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Il Foglio Rassegna Stampa
15.07.2022 Putin, deliberato terrorismo, ci vuole un tribunale per giudicarlo
Analisi di Paola Peduzzi

Testata: Il Foglio
Data: 15 luglio 2022
Pagina: 1
Autore: Paola Peduzzi
Titolo: «Un tribunale speciale»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 15/07/2022, a pag. 1, con il titolo "Un tribunale speciale", il commento di Paola Peduzzi.

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Paola Peduzzi

Discorso Zelensky alla Camera: cosa ha detto il presidente ucraino. VIDEO
Volodymir Zelensky

Milano. “Ogni giorno la Russia uccide civili, uccide bambini, colpisce con i missili edifici civili in cui non c’è alcun obiettivo militare. Che cos’è questo se non un atto deliberato di terrorismo?”, ha detto ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, chiedendo l’istituzione di un tribunale speciale per i crimini russi. L’esercito di Vladimir Putin ieri ha lanciato tre missili sul centro di Vinnytsia, una città di 350 mila abitanti (prima della guerra) nel centro-ovest dell’Ucraina, lontana dall’est, lontana dal sud, lontana da Kyiv, lontana da qualsivoglia fronte, compresi quelli che solo i russi considerano tali. Tre missili sono piombati in città, hanno colpito un centro commerciale e gli edifici attorno, hanno fatto più di venti vittime, tra cui una bambina almeno, ma la conta è in corso e, straziante, non cambia quel che è chiaro dalla vittima civile numero uno, il 24 febbraio: l’esercito di Putin colpisce deliberatamente i civili, li ammazza, li mutila, li violenta, li affama, li reprime, li deporta. Se non è terrorismo questo allora che cosa lo è?, chiede Zelensky, ed è, dal primo giorno, una domanda retorica.

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Vladimir Putin

Antony Blinken, segretario di stato americano, mercoledì sera ha chiesto a Mosca di liberare i cittadini ucraini deportati. “Il trasferimento illegale e la deportazione di persone costituiscono una violazione grave della Convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili”. E poi Blinken ha aggiunto: “E’ un crimine di guerra”. Secondo “le stime di varie fonti, incluso il governo russo, le autorità russe hanno interrogato, incarcerato e deportato con la forza tra 900 mila e 1 milione e seicentomila ucraini, inclusi 260 mila bambini, spostati dalle loro case e portati in Russia, spesso nelle regioni più isolate dell’estremo est”. Blinken ha precisato che Mosca “sta deliberatamente separando i bambini dai loro genitori e li manda in adozione in Russia”, e sta anche “tenendo imprigionati o facendo scomparire migliaia di civili ucraini che non passano dai cosiddetti centri di smistamento”. Le dichiarazioni di Washington sono arrivate in apertura della conferenza in corso ieri all’Aia, organizzata dal governo olandese, dall’Ufficio del procuratore del Tribunale penale internazionale e dalla Commissione europea: si chiama “Ukraine Accountability Conference” e vuole andare a fondo delle responsabilità della Russia nella guerra contro l’Ucraina e quindi evitare che Putin rimanga impunito per i crimini commessi. L’impunità infatti è stata in passato (non solo per il presidente russo va detto) un motore strategico per la Russia: ci saranno un po’ di rimostranze, un po’ di accuse, un po’ di inchieste aperte, ma poco altro, ha calcolato Putin in tutti questi anni, aumentando la violenza. Di fronte all’evidenza poi il Cremlino replica il suo format: denuncia le “lamentele isteriche” della comunità internazionale (questo è un copyright del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov), taccia tutto di “russofobia” (lo ha fatto anche con Blinken ieri) e dice che ci sono sempre degli obiettivi militari dove colpisce e che gli ucraini usano i civili come scudi. La settimana scorsa, due senatori americani sono andati a Kyiv con una bozza di proposta per inserire la Russia nell’elenco degli stati sponsor del terrorismo, con Siria, Iran, Corea del nord e Cuba. Secondo il codice penale americano, gli atti di terrorismo sono atti violenti volti a: intimidire o costringere i civili; influenzare le politiche di uno stato con l’intimidazione o la minaccia; condizionare l’operato di un governo con la distruzione di massa, l’assassinio o il rapimento”. Anne Applebaum, che studia l’orrore sovietico e russo da tutta la vita, scrive sull’Atlantic: “E’ importante chiamare le cose con il loro nome, abituarci a consapevolezze difficili e imparare a gestirle. La Russia commette atti di terrorismo ogni giorno; questo avrà delle conseguenze per la struttura instabile della legge internazionale e delle pratiche studiate per prevenire questi stessi atti”.

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