Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano l'analisi "Dall’insegnamento del disprezzo al dialogo, un difficile cammino" di Vittorio Robiati Bendaud.
Riprendiamo, dalla conclusione della recensione, la nota sull'introduzione di Luciano Canfora, che censura l'antisemitismo islamico e quello di matrice progressista. Bene ha fatto Vittorio Robiati Bendaud a ricordarlo.
Luciano Canfora censura l'antisemitismo islamico
Canfora rileva che molti argomenti degli antisemiti sovente sono contraddittori e dunque, in quanto tali, irrazionali. Questa però è solo parte della verità, dal momento che l’antisemitismo e il suo potente edificio di pensiero, da Agostino a Kant e a Heidegger, fu una costante propria della razionalità occidentale, non limitandosi a esserne solo mera espressione ma, al contrario, struttura. Infine, e questo è il passo più critico dell’Introduzione, lo studioso passa in rassegna l’antisemitismo contemporaneo, evidenziando come esso sia caratteristico dei neofascismi e di frange retrive del mondo cattolico. Questo è vero; tuttavia, si tace sul diffuso antisemitismo di matrice progressista, à la page e spesso assai più difficile da smascherare, come pure sull’antisemitismo islamico, che ha una storia plurisecolare e specifica, anche se, almeno in ampia misura, trova le proprie origini in quello cristiano. Al riguardo, silenzio assordante.
Ecco l'articolo:
Vittorio Robiati Bendaud
Jules Isaac, Genesi dell’antisemitismo, trad.Paolo Fai, Sellerio, pp. 335, euro 22,00.
Esce in italiano, dopo alcuni decenni dall’originale francese (1956), un celebre libro di Jules Isaac, Genesi dell’antisemitismo, nella consueta elegante veste editoriale di Sellerio che, tempo fa, aveva già pubblicato un altro studio del nostro autore, Gli Oligarchi. Saggio di storia parziale (2016). Jules Isaac, la cui famiglia fu annientata dalla Shoah, fu sia un insigne storico francese sia un sopravvissuto. In questa duplice veste fu uno dei principali propulsori da parte ebraica del dialogo ebraico-cristiano. A lui si deve l’importante saggio, che segnò uno spartiacque, Gesù e Israele (Marietti 2001), di cui la Genesi dell’antisemitismo è l’ideale continuazione. Il volume è articolato in due parti: la prima riguarda l’antisemitismo in età pagana; la seconda concerne la nascita e lo strutturarsi dell’antisemitismo cristiano, tra debiti ideologici verso il paganesimo e sviluppi autonomi e specifici. Si parte dall’incontro-scontro tra grecità ed ebraismo, giungendo alle varie forme di antiebraismo cristiano medievale nel mondo latino e in quello bizantino. Svolta fondamentale del libro, testimoniata sin dall’indice, è lo sviluppo dell’antagonismo ebraico-cristiano dai giudeo-cristianesimi. Tale avversione sistemica originò sin da tempi remoti simultaneamente un cogente sistema di umiliazione -teorico e pratico- degli ebrei, una demonizzazione dell’ebraismo e, infine, quello che Isaac definì con efficacia l’insegnamento del disprezzo. A circa settant’anni dalla comparsa di questo scritto, in relazione a entrambe le sezioni del volume si sono depositati moltissimi studi, alcuni dei quali oggi imprescindibili. Tuttavia, Jules Isaac ebbe ragione nell’individuare ed evidenziare le discontinuità profonde tra antisemitismo pagano e antisemitismo cristiano, in ampia misura inerente al rapporto tra ebraismo, giudeo-cristianesimi e cristianesimo ‘ex gentibus’ e, dunque, specifico. Ancor più, Isaac colse e spiegò, forte di poderosa erudizione storica e di grande sintesi interpretativa, gli snodi essenziali teologico-politici dell’insegnamento del disprezzo e del sistema di umiliazione.
Luciano Canfora
L’edizione italiana è corredata dalla nota introduttiva di Luciano Canfora, rispetto a cui mi permetto almeno due osservazioni. Canfora rileva che molti argomenti degli antisemiti sovente sono contraddittori e dunque, in quanto tali, irrazionali. Questa però è solo parte della verità, dal momento che l’antisemitismo e il suo potente edificio di pensiero, da Agostino a Kant e a Heidegger, fu una costante propria della razionalità occidentale, non limitandosi a esserne solo mera espressione ma, al contrario, struttura. Infine, e questo è il passo più critico dell’Introduzione, lo studioso passa in rassegna l’antisemitismo contemporaneo, evidenziando come esso sia caratteristico dei neofascismi e di frange retrive del mondo cattolico. Questo è vero; tuttavia, si tace sul diffuso antisemitismo di matrice progressista, à la page e spesso assai più difficile da smascherare, come pure sull’antisemitismo islamico, che ha una storia plurisecolare e specifica, anche se, almeno in ampia misura, trova le proprie origini in quello cristiano. Al riguardo, silenzio assordante.
Per inviare al Bollettino la propria opinione, telefonare: 02/483110225, oppure cliccare sulla e-mail sottostante