commisurate alla gravità di quanto Asor Rosa scrive e migliaia di persone leggono, è solo perché sono troppo blande ed educate. Certamente, anche sul versante ebraico c'è chi tende a confondere critica verso Israele con antisemitismo, chi sposta il confine fra la legittimità di una opinione politica per quanto aspra e la illegittimità di una generalizzazione che voglia coinvolgere tutto un popolo, o la religione, in quella critica, fino a negare a quella nazione il diritto ad esistere come patria naturale di quel popolo.
Dopo il 1967, ad opera dell' Unione Sovietica e del sistema di partiti organici alle sue direttive, Israele ha cessato di essere uno stato rispettato, per culminare nel 1982, quando il disprezzo e l' odio per Israele (non meramente per il suo governo, si badi alla distinzione) si è riversato, in larga parte della sinistra europea, su tutti gli ebrei. Poi, ci sono stati quasi vent' anni di apparente rappacificazione, ma evidentemente "quelle" istruzioni piovute da un mondo che non esiste più hanno continuato a sopravvivere nell' inconscio collettivo degli orfani irrecuperabili del regime stalinista e dei suoi miti.
Miriam Mafai sbaglia quando, concludendo, scrive che "tutto questo, naturalmente, non ha nulla a che fare con il libro di Asor Rosa": no, questo "è " il libro di Asor Rosa. Ed è Asor Rosa, che con il clamore suscitato da questo suo libro fa emergere il pensiero sommerso della nostra sinistra, fonte di qualche suo disagio interiore .
Gli ebrei italiani non si sentono "orfani", come scrive Mafai, della "protezione" della sinistra. Sono delusi, si sentono traditi, ma già dal 1967 essi sapevano lucidamente che la "protezione" della sinistra era condizionata da troppe imposizioni, legate alla solidarietà con Israele, al distacco dal sionismo, che ne facevano una merce di scambio e non più un dono dell' anima.
Che sia tristemente vero che gli ebrei sono simpatici sono quando si fanno ammazzare? Se così fosse, sappia e ricordi la sinistra che gli ebrei non sono disposti a farsi ammazzare per essere simpatici.

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