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Diego Gabutti
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Periscopio 15/07/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 15/07/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Eugenio Scalfari, le reazioni nel giorno della morte. Papa:
Eugenio Scalfari

Maupassant consegnò al lettore un tipo umano che, attraverso il giornalismo, scopre la seduzione del potere e se ne innamora al punto da volersi sostituire ai potenti che descrive. So bene che il mio mestiere è stato una forma di dominio che ho esercitato lungo sessant’anni nella doppia veste di giornalista e di editore. [Ma nel mio caso] la figura di Bel-Ami lascia il posto a qualcosa di più sfumato, perfino di malinconico. Nel senso che ho sempre avuto chiaro che il potere, rispondendo alle leggi della meccanica, per il semplice fatto che c’è, si può perdere. Eugenio Scalfari, novantotto anni, scomparso mercoledì 14 luglio 2022.

Denis Pushilin, presidente dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, [ha] firmato nei giorni scorsi il decreto che modifica il codice penale della Dnr revocando la precedente moratoria sull’esecuzione delle pene di morte. Se il tribunale confermerà le sentenze comminate, alle quali i condannati hanno fatto opposizione, si procederà all’esecuzione delle pene tramite fucilazione. Paolo Brera, repubblica.it.

Perfino nei talk-show russi comincia a trapelare rabbia e sconcerto per gli attacchi ucraini ai depositi d’armi. I missili Himars americani hanno riaperto anche il conto dei generali russi liquidati, e il politologo dissidente Abbas Gallyamov dice a Novaja Gazeta che l’esercito è in ebollizione: «Ai militari era stata promessa una facile vittoria e invece sono stati buttati in un tritacarne micidiale». Anna Zafesova, La Stampa.

Ha la lampada di Aladino: i suoi tre desideri? «Cento missili Himars, mille pezzi d’artiglieria e 500 carri armati. Ma basta un solo desiderio: che muoia Putin». Paolo Brera intervista Oleksandr Honcharenko, sindaco di Kramatorsk, la Repubblica.

Si dice spesso che la Guerra Fredda sia stata vinta dall’Occidente, ma non è vero. Il comunismo è stato sconfitto ma l’idea di libertà è ora alla prova dei fatti. Se non funzionerà, vedremo un ritorno non al comunismo, che ha fallito, ma ad un nuovo dispotismo che porrà un pericolo morale al mondo perché saremo infettati dal virus dell’imperialismo russo che è stata una caratteristica della politica estera russa per secoli. Richard Nixon, 1992 (Antonino D’Anna, Italia Oggi).

[La Cina] ha fatto enormi investimenti «in ricerca scientifica e istruzione», è «all’avanguardia nel digitale», «offre una prospettiva alle nuove generazioni». Sono gli elogi che Massimo D’Alema riserva a Pechino in un’intervista rilasciata al China media group. E ovviamente, l’ambasciata cinese a Roma si è affrettata a ritwittarla. La Verità.

La confusione politica e morale del moderno occidente è l’arma segreta che secondo i leader di Russia e Cina metterà in ginocchio l’ordine internazionale di stampo americano. Magari Putin e Xi sbagliano, e c’è da sperare che sia così. Ma la scelta di scommettere sulla decadenza occidentale li ha ripagati per oltre un decennio. Walter Russell Mead, The Wall Street Journal (da HuffPost)

«Sono 13 le aziende italiane che lavorano in Russia come se nulla fosse» secondo il database dalla School of Management dell’Università di Yale. […] Si tratta del gruppo Ariston, di Benetton, di Boggi. Le fabbriche di Buzzi Unicem sono in funzione in Russia e Calzedonia vende i suoi prodotti come prima dell’inizio della guerra, e così anche Cremonini. De Cecco e. Diesel operano in Russia normalmente, idem il Gruppo Fenzi, Fondital. Giorgio Armani prosegue le sue operazioni, così come Perfetti Van Melle e Unicredit. Altre otto aziende italiane stanno «prendendo tempo». Adnkronos.

Da mesi Vladimir Putin viene dipinto come un pazzo che verrà battuto da sanzioni e resistenza ucraina. La verità è che la Russia fa affari con [mezzo mondo] mentre noi ci scaviamo la fossa. Un tweet di Maurizio Belpietro.

I nostri giornalisti non capiscono che quando Putin parla c’è solo il 50% di possibilità che ciò che dice sia vero se la notizia è indifferente e il 90% di probabilità che sia falso se la notizia è utile al regime. Gianni Pardo, Italia Oggi.

Operai e tassisti uniti nella lotta. Striscione sindacale (dai Tg).

Partita l’offensiva sulla quarta dose. Barano sui morti per smaltire i vaccini. Titolo della Verità.

Mentre solo i più anziani possono ricordare la «non sfiducia», l’espediente parlamentare che consentì la nascita nel 1976 del terzo governo Andreotti, bisogna andare al 1987 per trovare qualcosa di analogo alla «non fiducia» [di Conte e compagnia grillante]: un partito (allora la Dc) che si astiene nel voto sul governo di cui fa parte. L’arzigogolo prevede che: a) il Movimento 5stelle non ritira i suoi i ministri; b) non apre la crisi formalmente perché non vota la sfiducia; c) ma esce dall’Aula del Senato e non vota la fiducia. Antonio Polito, CorSera.

È legittimo che ci siano dei distinguo, ma […] non vorrei che finisse con la logica del colpo di pistola che il 28 giugno 1914, a Sarajevo, ha dato inizio alla Prima guerra mondiale. Enrico Letta.

Se qualcosa può andar male, lo farà. Una legge di Murphy.

Dal campo largo al camposanto. Titolo della Stampa.

[Myrta, la prego:] non indulgi in letture fuorvianti. Giuseppe Conte, L’aria che tira.

Per l’eterogenesi dei fini, trent’anni di campagne negazioniste e revisioniste hanno sortito l’effetto opposto: enfatizzare la grandiosità storica di Mani pulite e fissarla per sempre nel DNA di ogni cittadino, a imperitura memoria delle due Italie contrapposte. Quella che vive nel terrore che il 1992 si ripeta. E quella che lo spera con tutto il cuore. Marco Travaglio, Mani pulite. La vera storia.

Nei primi anni novanta / la novità fu tanta / il popolo italiano / dalla sera alla mattina / imparò a tagliare teste / senza la ghigliottina. Dino Risi, Versetti sardonici.

Il moralista, impegnato a predicare la virtù, difficilmente troverà il tempo di praticarla. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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